Il mercato obbligazionario in sofferenza per la crisi del Governo - QdS

Il mercato obbligazionario in sofferenza per la crisi del Governo

redazione

Il mercato obbligazionario in sofferenza per la crisi del Governo

martedì 01 Ottobre 2013

Spread in aumento, mentre si teme una riduzione del rating dell’Italia

MILANO – Il mercato obbligazionario italiano – dopo la decisa scivolata dell’apertura – ha ridotto il calo nel corso della mattinata di ieri, tra prese di beneficio e caute speranze di una vita d’uscita alla crisi politica innescata dalle dimissioni dei ministri del Pdl su indicazione di Berlusconi.
Lo spread di rendimento tra Btp e Bund, dopo essere balzato in apertura oltre 300 punti base, riportandosi sui massimi dalla fine dello scorso giugno, ha poi frenato e si è stabilizzato a metà seduta in area 293 pb.
Tra gli strategist gli scenari vanno da quello attendista a quello più catastrofico, con un solo punto chiave comune: la giornata di mercoledì, con il voto di fiducia sul governo Letta. Saranno due/tre giorni di sofferenza per il mercato, in cui gli investitori staranno tra il cauto e il guardingo, pronti a muoversi in una direzione o nell’altra. Quella che inizierà dopo mercoledì sarà una fase tutta da vedere e quindi, sempre secondo gli analisti, “occorre muoversi con grande cautela”.
Sul voto di fiducia in Parlamento si sta facendo la conta dei voti che potrebbero essere a sostegno dell’attuale governo Letta o a un Letta-bis, alla luce dei distinguo giunti nelle ultime ore dagli stessi ministri di centrodestra e da diversi esponenti del Pdl – contrari alla linea dura della rinata Forza Italia – oltre che da alcuni transfughi grillini.
“Il mercato nel corso della mattinata ha digerito la nuova incertezza politica e prova a stabilizzarsi”, dice Alessando Giansanti, strategist di Ing. “Il rendimento del Btp decennale – dall’attuale livello – potrebbe arrivare verso il 4,80/90% con lo spread anche fino in area 345/350 punti base, che corrisponderebbe a quell’area in cui si era mosso a febbraio quando c’erano state le elezioni in Italia e successivamente non si riusciva a formare un governo. Diverso sarebbe se si arrivasse ad elezioni anticipate: in quel caso potremmo vedere il rendimento salire al 5%”.
Le vicende politiche si intrecciano poi con le decisioni delle agenzie di rating, che, da giorni, rumour vedono sul piede di guerra per un downgrade dell’Italia, smentito venerdì dal Tesoro.
“Ci aspettiamo ora un downgrade del merito creditizio dell’Italia visti i maggiori rischi sul fronte fiscale che insorgono in questo clima di instabilità” scrive in una nota Vincenzo Longo di Ig Markets. “Il taglio del rating potrebbe arrivare da Fitch, che al momento ha un merito creditizio un gradino più alto rispetto a quello di Moody’s e Standard&Poor’s. Riteniamo che il taglio arriverà a chiusura di mercati mercoledì. Probabilmente le agenzie potrebbero proprio attendere l’esito della fiducia di Letta prima di agire”. Se arrivasse un downgrade il mercato potrebbe vedere un nuovo scivolone.

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