In una centrale energetica a base Rsu le acque reflue sono depurate e controllate - QdS

In una centrale energetica a base Rsu le acque reflue sono depurate e controllate

Andrea Salomone

In una centrale energetica a base Rsu le acque reflue sono depurate e controllate

venerdì 27 Settembre 2013

Belvedere: scorte di carburante per più di 3 mesi, così da dare continuità alle attività in caso di necessità

LONDRA – Oggi continueremo a parlarvi della visita che abbiamo fatto lo scorso 19 Giugno alla centrale elettrica a base di rifiuti indifferenziati (Rsu) del distretto londinese di Belvedere, sulla sponda Sud del fiume Tamigi.
Come vi abbiamo già accennato la scorsa settimana, infatti, per ragioni di spazio siamo stati costretti a suddividere in più sezioni i contenuti dell’intervista fatta ad Andy Pike, il direttore della centrale che, oltre ad averci fatto da guida all’interno della struttura – descrivendoci e spiegandoci le fasi più importanti del processo di trattamento dei rifiuti – ha risposto in maniera puntuale e precisa a tutte le domande che gli abbiamo inviato via email.
Qui, di seguito, troverete la seconda parte della nostra intervista con una breve introduzione. In aggiunta troverete un codice a barre che vi porterà al secondo episodio del servizio che abbiamo realizzato in collaborazione col filmmaker Marco Zappalà e pubblicato sul canale QdSTube.
Per quanto riguarda la struttura e l’attività della centrale, c’è da dire che l’impianto è dotato di 12 aree di sosta per scaricare i rifiuti nel cosiddetto "bunker dei rifiuti". In questo magazzino viene depositato tutto il combustibile Rsu che arriva all’impianto tramite le navi o gli automezzi. Qui i rifiuti restano in attesa di essere prelevati da una gru meccanica a forma di tenaglia che li getta all’interno del forno per renderne possibile la combustione.
Ogni compattatore è in grado di contenere 12,5 T di spazzatura. Per lo scarico dei rifiuti nel bunker i rimorchi vengono sollevati di circa 55 gradi, di modo che la gravità può far cadere i rifiuti dalla parte posteriore del rimorchio all’interno del bunker.
Si tratta di un processo che va avanti per circa 12 ore al giorno, dalle 7 di mattina fino alle 7 di sera. Nonostante, però, il conferimento dei rifiuti duri solo mezza giornata, l’impianto resta attivo 24/24 ore.
La capacità produttiva della centrale raggiunge circa 2.200 Tonnellate di rifiuti al giorno (T/g), con tre linee di combustione che processano circa 730 T/g di Rsu.
Nel bunker dei rifiuti possono essere immagazzinate scorte di carburante Rsu per più di tre mesi. In questo modo c’è la possibilità di compiere lavori di manutenzione senza compromettere la continuità dell’attività della centrale. Se per esempio sono necessari lavori di manutenzione nella linea di combustione principale, la centrale è ancora capace di processare tutti i rifiuti provenienti dagli impianti dell’autorità locale e da quelli industriali attraverso le altre due linee di combustione.
Come spiega l’Epa, l’ente nazionale per la protezione ambientale statunitense (Environmental Protection Agency), nonostante gli impianti che bruciano gli Rsu siano normalmente più piccoli rispetto a quelli che vengono alimentati da combustibili fossili, i primi richiedono una simile quantità di acqua per unità di elettricità generata.
Ciò porta alla produzione di acque di scolo contenenti agenti inquinanti, che prima di essere scaricate nel Tamigi vanno opportunamente trattate. In caso contrario, infatti, si danneggerebbe pesantemente la qualità dell’acqua al suo interno e, oltre ad uccidere pesci e altre forme di vita acquatiche in essa viventi, si rischierebbe di uccidere anche chi dipende da tali risorse.
È per questa ragione che scaricare i liquami è un’attività che deve essere autorizzata e sottoposta a controlli rigidi. Ed è per questa ragione che le acque industriali devono essere depurate e controllate in appositi impianti come quello sito accanto alla centrale Rsu di Belvedere.
Qui i residui delle acque di scolo vengono combusti con una tecnica speciale di cui parleremo in maniera più approfondita nelle prossime puntate, che anche in questo caso mirata alla minimizzazione delle emissioni di gas industriali nocivi e alla produzione di energia.
 

Ceneri: differenziate riciclate e riutilizzate

LONDRA – Come abbiamo già spiegato nelle precedenti puntate, a seguito del processo di trattamento termico dei rifiuti per la produzione di elettricità nasce un nuovo rifiuto, tecnicamente noto come IBA, Incinerator bottom ash, ossia "cenere di fondo dell’inceneritore".
Questa tipologia di rifiuto viene trasportata all’interno di grossi contenitori blu, che vengono caricati su grosse navi, attraversano il Tamigi per 30 Km e, infine, vengono conferiti all’impianto di Tilbury Docks, specializzato appunto nel trattamento delle ceneri prodotte dal processo di combustione.
Qui le ceneri vengono completamente differenziate, riciclate e riutilizzate. Dopo l’estrazione dei metalli si procede al processo di vagliatura del materiale, successivamente polverizzato e trasformato in aggregato (inerte), pronto per essere riutilizzato negli impasti di cemento e in quelli bituminosi per la costruzione rispettivamente di edifici e pavimentazioni di strade e campi d’aviazione.
Come ha notato il direttore del QdS Carlo Alberto Tregua nel suo editoriale del 20 settembre 2013, la Sicilia ha sicuramente il grande svantaggio di non avere impianti per il trattamento dei rifiuti, ma questo svantaggio può trasformarsi paradossalmente in un vantaggio, perché costruendo nuovi impianti adesso l’isola potrebbe disporre di centrali di ultimissima generazione col minimo impatto ambientale e la massima efficienza energetica che nulla avrebbero a che fare con gli odiati termovalorizzatori e agli altrettanto odiati inceneritori.


“Impianto recupera energia e contribuisce al riciclo”

LONDRA – In cosa è diversa la centrale di Belvedere (attiva dal Giugno 2011) rispetto agli altri due impianti energetici a base Rsu della città?
“La tecnologia è simile ma abbiamo sistemi più moderni per il controllo del processo di combustione, trattamento dei fumi industriali, etc.”
Quali materiali in uscita produce l’impianto e dove vanno a finire esattamente?
“Le ceneri di fondo prodotte dal forno (IBA) ammontano a circa il 28 % dei materiali in ingresso (180.000 tonnellate per anno) – completamente differenziate, riciclate e riutilizzate in un impianto apposito sito a Tilbury Docks, dove vengono estratti i metalli e il materiale viene vagliato, polverizzato e trasformato in aggregati per le costruzioni (inerti). Il residuo di controllo dell’inquinamento dell’aria ammonta a circa il 4 % del materiale in ingresso (25.000 tpa) ed è classificato generalmente come materiale pericoloso per via del contenuto di calce e la cattura di metalli pesanti dal processo di trattamento dei gas di scarico. Alcuni dei materiali vanno agli impianti di recupero/riciclo, altri vengono immagazzinati in miniere di sale adibite a discarica”.
Come, dove e a che prezzo vengono trattate le acque di scolo prodotte dall’attività della centrale?
“Le acque di scolo provenienti dall’impianto vengono trattata all’interno del sito e riciclate per essere riutilizzate nello stabilimento attraverso lo stesso processo che usiamo per raffreddare le ceneri di fondo, il cosiddetto "bagno di tempra" (quench bath process). Nessuno dei materiali viene trasporato fuori sede verso impianti per il trattamento delle acque di scolo, quindi non spendiamo soldi né per smaltirle né per trasportarle”.
L’impianto crea più inquinamento di una centrale energetica alimentato da combustibili fossili? E cosa può dirmi dell’energia prodotta?
“No, l’impianto opera sotto autorizzazione ambientale concessa dall’ente governativo per l’ambiente (Environment Agency) che ha livelli di controllo delle emissioni e regimi di monitoraggio più severi rispetto ai livelli qualitativi degli impianti alimentati da combustibili fossili”.
Una centrale Rsu è un ostacolo per le strategie di riciclo?
“No, una centrale Rsu contribuisce alla strategia di riciclo recuperando elettricità dal processo di smaltimento dei rifiuti”.

 

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