L’Isola delle mamme adolescenti: tra tanti disagi e pochi servizi - QdS

L’Isola delle mamme adolescenti: tra tanti disagi e pochi servizi

Anna Claudia Dioguardi

L’Isola delle mamme adolescenti: tra tanti disagi e pochi servizi

martedì 15 Ottobre 2013

In Sicilia contiamo 519 parti di minorenni e 1.181 di donne sotto i 19 anni secondo i dati Istat 2011. Limitata è la presenza di centri territoriali di assistenza come i consultori

CATANIA – Sono diventate protagoniste di un reality televisivo che racconta la storia di alcune giovani adolescenti italiane alle prese con una realtà ben più grande di loro: la gravidanza. Storie esemplificative di un fenomeno di grande portata nel nostro Paese.
 
Secondo gli ultimi dati Istat disponibili, relativi al 2011, sono stati infatti 2.160 i bambini nati da madri sotto i 18 anni e 6.841 quelli nati da mamme con età compresa tra i 18 e 19 anni e, sebbene negli anni dall’86 al 2000 vi sia stato un forte decremento di madri adolescenti, il fenomeno sembra presentare una lieve ripresa dal 2007, soprattutto per le under 15.
Il fenomeno ha una distribuzione disomogenea nel territorio italiano. A primeggiare è la nostra Regione che ha registrato, nel 2011, 519 nascite da madri minorenni e 1.181 da madri sotto i 19 anni, seguita dalla Campania, Puglia e Lombardia (regione che comunque supera di poco quota 200), fino ad arrivare a Regioni in cui il fenomeno è quasi assente come il Molise e la Valle D’Aosta che registrano rispettivamente 8 e 3 casi.
Un primato siciliano che Antonella Monastra, consigliere comunale di Palermo ma, in primis, responsabile del consultorio dei Danisinni, nel capoluogo, sottolinea debba far riflettere molto, poiché i dati isolani sono vicini a quelli britannici, uno dei paesi col più alto tasso di madri adolescenti d’Europa. Tra le cause del fenomeno vi è sicuramente il contesto sociale e familiare in cui queste giovani donne vivono.
 
A tal proposito la Monastra sottolinea l’assenza di servizi a sostegno delle famiglie fragili in un panorama sanitario che, in linea generale, tende a privilegiare le grosse strutture a discapito dei centri territoriali, come i consultori, che invece, essendo più vicini alla gente, potrebbero dare un grosso contributo al miglioramento delle condizioni di chi vive in contesti disagiati e, di conseguenza, avere un’incidenza positiva anche sul fenomeno delle madri adolescenti.
In particolare, riguardo al fenomeno in esame, la consigliera ci ribadisce un concetto già espresso in una sua tesi sull’argomento, realizzata nel 2011, e sottolinea che “attualmente non esistono strategie specifiche che riguardino “mamme bambine”, difatti persistono diverse criticità legate ad esempio alla difficoltà di agganciare stabilmente le adolescenti, alla precarietà di taluni servizi, che, soprattutto se gestiti dal terzo settore con finanziamenti di enti pubblici, sono caratterizzati da discontinuità, alla mancanza di prassi diffuse e consolidate”.
Al di là della prevenzione, di cui molti parlano, e quindi delle campagne di informazione, necessarie per combattere a priori il fenomeno, la Monastra sottolinea l’importanza di adottare un approccio diverso, quando già la gravidanza è instaurata e quindi intervenendo non solo dal punto di vista medico ma prendendo in considerazione il benessere di questa particolare tipologia di mamme, in senso lato. “Per il successo di qualunque iniziativa – spiega la Monastra – è dunque necessario un approccio articolato che tenga conto della complessità del fenomeno allo scopo di attuare una presa in carico complessiva, mirata e specifica delle giovani madri e la costruzione intorno ad esse di un tessuto di sostegno che le accompagni in questa esperienza così difficile, ma non necessariamente drammatica”.
Tra i fronti su cui lavorare la Monastra cita ad esempio il diffondere la cultura dell’allattamento al seno, poco diffuso tra le “baby mamme”, o il favorire il reinserimento scolastico di queste giovani donne che, troppo spesso, abbandonano gli studi per dedicarsi ai piccoli.

Allarme. Essere baby mamme è rischioso per sè e per il figlio
Ma a destare preoccupazione non sono solo le conseguenze sociali del fenomeno.
Il rapporto “Piccole mamme” di Save the Children, risalente al 2011 mette in guardia anche sui pericoli fisici e psicologici per le stesse madri “Per alcune giovani madri – si legge – la maternità può rappresentare un evento felice, ma per la maggior parte dei casi, la nascita è vissuta come troppo precoce e l’esperienza prevalente può essere di rifiuto oppure di panico o dolore”. Le mamme adolescenti, secondo lo stesso rapporto, hanno inoltre una probabilità doppia di morire per cause legate al parto, rispetto alla fascia di età appena superiore e, per quelle sotto i quindici anni la probabilità è quintupla.
Sulla stessa scia il commento di Antonella Monastra che pone l’attenzione anche sui risvolti negativi per la salute dei piccoli nati da madri troppo giovani “a maggior rischio di avere basso peso alla nascita, di avere problemi di salute nella loro infanzia e , in particolare, di avere esperienze di ospedalizzazione”.

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