La partita a poker tra giocatori ottusi - QdS

La partita a poker tra giocatori ottusi

Francesco Torre e Agostino Laudani

La partita a poker tra giocatori ottusi

venerdì 27 Settembre 2013

Pdl e Pd sul ring. SC si ritira?

La situazione politica è insostenibile. La partita a poker fra Pdl e Pd è arrivata all’epilogo, fra finte, bluff, accuse reciproche. Nessuno dei due pugilatori è disposto ad arretrare, mentre l’arbitro (Napolitano) è impotente a gestire la furibonda lotta.
Togliendo il velo dell’ipocrisia, è del tutto evidente  che la questione risulti semplice: il Pd non può sperare di affossare Berlusconi senza che quest’ultimo non se lo trascini a fondo. Tutto il resto è noia, come cantava Franco Califano.
Non sappiamo, a questo punto, quale delle tre ipotesi si realizzerà la prossima settimana. La prima, che il presidente Napolitano trovi una soluzione per salvare Berlusconi dalla decadenza. La seconda, che il Pd faccia un passo indietro. La terza, che il Pdl si sfasci e non stia più a conforto compatto (come dicono) del proprio leader.
Proviamo ad esaminare le tre possibilità, anche se la fantasia italica potrebbe realizzarne altre. 

Il presidente della Repubblica è stato un deputato di lungo corso, ha occupato tanti vertici istituzionali ed ha accettato il rinnovo dell’incarico con sacrificio (noi ci crediamo). Sa che la situazione dell’Italia è gravissima perchè i conti, in precario equilibrio, possono andare allo sfascio se questa situazione contingente non si risolve.
Ci sono troppi problemi concomitanti che si aggravano e che abbisognano di vere soluzioni immediate. Quelle soluzioni che Enrico Letta dice verranno trovate con la prossima legge di Stabilità. Ma alla legge bisogna arrivarci. Se si sfascia questa maggioranza, a quel momento non ci si arriverà.
Napolitano ha la possibilità di trovare la soluzione per fare restare in piedi questa maggioranza, oppure, sfascio nello sfascio, si dimetterà con ulteriori gravi ripercussioni per tutto il Paese. Quindi, la prima responsabilità di come andranno le cose è la sua.
Seconda ipotesi è che il Pd, rendendosi conto che il Pdl non bluffa per niente, rinvii la decadenza di Berlusconi al prossimo anno in modo da dare la possibilità di approvare la legge di stabilità e, perché no? La nuova legge elettorale.
Sarà possibile che la sinistra-sinistra del Pd consenta a Epifani di cambiare posizione? Non lo sappiamo. Vedremo.

 
La terza ipotesi è che il Pdl si sfasci, con la conseguenza che non tutti i quasi duecento deputati e senatori seguano le decisioni di Berlusconi. Ma essi sanno che senza Berlusconi avranno scarse possibilità di essere rieletti perché, senza Berlusconi, il Pdl, ora Forza Italia è finito.
Ci vorrà molto tempo perché l’area dei moderati, che comprende il centro destra, potrà ricostruire una propria forza elettorale capace di contrastare il centro sinistra.
Umanamente a Berlusconi non si può chiedere senso di responsabilità, quando lui stesso potrebbe essere oggetto di molte richieste di detenzione. Non sappiamo se queste ipotesi sono vere, ma certo il numero di procedimenti penali a suo carico è tale da far pensare a iniziative in questa direzione.
Il quadro è fosco, la situazione è grave, ma non seria, il costo del debito aumenta, indipendentemente dallo spread.

Il terzo partner dell’attuale coalizione è sparito dalla scena della comunicazione. Raramente i suoi esponenti partecipano agli spazi radiotelevisivi di dibattito e anche quando lo fanno non esprimono con vigore e puntualità cinque punti programmatori di una forza di Governo, seppur minoritaria.
Il presidente di SC, Mario Monti, persona di alto livello professionale, culturale e istituzionale, dovrà prendere la decisione di scendere nell’agone politico in prima persona per spiegare agli italiani che tutti questi  perversi contrasti stanno distruggendo i sacrifici che i cittadini hanno fatto in questi ultimi anni, e porre come alternativa il ritiro immediato dalla coalizione di SC, precedendo in tal modo il gesto di Forza Italia.
Sarebbe più comprensibile la decisione di Monti, rispetto a quella che, eventualmente, prenderà Berlusconi. Basta diatribe personali, che i due pugili (Pdl  e Pd) continuano a rinfacciarsi in una lotta senza quartiere. Occorre che sia Monti a prendere una decisione che scardini questo ring dannoso per tutti quanti.
Quello che prospettiamo è uno scenario irrealistico? Non lo sappiamo, ma ci vuole chi interrompa questa inutile lotta fra irresponsabili che se ne infischiano degli italiani.

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