Corrado Sforza Fogliani: "Tassazione smodata nemica del mercato" - QdS

Corrado Sforza Fogliani: “Tassazione smodata nemica del mercato”

Anna Maria Verna

Corrado Sforza Fogliani: “Tassazione smodata nemica del mercato”

venerdì 04 Ottobre 2013

Forum con Corrado Sforza Fogliani, presidente nazionale Confedilizia

Qual è la struttura di Confedilizia sul territorio nazionale?
“Siamo un’associazione di secondo grado. A livello provinciale aderiscono a noi duecento sedi territoriali di proprietari di casa; poi ci sono le federazioni regionali. Ogni federazione ha un proprio statuto ma in linea di massima poco a poco hanno adottato lo statuto tipo della sede centrale che prevede che i presidenti delle associazioni provinciali si riuniscano ed eleggano il presidente della federazione regionale. In qualche città, quindi, può esserci sia un presidente regionale, sia un presidente provinciale. I delegati delle associazioni territoriali fanno parte direttamente della Confedilizia mentre le federazioni regionali hanno dei compiti essenzialmente di coordinamento e partecipano agli organi direttivi”.
Al momento, sotto la pressione delle tasse, questo come può continuare a essere un settore trainante?
“Siamo subissati da una tassazione smodata che ha ucciso il mercato e l’investimento sugli immobili. Una volta c’era chi in vista dell’età matura acquistava un appartamento per prendere un po’ di pensione sotto forma di affitto, ora non più”.
Fortunatamente, almeno sugli affitti, hanno mitigato la tassazione dal 19 al 15%…
“La Fiaip, la Federazione degli agenti immobiliari, ci comunica segnali di ripresa, anche se prevalentemente al Nord. Credo proprio che dipenda dai provvedimenti che sono stati presi che stanno sortendo qualche effetto – magari più psicologico che reale – e, almeno, segnano un’inversione di tendenza”.
A una tassazione molto feroce si aggiunge anche la restrizione del credito. E’ proprio vero che le banche non danno i mutui?
“Non credo. Io sono un banchiere, quindi potrei essere considerato una voce di parte. Le garanzie che ormai un immobile fornisce per una banca non sono più di grande consistenza. Le banche fanno il loro mestiere che è prestare affidamento, però il loro mestiere è anche tutelare gli azionisti perché, come diceva Einaudi, i banchieri peggiori sono quelli che fanno beneficienza con i soldi degli altri”.
Molta imprenditoria non tiene i propri conti in ordine. Noi chiediamo spesso alle associazioni come Confindustria e Confcommercio di promuovere la certificazione di bilancio che costa poco e darebbe alla banca qualche garanzia in più che i conti siano veri.
 “Le banche di oggi si conoscono tra loro e si sa chi è veramente in difficoltà o chi specula sulla crisi per farci la cresta. L’affidamento c’è a chi lo merita. Purtroppo nessuno viene a chiedere finanziamenti per nuove imprese. Noi abbiamo un prodotto bancario in cui, se l’imprenditore mette nella propria azienda tre, noi mettiamo nove. Quando all’imprenditore chiediamo di firmare in proprio spesso si rifiuta: l’azienda è una cosa e il suo patrimonio un’altra. Ma se non credi tu nella tua azienda dobbiamo crederci noi?”
Come vede la possibile immissione sul mercato degli immobili pubblici?
“Prima hanno affossato il mercato immobiliare, poi cercano di fare soldi vendendo il proprio patrimonio: assurdo. Credo che non recherà né vantaggi né svantaggi al mercato immobiliare e non sarà un aumento dell’offerta sul mercato ad abbassare i prezzi, anche perché più bassi di così…”.
Non è che poi questi miliardi in meno vengono assorbiti dalla riforma del Catasto?
“La riforma del Catasto è un altro punto interrogativo. Per ogni unità immobiliare verrà stabilito sia un valore che una rendita mentre fino ad ora era stabilita solo la rendita. Il Catasto sarà fatto con delle funzioni statistiche algoritmiche e sarà pronto tra quattro o cinque anni. Farlo con sistemi più corretti ma tradizionali avrebbe richiesto una trentina d’anni. In Francia e in Spagna, dove si sono dotati recentemente di un catasto algoritmico, hanno constatato che gli algoritmi hanno un margine di errore del 20-30 % che non è mica poco vista la tassazione che abbiamo. Abbiamo fatto notare che sarà opportuno fare la tara al dato ma pochi hanno compreso che questa è la verità, non una scusa per pagare meno imposte”.

Come vede la trasformazione dell’Imu in Service Tax?
“La Service Tax l’abbiamo proposta noi in un’audizione al Senato in giugno, poi è stata approvata, ma oggi non c’è che un articolato, una nota diffusa dalla Presidenza del Consiglio durante la conferenza stampa in cui si è, appunto, decisa la soppressione dell’Imu. In questa nota sono state recepite le idee fondamentali che erano contenute nella nostra documentazione. La Service Tax, in sostanza, allinea l’Italia con l’Europa in cui tutti gli abitanti di un immobile concorrono a pagare i servizi forniti dal Comune. Prima un’imposizione sulla proprietà non aveva nessun limite oggettivo: dipendeva dalle esigenze di cassa dei Comuni. Un’imposta correlata ai servizi lega, invece, il gettito dell’imposta a dei servizi valutabili e che hanno anche un determinato costo, quindi il gettito dell’imposta per finanziarli non può mica essere triplo: ha un limite in sé. Un giudizio potrà darsi solo dopo che sarà stato varato l’articolato in un collegato della Legge di Stabilità. La correlazione c’è in sé perché dovranno pur dire che serve a pagare i servizi indivisibili del Comune; i servizi indivisibili si sa quanto costano e ci saranno naturalmente dei rimedi giurisdizionali se ci dovesse essere una locupletazione rispetto ai parametri che saranno stabiliti nel provvedimento obbligativo. Il gettito dovrebbe essere di quattro miliardi in meno rispetto all’attuale, quindi c’è già un favore per i contribuenti che saranno chiamati a corrispondere”.
 


Federalismo competitivo con il nuovo Catasto

Quale sarà il ruolo dei singoli Comuni e di Confedilizia nell’erezione del Catasto?
“La delega prevede che i Comuni collaborino, anche se non è ben specificato se per stabilire in via definitiva gli estimi o per contribuire solo alla raccolta dei dati. Una caratteristica di questo Catasto è che dovrebbe favorire l’instaurazione di un federalismo competitivo tra gli enti impositori. Stiamo cercando di vedere come evitare che i Comuni si accordino tra di loro, aggirando quella concorrenza che invece dovrebbe esserci. Sia che si eriga un Catasto con un valore, quindi un catasto patrimoniale, sia se sarà usato il criterio della rendita, noi siamo riusciti a ottenere che i due algoritmi del valore e della rendita di ogni micro-zona censuaria siano pubblicati, quindi potranno essere impugnati se non serviranno ad avvicinarsi alla realtà del territorio. Questo è un successo insperato perché, per esempio, gli algoritmi degli studi di settore sono ancora sconosciuti. Faremo anche parte delle commissioni censuarie, quindi potremo controllare l’erezione del Catasto dal di dentro. L’invarianza di gettito sarà calcolata Comune per Comune perché fino ad ora era troppo generica. Ci sono degli elementi favorevoli in questo Catasto che appare più trasparente, costruito e controllato internamente oltre che esternamente con rimedi giurisdizionali rafforzati. Ci sarà, infatti, una giurisdizione di merito a proposito delle rendite, mentre fino ad ora c’era solo quella di legittimità che in genere effettua controlli di carattere formale. Sarà, un Catasto che potrà essere eretto nel contraddittorio delle parti, con maggiore controllo. I provvedimenti applicativi, poi, diranno molto e si vedrà se saranno volti a dare attuazione a questi principi di cui la legge delega è certamente impregnata”.
 


Riforma del condominio poco “coraggiosa”

La riforma del Condominio che impatto ha sul sistema immobiliare?
“Dopo tre mesi siamo in grado di fare un primo bilancio. Pensiamo sia stata una riforma poco coraggiosa perché si sarebbe potuto dotare il Condominio di quella capacità giuridica che ha in tutta Europa e che sarebbe servita a valorizzare gli amministratori e aumentarne la professionalità. In sostanza la capacità giuridica sarebbe un mezzo per favorire i rapporti tra condòmini, tra condòmini e Amministratore, e, soprattutto, del Condominio nei confronti del terzo perché diventerebbe un soggetto. Sveltirebbe molto le cose. Oggi se si vende una parte comune tutti i condomini devono andare dal notaio a firmare. Come unica persona giuridica basterebbe l’assemblea. Forse erano anche maturi i tempi perché il regolamento condominiale diventasse la vera legge del condominio dando più libertà ai condòmini di autogestirsi.
Non si capisce perché lo Stato debba stabilire perfino quanto duri in carica l’amministratore con una norma inderogabile. E’ stata una riforma in gran parte ricognitiva e ha ufficializzato delle prassi che erano già in vigore come il conto corrente distinto da quello dell’Amministratore”.
Quali le novità più rilevanti a vostro parere?
“Qualche novità c’è ed è più che altro negativa, per esempio quella del fatto che prima di fare dei lavori straordinari occorra accantonare l’intera somma. Noi abbiamo dato a questa normativa un’interpretazione di buon senso cioè, se c’è alla base un contratto d’appalto che prevede il pagamento del costruttore per stati e avanzamento lavori, è sufficiente accantonare il fondo che si riferisce al primo stato, poi al secondo ecc. Però è sempre un’interpretazione e un domani un giudice qualsiasi potrebbe dire diversamente, allora stiamo lavorando per trasferire questa nostra interpretazione in un criterio di legge”.

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