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Palermo – Consiglio in via di ridefinizione tra spaccature e nuove intese

Gaspare Ingargiola

Palermo – Consiglio in via di ridefinizione tra spaccature e nuove intese

martedì 01 Ottobre 2013

Il primo cittadino di Palermo non è riuscito a coinvolgere nel suo progetto politico due dei suoi elementi. I dissidi si sono inaspriti da quando il sindaco Orlando ha creato il Movimento 139

PALERMO – Cambia la geografia politica a Sala delle Lapidi, tra nuovi gruppi consiliari, cambi di casacca e ritorni al passato. Mentre la maggioranza perde ancora un elemento. Da quando il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha creato il suo nuovo Movimento 139 i dissidi all’interno del gruppo più numeroso al Consiglio comunale sembrano essersi inaspriti. Sullo sfondo, le mosse del professore che a livello nazionale continua a tessere la sua rete con sindaci come Matteo Renzi, Flavio Tosi e Luigi De Magistris.
 
Non è un caso se durante la sua recente visita istituzionale nel capoluogo siciliano il ministro degli Affari regionali Graziano Delrio, appartenente all’area renziana del Pd, abbia espresso apprezzamento per lo stesso Orlando e per il collega di Catania Enzo Bianco, che da tempo ha ufficializzato il suo sostegno al rottamatore di Firenze.
Ancora una volta, dunque, le questioni nazionali hanno il loro reflusso nelle trame interne di Palazzo delle Aquile: il professore, com’è noto, ha lasciato Italia dei valori per i dissidi con l’azione politica del leader Antonio Di Pietro e ha convinto il blocco dei suoi fedelissimi a lasciare il gabbiano arcobaleno, con il quale erano stati eletti a maggio 2012, per entrare nel suo Movimento 139. Tutti tranne due, Filippo Occhipinti e Paolo Caracausi, rimasti leali alla causa dipietrista e pertanto, allo stato attuale, unici componenti del mini-gruppo di Idv a Sala delle Lapidi. Occhipinti e Caracausi sono rimasti nell’alveo della maggioranza ma non sono mancati i casi in cui i due, dinanzi a un voto delicato, hanno deciso di astenersi o addirittura di uscire dall’aula.
Che le posizioni del primo cittadino non siano più quelle belligeranti del partito di Di Pietro lo dimostra non solo l’avvicinamento al Pd ma anche il modus operandi della maggioranza in questo primo anno e mezzo di legislatura: spesso e volentieri gli orlandiani hanno cercato di imbastire il dibattito in aula sul binario del dialogo con le opposizioni. Un’impostazione che ha creato, tuttavia, non pochi mugugni all’interno dello stesso Movimento 139, tanto che ormai si può parlare di un gruppo diviso tra chi sostiene il capogruppo Aurelio Scavone, fautore di una linea più intransigente con le minoranze, e chi preferisce pensare a un allargamento delle prospettive, quantomeno sui singoli provvedimenti.
Una diatriba intestina che ha già avuto i suoi primi strascichi, con il consigliere Loris Sanlorenzo che ha lasciato il Mov 139 “indignato per gli accordi sottobanco”. È il secondo consigliere (senza contare i succitati Occhipinti e Caracausi) a lasciare in pochi mesi le fila del partito che sostiene il professore: già a gennaio Giorgio Calì aveva lasciato l’Idv per unirsi al Centro democratico di Bruno Tabacci, pur continuando anch’egli a far parte della maggioranza. Qualcosa si muove anche fra i banchi dell’opposizione. Andrea Mineo è passato dal gruppo Civitas Palermo al Gruppo misto. Ma soprattutto la sezione consiliare Pdl ha seguito le indicazioni fornite con l’ormai famoso videomessaggio dal leader nazionale Silvio Berlusconi passando, tra le prime in Italia a farlo, alla nuova-vecchia denominazione di Forza Italia. Un vero e proprio ritorno al passato per il quale sono già pronte anche le sezioni circoscrizionali, previa autorizzazione della segretaria regionale del partito.
 
Il capogruppo di Fi resterà Giulio Tantillo, il resto del gruppo sarà composto da Giuseppe Milazzo, Alessandro Anello e, si vocifera, da uno o due volti nuovi provenienti dagli altri partiti della minoranza. Se la cosa fosse confermata, Fi diventerebbe improvvisamente il gruppo più folto delle opposizioni a Sala delle Lapidi.

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