Opere pubbliche, cantieri tutti sotto controllo - QdS

Opere pubbliche, cantieri tutti sotto controllo

Cettina Mannino

Opere pubbliche, cantieri tutti sotto controllo

giovedì 10 Settembre 2009

Forum con Nino Beninati, assessore regionale per i Lavori pubblici

L’assessorato regionale ai Lavori Pubblici ha tanti punti nevralgici. Quali sono dunque le linee su cui marcerete?
“La prima cosa che già abbiamo fatto è stata quella di risistemare, in tempi rapidi, il piano casa. Il piano era stato, infatti, trasmesso in Assemblea, dal mio predecessore. Alcuni punti, però a mio parere, non andavano bene. Ci siamo accorti che c’era una copertura di spesa, ma che poi non c’erano i soldi. Abbiamo dovuto togliere, dunque, tutto quello che era la spesa. Inoltre è stato fatto un convegno sull’argomento che ha messo insieme costruttori, ambientalisti e tecnici. Proprio in quell’occasione erano venuti fuori ipotesi di proposte che le categorie avevano avanzato al Governo. Per cui abbiamo fatto una sintesi cercando di accogliere e tenere conto delle richieste. Fatto questo, abbiamo inserito all’interno della legge qualcosa che resterà per brevi periodi e qualcosa che invece resterà per sempre”.
Ma cosa prevede il piano casa?
“Fra gli articoli abbiamo ritenuto opportuno inserire l’utilizzo dei dispersori sismici. Questo punto aiuterà,in futuro, quanti vogliono dare maggiore sicurezza alle proprie case. La tecnica messa in programma è quella utilizzata per i ponti. L’articolo è applicabile sia per le vecchie costruzioni che per le nuove. Inoltre abbiamo previsto un abbattimento dei costi, in termini di sgravi fiscali, per quanti utilizzeranno la bioedilizia”.
Cosa intende fare l’assessorato ai Lavori Pubblici per risolvere la questione degli Iacp?
“La norma che regola il sistema degli Iacp esiste, è stata ripresa dall’assessore che mi ha preceduto e, sinceramente ho solo rivisto qualche punto. Giorno 24 settembre a Taormina si terrà un convegno, di richiamo nazionale, dove cercheremo di confrontarci e di prendere il meglio dai tecnici delle altre regioni. Ritengo, ad ogni modo, che entro i primi di ottobre verranno fatte una serie di modifiche. Bisogna rivedere i consigli di amministrazione. Ritengo che vanno sciolti, riorganizzati e risistemati. è opportuno aggiornarli e, perché no, trasformarli in agenzie, in strutture più snelle. Certo noi abbiamo un serio problema. Gli Iacp delle altre regioni sono più ricchi. Qua la gente non paga. In parte la colpa è anche della Regione. Abbiamo permesso, infatti, di comprare le case con pochi soldi. Ma noi crediamo che gli Iacp possono diventare degli enti attivi ed essere delle strutture importanti. Ad esempio possono gestire il patrimonio regionale abbandonato”. 
Quali saranno gli interventi maggiori che l’assessorato porterà avanti?
“In realtà abbiamo già sistemato una serie di cose ed altre sono già in fase di programmazione. Una volta sistemati i fondi Fas, quindi messo sotto copertura finanziaria le opere da effettuare, è nostra intenzione avviare diversi cantieri. Con un provvedimento amministrativo vedremo come e quando iniziare. Dobbiamo individuare le opere autostradali e portuali più importanti, e stabilire quali opere sono già cantierabili, cioè con fondi già stanziati, oppure valutare quali opere possono essere rimandate. Ma la cosa che mi sta a cuore è quella di avviare la politica dei controlli. Bisogna controllare tutti i cantieri che verranno aperti. Per esempio la Palermo – Agrigento, dove si sta investendo circa un miliardo di euro di finanziamento, ritengo che sia un nostro dovere controllare ogni giorno quello che succede. Non si tratta di mancanza di fiducia negli organi che controllano per legge, ma credo che si tratti di difendere i nostri interessi. E proprio per questo faremo uscire fuori le persone che hanno le competenze per andare a verificare. Costituiremo un nucleo ispettivo, che di fatto esiste, anche a costo di mettere dei piccoli premi a chi eserciterà questo compito”.
E gli Urega, Uffici regionali per l’espletamento di gare per l’appalto di lavori pubblici?
“Esistono. Come struttura ormai sono organizzate. Però bisogna sistemare un paio di cose. Ad esempio  alcune Urega hanno pochi appalti da gestire ma hanno circa 30 o 40 impiegati, tanti quanti in Urega con una mole di lavoro maggiore”.
 

 
Molte le risorse da spendere a disposizione per realizzare le grandi opere
 
In pratica possiamo dire che ci stiamo avviamo verso un periodo economicamente più concreto?
“Certo. La nostra intenzione è quella di spendere i soldi. E i soldi, paradossalmente a quanto si pensa,ci sono, e sono anche tanti. La Sicilia adesso ha a disposizione diversi finanziamenti economici. I fondi Fas sono la fetta più grossa di questi finanziamenti. E questi soldi sono tanti da poter permettere la realizzazione delle grande opere. Bisogna chiarire però che la Sicilia i finanziamenti statali li ha sempre ricevuti”.
Ma le opere non sono state fatte?
“Le opere non solo non sono state fatte. Ma i fondi tornavano allo Stato. Lo Stato, infatti, ha sempre mandato somme di denaro, pronte per essere investiti nell’Isola. Per capire meglio la storia bisogna spiegare, però, che fino al 2004 la Sicilia non era in possesso di un Piano regionale dei trasporti, strumento strategico per lo sviluppo delle grandi opere. L’Anas ad esempio non sapeva con certezza dove intervenire e gli organi regionali stessi non davano disposizioni in priorità d’intervento. Adesso, fortunatamente, la situazione è cambiata. La Sicilia ha lavorato all’istituzione di un piano e nel momento in cui arrivano i fondi richiesti sappiamo dove destinarli. Inoltre è intenzione dell’assessorato che gestisco applicare la legge 7 del 2000. Ritengo necessario istituire una delibera di Giunta dove poter predisporre un ramo di opere strategiche per la Sicilia. Adesso dunque ci sono tutti gli strumenti per avviare la programmazione delle grandi opere”.

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