Equitalia controlli i pagamenti della Pa - QdS

Equitalia controlli i pagamenti della Pa

Carlo Alberto Tregua

Equitalia controlli i pagamenti della Pa

mercoledì 02 Ottobre 2013

Sanzioni per dirigenti ritardatari

Equitalia, braccio esecutivo dell’Agenzia delle Entrate, è preposta a incassare i tributi dovuti dai contribuenti. Qui non opera, al suo posto vi è Riscossione Sicilia Spa, società partecipata dalla Regione e dalla stessa Equitalia.
Contrariamente alla campagna fatta contro chi ha il dovere di riscuotere le imposte, siamo dell’avviso che i debiti tributari vadano pagati puntualmente, perché Stato, Regioni e Comuni ne hanno necessità.
Ma l’equità non può fermarsi a queste azioni, perché deve corrispondere l’altro piatto della bilancia: i servizi che vanno resi a imprese e cittadini con efficienza e puntualità. Se manca questo bilanciamento, non è più consentito usare il rigore a senso unico.
In Svezia, per esempio, i cittadini non hanno alcuna difficoltà a pagare le imposte, perché i servizi funzionano perfettamente, per cui nessuno  deve ricorrere a risorse proprie per ottenere quanto abbia bisogno.

Vi è un’altra questione che vogliamo evidenziare, anzi un altro squilibrio. Alle imprese viene chiesto di pagare puntualmente i tributi, per esempio la ghigliottina dell’F24 di ogni giorno 16 del mese. Ma, d’altra parte, le pubbliche amministrazioni non hanno alcuna ghigliottina per pagare con altrettanta puntualità i loro debiti a fronte di servizi e beni ricevuti come forniture.
Le pubbliche amministrazioni hanno la preoccupazione principale di pagare gli stipendi dei propri dipendenti. Ma non pagando i fornitori, non consentono di pagare quei dipendenti. Non è ammesso considerare i dipendenti privati di categoria inferiore a quelli pubblici.
Le pubbliche amministrazioni devono pagare in maniera proporzionale alle risorse possedute sia i fornitori che gli stipendi dei propri dipendenti.
L’Unione europea, con propria direttiva 7/2011, ha stabilito che le pubbliche amministrazioni debbano pagare i fornitori entro 30 giorni, salvo rare eccezioni. Il Governo Monti, con il Dlgs 192/2012, ha recepito tale direttiva con decorrenza 1 gennaio 2013. Si tratta di un’affermazione legale e di principio che però è del tutto inattuata.

 
è l’Italia di Arlecchino, della burla, perchè a distanza di nove mesi dall’entrata in vigore della citata legge non ci risulta che le pubbliche amministrazioni, in genere, abbiano cominciato a pagare le fatture a 30 giorni, tassativamente.
Per questi illeciti ritardi, nessun dirigente perde lo stipendio o lo riceve in ritardo, nessun dipendente perde lo stipendio o lo riceve in ritardo, ma decine di migliaia di dipendenti privati, quelli che non possono andare in cassa integrazione, hanno arretrati di mesi e di anni.
Una palese iniquità che i partitocrati non rilevano pur continuando a percepire i loro ricchi emolumenti che vanno fino a decine di migliaia di euro lordi al mese.
Per sovvertire questo vergognoso stato di cose, ci sarebbe uno strumento, proposto dal vice presidente della Commissione Europea, Antonio Tajani: delegare Equitalia a verificare la puntualità dei pagamenti delle Pa, ampliandone deleghe e poteri.

Noi aggiungiamo che il sistema di riscossione di imposte e tributi è abbastanza efficace. Perché non si attribuisce la facoltà alle imprese di incassare i propri crediti nei confronti delle pubbliche amministrazioni attraverso Equitalia? Se così si facesse, essa utilizzerebbe gli stessi procedimenti coattivi che adotta nei confronti dei contribuenti e costringerebbe in tal modo i dirigenti pubblici a onorare gli impegni che la legge prima citata obbliga in tale direzione.
Vorremmo vedere tali dirigenti pubblici che faccia farebbero quando si presentassero gli esattori di Equitalia per riscuotere i crediti o eseguire i pignoramenti. Come è noto, la giurisprudenza ora consente di sequestrare anche la sedia del sindaco o quella del presidente della Regione o del ministro.
Il problema dei debiti delle pubbliche amministrazioni nei confronti del sistema delle imprese è enorme. Il Ministero dell’Economia sta facendo la ricognizione perché ancora non ha il dato definitivo, ma sembra che tali debiti abbiano superato i 130 miliardi di euro. Paghino, le pubbliche amministrazioni, ovvero siano sanzionate.

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