Ferrovie siciliane, solo manutenzione - QdS

Ferrovie siciliane, solo manutenzione

Rosario Battiato

Ferrovie siciliane, solo manutenzione

mercoledì 23 Ottobre 2013

La rete dell’Isola si deve accontentare di piccoli ritocchi, assenti i grandi progetti. Responsabilità di politica e classe imprenditoriale. A fine febbraio l’annuncio dell’alta velocità tra Palermo e Catania, ora è sceso il silenzio

PALERMO – Rete ferroviaria italiana lavora sulle linee ferrate isolane. Previsti cambiamenti e spostamenti di orario a partire dal prossimo sabato, così come annunciato in una nota del gruppo. Opere di manutenzione, ma per i grandi cantieri – come l’alta capacità tra Catania e Palermo – resta tutto fermo.
È già pronto un nuovo piano di circolazione treni in Sicilia per rendere possibile l’esecuzione di alcuni lavori di manutenzione. Tra il 26 e il 27 ottobre sono previsti disagi lungo le linee Milano-Siracusa, Milano-Palermo, Torino-Reggio Calabria per lavori di potenziamento infrastrutturale nella stazione di Salerno, con ritardi previsti che vanno da 10 a 40 minuti. Cantieri di manutenzione, invece, tra le stazioni di Lentini Diramazione e Caltagirone, sempre per sabato 26 ottobre.
 
In questo caso le soluzioni per chi viene da Catania sono dei bus sostitutivi coordinati dalle Fs, perché le corse sono state tutte cancellate. Nello stesso giorno sono previsti lavori di manutenzione anche tra le stazioni di Vittoria e Ragusa, che prevedono, in sostituzione, dei bus. Per altre informazioni dettagliate le Fs consigliano di consultare “l’elenco completo dei treni interessati e dei provvedimenti” che sono disponibili nelle stazioni, uffici assistenza clienti, biglietterie e sui canali web del Gruppo FS Italiane.
Solamente opere di manutenzione in Sicilia, mentre bisogna andare fino a Salerno per sentir parlare di “potenziamento infrastrutturale”. Un esempio per raccontare lo stallo del sistema infrastrutturale dell’Isola che tra l’altro attende ormai da anni anche la firma del contratto di servizio da parte della Regione. Ne ha parlato la settimana scorsa Pietro Agen, presidente di Confcommercio Sicilia. “Come presidente di Confcommercio Sicilia e come incaricato per le politiche del Mezzogiorno di Confcommercio – aveva dichiarato Agen a margine di una conferenza stampa – non posso che esprimere stupore per l’assordante silenzio sotto cui sta passando, sia a livello nazionale che regionale, la definitiva emarginazione del meridione d’Italia e della Sicilia con il declassamento dell’aeroporto di Catania, l’addio all’alta velocità oltre Napoli, la definitiva rinuncia al Ponte sullo Stretto”.
 
Il punto nodale è anche l’alta capacità promessa dopo l’accordo dello scorso 28 febbraio, quando i ministeri per la Coesione territoriale e per le Infrastrutture firmarono con Rfi e la Regione il contratto istituzionale di sviluppo per la realizzazione della direttrice ferroviaria Messina-Catania-Palermo, per un investimento di circa 2,4 miliardi di euro. Dopo quel primo atto poco altro si è effettivamente mosso. Le responsabilità sono certamente da condividere a livello politico e imprenditoriale.
A Catania si è scatenata una durissima battaglia, protrattasi per mesi e attraversando nella continuità le amministrazioni Stancanelli e Bianco, contro il raddoppio della tratta Zurria-Acquicella, progetto originariamente sponsorizzato da Rfi, che è stato infatti cambiato.
L’annuncio è stato dato a metà settembre dal sindaco Enzo Bianco e mira a salvaguardare il patrimonio storico dal momento che il progetto originario prevedeva lo sventramento di passaggi storici e l’abbattimento di alcuni edifici. Il nuovo progetto, ancora da sottoporre alle autorità competenti, costerà circa 78 milioni di euro in più e dovrebbe essere completato entro il 2026 con un conto spesa che andrà a incidere sui finanziamenti 2014-2020. Adesso bisognerà valutare gli aspetti tecnici e quindi toccherà a Regione, Comune di Catania e organi dei ministeri arrivare a una variazione del Cis, il Contratto istituzionale di sviluppo. In seguito si potrà procedere alla progettazione vera e propria.

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