I Drs al presidente Ars: stop personale comandato - QdS

I Drs al presidente Ars: stop personale comandato

Raffaella Pessina

I Drs al presidente Ars: stop personale comandato

martedì 08 Ottobre 2013

Venturino, ex M5S, ha presentato il partito “L’Italia Migliore”. 4 mln € l’anno per esterni presso Presidenza e Commissioni

PALERMO – Riprende questo pomeriggio il dibattito all’Assemblea regionale siciliana. All’ordine del giorno vi sarà ancora il ddl sulle modifiche allo Statuto siciliano per inserire disposizioni in materia di ripudio della mafia (n.223/A), il ddl per modificare la legge 35 sulle nomine degli amministratori regionali di enti  (nn. 127-30/A), nonché una serie di mozioni e interpellanze contro gli impianti eolici in Sicilia, chiarimenti su energie alternative, sulla soppressione dell’ente Porto di Messina, su interventi a sostegno delle piccole e medie imprese siciliane titolari di emittenti televisive locali e sul ripristino nel bilancio regionale del gettito derivante dalle operazioni effettuate in via telematica dalle imprese di revisione riconosciute ed autorizzate ad operare, nel territorio siciliano, dalla competente amministrazione regionale.
Intanto il gruppo parlamentare dei Democratici riformisti per la Sicilia ha presentato una mozione che impegna il presidente dell’Ars a rescindere, dal 1 Gennaio 2014, i contratti in essere con il personale comandato presso il parlamento proveniente da altre amministrazioni. “L’Ars, ogni anno, spende milioni di euro per contrattualizzare decine di esterni presso le segreterie del Presidente e dell’Ufficio di Presidenza. A questi soggetti – prosegue la nota –  vanno sommati i dipendenti dei Gruppi Parlamentari stabilizzati negli anni che gravano sul bilancio dell’Ars per svariati milioni”.
 
Precisamente al capitolo V “Collaborazioni esterne per il Consiglio di Presidenza e per leCommissioni parlamentari” si legge una spesa di 3,7 mln euro nel preventivo 2013. Ieri il vice presidente vicario dell’Assemblea Regionale Siciliana Antonio Venturino ha presentato il partito “L’Italia Migliore”, che lui stesso ha definito “Un contenitore politico democratico dove il dialogo, le idee ed il confronto interno ed esterno con le forze moderate di centro sinistra possano trovare terreno fertile”. Eletto nelle file del Movimento 5 stelle, Venturino non ha risparmiato stilettate nei confronti del suo ex leader. “L’Italia migliore – ha detto Venturino- vuole essere un’esperienza che partendo dalle buone istanze del movimento da cui provengo, non interrompa quel cambiamento che ci eravamo impegnati a portare avanti per i cittadini a causa dei diktat dettati dall’alto. Diktat che di fatto hanno inchiodato il paese ad una situazione di stallo e di non cambiamento”. Del partito fanno parte anche Giulio Mastrogiuseppe, Bartolo Fazio e Luisa Lantieri.
Il governatore della Sicilia Crocetta ieri ha fatto nuovamente saltare il confronto con il Pd perché si trovava a Roma per impegni istituzionali. Ieri infatti Crocetta avrebbe dovuto incontrare il segretario del Pd siciliano Giuseppe Lupo e il capogruppo all’Ars Baldo Gucciardi, ma il governatore si è  invece recato a Roma. Ormai è scontro dopo le tensioni di questi giorni che hanno portato i democratici a ritirare l’appoggio al governo e a far dimettere gli assessori Luca Bianchi all’Economia e, Nino Bartolotta alle Infrastrutture.
Nel fine settimana l’Udc ha messo sul tavolo le proprie istanze nei confronti del Governo guidato da Rosario Crocetta e lo ha fatto per voce del suo segretario regionale Giovanni Pistorio che ha dichiarato di avere “chiesto al presidente Crocetta un confronto costante sulle scelte di governo. Ci vuole maggiore coralità perché un uomo solo al comando, per quanto capace, non può risolvere i problemi della Sicilia. Sono convinto che Crocetta debba trovare un metodo e una sede per un confronto continuativo, che è mancato, e questo è stato un limite”.
Pistorio ha aggiunto di non aver mai posto il tema del rimpasto come esigenza del partito. In questa fase, però, Crocetta dovrebbe impegnarsi maggiormente nella ricerca di dialogo con le forze di maggioranza, facendo anche il punto sul lavoro svolto fino a oggi”.
Sulla questione è intervenuto anche il ministro per la Pubblica amministrazione e la semplificazione, Gianpiero D’Alia (Udc), sull’ipotesi di un allargamento della maggioranza su esempio del governo nazionale. “Ci sono argomenti e contenuto seri da discutere -ha detto- la politica la smetta di litigare”.  E prosegue dicendo : “io sono perché il rimpasto si faccia eventualmente dopo le elezioni europee perché il governo deve fare le cose stabilite”. Sul tema del precariato D’Alia ha detto che occorrerebbe una profonda autocritica da parte della politica, che lo ha creato e lo ha alimentato in maniera criminale.
 
“Stiamo costruendo un percorso nazionale di fuoriuscita dei precari, che riguarda anche la Sicilia. Ma quello siciliano è un precariato storico che è complesso da inquadrare in una norma generale”. “ovviamente – prosegue – non è concepibile pensare di stabilizzarli tutti raddoppiando gli organici dei Comuni perché le amministrazioni rischierebbero il dissesto. Su questo tema -conclude il ministro- stiamo ragionando da un mese e c’è un tavolo tecnico aperto con la Regione”.

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