Crocetta-Pd, inesistente la questione di fiducia - QdS

Crocetta-Pd, inesistente la questione di fiducia

Carlo Alberto Tregua

Crocetta-Pd, inesistente la questione di fiducia

giovedì 26 Settembre 2013

Solo l’Ars può cacciarlo

I quotidiani di martedì titolavano “Pd toglie la fiducia a Crocetta”. Si tratta di un’autentica bufala scritta da chi non conosce le leggi e trasferisce notizie senza il doveroso controllo.
Chi si occupa di informazione politica e istituzionale dovrebbe sapere che la legge siciliana non consente a nessuno di sfiduciare il presidente della Regione, salvo in un caso: quando 46 consiglieri regionali, denominati deputati dallo Statuto, firmano e votano tutti insieme il documento di sfiducia. Dunque, solo l’Ars può cacciare Crocetta.
Per la verità, vi è un secondo caso in cui il presidente va a casa e con lui l’intera Assemblea, che costa ai siciliani 164 milioni contro 55 milioni del Consiglio della Lombardia. Si tratta dell’applicazione dell’articolo 8 dello Statuto, secondo il quale il Commissario dello Stato può proporre al Governo lo scioglimento dell’Assemblea regionale per persistenti violazioni del presente Statuto. Una possibile violazione è, per esempio, non approvare il bilancio annuale entro il termine massimo del 30 aprile dello stesso anno.

I 90 consiglieri dell’Ars (ognuno di essi costa intorno a 360 mila euro l’anno) non hanno alcuna intenzione di andarsene a casa e perdere la greppia dorata. Per cui non manderanno a casa Crocetta, in modo da evitare di andare a casa loro stessi.
Occuparsi di questi altarini e delle relative rappresentazioni quando la Sicilia è sull’orlo del baratro è da irresponsabili. Chiedere di fare entrare nella Giunta deputati, cioè professionisti della politica, è altrettanto irresponsabile. Il presidente della Regione è stato eletto solo dal 15 per cento dei siciliani, però a suffragio universale. Nessuno, per legge, può sottrarre questa fiducia tranne nei due casi che abbiamo prima indicato.
Crocetta si occupi di fare quella rivoluzione tanto declamata e non attuata. Completi il percorso della sostituzione delle province con i consorzi di comuni, faccia funzionare le nuove Srr spa, nelle quali sono giustamente coinvolti i sindaci, recepisca con proprio provvedimento le leggi nazionali che tagliano la spesa pubblica improduttiva e che inseriscono sanzioni per i dirigenti irresponsabili.
Faccia un bando di evidenza pubblica e di rilevanza europea per la costruzione di 50 impianti Rsu atti alla produzione di biogas e di energia elettrica.

 
Compia un atto di equità generale, lasciando a casa i precari della Regione, dei Comuni, delle partecipate e degli altri enti, entrati in quei posti per raccomandazione e impedendo ad altri siciliani di competere ad armi pari per entrare in quegli stessi posti.
Usi il bastone per costringere le imprese di raffinazione a fare le bonifiche di disinquinamento di quei territori. Metta in atto un progetto industriale per incentivare la produzione di energia verde da biomasse vegetali e da ogni altro prodotto utile. Con ciò rivitalizzando l’asfittica agricoltura e ripopolando parte dei 4 mila chilometri quadrati incolti.
Crocetta costituisca una task force per spendere tutti, ma proprio tutti, i fondi europei, cofinanziandoli con le risorse che può recuperare tagliando la spesa inutile per 3,6 miliardi, più volte elencata in queste colonne.
Sappiamo che questo è difficile, ma Crocetta, se è uomo d’onore (secondo l’art. 54, comma 2, della Costituzione), deve mantenere la parola data: fare la rivoluzione.

Vi è poi la questione dei consulenti, che ha due facce: la prima riguarda l’impossibilità di utilizzare professionalità interne perchè non ve ne sarebbero (e invece ci sono). La seconda riguarda l’impossibilità di nominare esterni perché hanno un costo, più volte sanzionato anche dalla Corte dei Conti.
Questa seconda ipotesi è destituita di fondamento. Vi sono infatti molti siciliani di alto valore professionale, nei diversi settori, che hanno raggiunto il successo nelle loro attività, che sono disponibili a lavorare gratis per la Regione, a condizione che essa metta in campo progetti e realizzazioni serie, che non guardino in faccia a nessuno, atti allo scopo di far crescere l’economia e l’occupazione, tagliando i numerosi privilegi che rosicchiano le risorse regionali.
Non sia sordo, Crocetta, utilizzi queste preziose risorse , proponga ai siciliani un piano organico e complessivo di riordino della Pa e di sviluppo dell’economia: il QdS lo appoggerà in pieno. Ma la smetta di fare ammuina.

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