Alitalia: adesso lo Stato vorrebbe riprendersela - QdS

Alitalia: adesso lo Stato vorrebbe riprendersela

redazione

Alitalia: adesso lo Stato vorrebbe riprendersela

venerdì 11 Ottobre 2013

Compagnia in crisi di liquidità, possibile ricapitalizzazione con soci pubblici

ROMA – Alitalia è in crisi di liquidità, ma l’attività non si dovrebbe fermare. Tuttavia, gli organismi di controllo sono all’erta e stanno già verificando le condizioni della compagnia aerea. Si va verso un aumento di capitale (che dovrebbe essere di 300 mln €, di cui 150 degli attuali soci). Una partita aperta per gli investitori stranieri (circolano già alcuni nomi) e per nuovi soci pubblici con i quali il Governo potrebbe riappropriarsi di quote di quella che era la compagnia di bandiera, oggi partecipata al 25% da Air France-Klm e da una costellazione di investitori privati italiani ed esteri.

Il presidente dell’Enac Vito Riggio
ha dichiarato che si stanno valutando “gli indici di regolarità e al momento sono buoni anche se la situazione è difficile, ma non ci sono i sintomi” che la compagnia si fermi, “dobbiamo valutare se sanno far fronte ai loro impegni”. Riggio ha incontrato l’Ad Gabriele Del Torchio e il vice direttore business Giancarlo Schisano. Riggio ha aggiunto che “bisogna guardare gli effetti sui passeggeri che devono volare in sicurezza e regolarità. Si apre una fase critica che stiamo seguendo. C’è molto chiacchierificio, io spero che si mantenga un buono standard. Sarebbe molto brutto per l’immagine del Paese sia che il 50% del traffico aereo, attualmente gestito da Alitalia, andasse in mani straniere, sia che si procedesse ad una sospensione della licenza. La questione è talmente delicata da essere da cinque giorni sul tavolo del Governo”.
Tra le ipotesi del piano di salvataggio cui starebbe lavorando il Governo, una “soluzione di sistema” con il contributo degli attuali azionisti, di soggetti pubblici (Fs, Fintecna, Poste) e degli istituti di credito. La lista dei potenziali “salvatori” si allunga in continuazione tra le aziende pubbliche, sia tra le compagnie aeree. Sul fronte italiano, dopo la Cassa Depositi e Prestiti, le Ferrovie dello Stato e Fintecna, si parla di Poste Italiane.
Ma si allunga anche la lista dei candidati stranieri al salvataggio dell’ex compagnia di bandiera: dopo il gruppo Air France-Klm, i russi dell’Aeroflot e gli arabi dell’ Ethiad – secondo autorevoli quotidiani – a anche i tedeschi della Lufthansa avrebbero un certo interesse. Comunque, oggi si dovrebbe capire quale sarà il contributo dei “capitani coraggiosi”: chi sottoscriverà, l’aumento di capitale (che dovrebbe essere di 300 milioni dei quali 150 a spese degli attuali azionisti).
D’altronde, il Governo sarebbe disponibile ad individuare uno o più soggetti pubblici per sottoscrivere gli altri 150 milioni di aumento di capitale ma a condizione che gli azionisti mettano le “mani al portafoglio”.

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