Vittime dell’amianto, neo proposta di legge - QdS

Vittime dell’amianto, neo proposta di legge

Rosario Battiato

Vittime dell’amianto, neo proposta di legge

mercoledì 09 Ottobre 2013

Dalla deputata siracusana Sofia Amoddio (Pd) un articolato su bonifiche, assistenza sanitaria e fondo di risarcimento economico. In Sicilia il problema è particolarmente sentito: non esiste ancora una mappatura complessiva

SIRACUSA – In Parlamento si torna a parlare della bonifica dell’amianto. Tra fiducia, Imu e prossimo impatto della Legge di stabilità, è stata Sofia Amoddio, deputata siracusana del Partito democratico, a presentare, assieme ad altri colleghi, una proposta di legge in materia. Ricordiamo che proprio la Regione siciliana continua a essere in clamoroso ritardo nella gestione della problematica amianto, non avendo provveduto a realizzare nemmeno una mappatura complessiva del territorio. E l’amianto è fuorilegge dall’inizio degli anni Novanta.
“Le problematiche relative all’amianto hanno colpito gravemente anche la nostra provincia, per questo motivo le finalità di questa proposta di legge si prefiggono di portare a compimento, nei tempi auspicati, l’ultima fase della lotta contro l’amianto, attraverso il conseguimento di tre obiettivi prioritari: la bonifica del territorio, la realizzazione di forme adeguate di tutela sanitaria e l’efficiente funzionamento del Fondo per le vittime dell’amianto”.
 
Le parola di Sofia Amoddio riassumono l’impellenza dell’azione anche perché “a sedici anni dall’entrata in vigore della legge n. 257 del 1992, sono ancora presenti migliaia e migliaia di tonnellate di fibre di amianto e di cemento-amianto nelle fabbriche, negli edifici privati e pubblici, nell’ambiente”. La Sicilia continua a restare senza un piano regionale, che era richiesto proprio nella legge del 1992. “Bonificare il territorio – ha proseguito Amoddio – è senza dubbio un obiettivo molto ambizioso per la cui realizzazione sono indispensabili: la mappatura della presenza dell’amianto nel nostro Paese, l’individuazione di discariche specializzate, la fusione delle fibre di amianto prima del loro trasferimento nella discarica”.
In Sicilia il problema è urgente nelle aree industriali e in particolar modo nella ex Sacelit di San Filippo del Mela, in provincia di Messina dove si sono tristemente contati 116 morti tra i 220 operai dell’impianto, e nella ex Eternit di Siracusa che adesso dovrebbe rientrare nella seconda tranche del maxiprocesso di Torino contro la multinazionale. E come non citare il caso di Biancavilla, la capitale isolana dell’amianto naturale.
Una legge ci vuole anche per mettere ordine tra le vittime e coloro che hanno diritto a un risarcimento. “In sintesi, la proposta di legge, definisce persone a rischio anche coloro che, pur non manipolando l’amianto, ne vengono a contatto per motivi abitativi, familiari o ambientali; prevede la conferma dell’istituzione, presso l’Inail, del Fondo per le vittime dell’amianto, finalizzato all’erogazione di una prestazione economica aggiuntiva alla rendita diretta o alla liquidazione della rendita ai superstiti; l’istituzione del Fondo nazionale per il risanamento degli edifici pubblici, finalizzato al finanziamento degli interventi diretti ad eliminare l’amianto dagli edifici pubblici; introduce una serie di agevolazioni tributarie per l’eliminazione dell’amianto dagli edifici privati, nonché dal naviglio mercantile e dagli aeromobili privati”.
Inoltre la proposta considera anche la “modifica la disciplina relativa alla maggiorazione, ai fini pensionistici, dei periodi lavorativi contraddistinti da esposizione all’amianto e permette di accedere al trattamento pensionistico secondo la disciplina in vigore prima della riforma previdenziale del dicembre 2011, mantenendo invariati i criteri necessari per la maturazione del relativo diritto e prevede l’erogazione gratuita di prestazioni sanitarie per i lavoratori esposti all’amianto”.

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