Crolla il settore edilizio in Sicilia - QdS

Crolla il settore edilizio in Sicilia

Crolla il settore edilizio in Sicilia

martedì 15 Ottobre 2013

Gli operai attivi censiti sono calati mediamente del 20% in un anno, è emergenza occupazione. Alleviare il disagio siciliano aprendo i tanti cantieri che tardano ad avviarsi

PALERMO – “Strage” di lavoratori edili in Sicilia. E non si intende per “strage” la piaga delle morti sul lavoro ma l’incredibile e inarrestabile, sembra, perdita di posti di lavoro. In migliaia sono stati licenziati specie nell’ultimo quinquennio, vale a dire da quando secondo i dati dell’Ance (associazione nazionale costruttori edili) è cominciata la costante diminuzione degli appalti pubblici.
La fotografia peggiore è quella che emerge dalle tre province metropolitane della Sicilia, Palermo, Catania e Messina. A Palermo in questi giorni gli operai edili disoccupati hanno organizzato un flash mob per ricordare i caduti sul lavoro, consegnando i curricula al Prefetto per protestare contro la mancanza di lavoro e il mancato avvio dei cantieri. Dalla Cassa edile di Palermo, a conclusione dell’anno edile (1 ottobre 2012-30 settembre 2013), arrivano gli ultimi numeri negativi per il settore dell’edilizia, che segnalano un vero e proprio declino del comparto: gli operai attivi censiti sono calati mediamente del 20 per cento, raggiungendo il numero di altri 2 mila licenziati. Dai 20 mila operai censiti nel 2008, a inizio crisi, si è passati ai 12 mila addetti nel 2012 e agli 8 mila di adesso. Migliaia sono gli operai edili disoccupati in tutta la provincia che non riescono più a trovare una nuova occupazione. Alcuni ormai da anni vivono in una condizione di disagio e a volte di conclamata indigenza. E per questi è necessario, secondo la Fillea Cgil, prevedere un sostegno straordinario al reddito.
“Chiediamo giustizia e lavoro – sostiene Mario Ridulfo della segreteria regionale della Fillea – e per questo siamo andati simbolicamente sotto il Palazzo di Giustizia e poi dal rappresentante del governo nazionale a Palermo. Il paradosso è che ci potrebbero essere le condizioni per alleviare tale disagio”. Sono diverse infatti le opere pubbliche già oggetto di finanziamento, che potrebbero dare occupazione a centinaia di lavoratori edili. Tra i tanti cantieri che tardano ad avviarsi ci sono l’ Anello ferroviario (chiusura e collegamento Porto – stazione Centrale), il raddoppio ferroviario nella tratta Castelbuono – Cefalù, il collettore fognario, la tratta B del passante ferroviario, il sottopasso di via Perpignano e il raddoppio del Ponte Corleone, solo per citare i più importanti. A Catania i numeri sono altrettanto pesanti: oltre 1.700 posti di lavoro perduti, 143 imprese in meno, grandi gruppi a rischio chiusura è l’allarme lanciato dalla Filca Cisl.
 
“Gli ultimi dati della Cassa edile catanese – precisa il reggente del sindacato etneo, Gavino Pisanu – dicono che solo nell’esercizio compreso tra ottobre 2011 e settembre 2012 gli operai sono diminuiti del 10,5 per cento e le imprese del 4,6 per cento. La massa salariale da 128 milioni di euro di inizio esercizio, a fine ottobre del 2012 si è ridotta a 108 milioni di euro: una perdita di 20 milioni, con una differenza di meno 15,38 per cento”. A Messina invece Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil hanno attivato un tavolo permanente per monitorare l’avvio delle opere dello Iacp, l’Istituto autonomo case popolari, per capire se vi è la possibilità di utilizzare manodopera locale nei cantieri.
 

 
Imprese decimate. Persi in un anno 2 mila addetti nel settore
 
In provincia di Palermo le imprese attive hanno registrato un calo del 14 per cento: sono 250 le aziende chiuse in questo anno secondo i dati della Fillea Cgil. Inoltre mese su mese, dal 2012 al 2013, si è registrato un calo del salario di 2.754.477 euro, pari al 27, 98 per cento. “Quest’ultimo dato significa che sono diminuiti gli addetti e le ore lavorate. Questi dati indicano che abbiamo raggiunto quasi il punto di non ritorno – dichiara Mario Ridulfo, segretario generale della Fillea Cgil di Palermo -. Numeri simili non si erano mai visti. Un anno fa erano rimasti 12 mila addetti. Ora si registrano altre 2 mila unità in meno. Il 2013 è stato senza dubbio l’anno peggiore”. Dello stesso tenore anche le condizioni denunciate nel catanese: “L’edilizia storicamente è stato un settore trainante per l’economia catanese – sottolinea il segretario della Cisl etnea, Alfio Giulio – e può rappresentare ancora un volano non solo per il settore ma anche per il variegato indotto, che va dall’artigianato all’industria. Occorrono buona volontà e capacità di programmazione”. A Messina sperano che lo Iacp possa sbloccare cantieri e utilizzare mano d’opera locale: “Vi è una leggera apertura da parte dei dirigenti dell’Iacp” commentano Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil.

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