Prestiti attraverso social lending, rischi e vantaggi di questa pratica - QdS

Prestiti attraverso social lending, rischi e vantaggi di questa pratica

Emiliano Zappala

Prestiti attraverso social lending, rischi e vantaggi di questa pratica

mercoledì 23 Ottobre 2013

Un canale diretto di credito tra i privati che avviene attraverso la Rete

CATANIA – Il fenomeno del social lending, nato nel Regno Unito, si è notevolmente diffuso negli ultimi anni un po’ in tutto il mondo. In Italia, rispetto che altrove, ha attecchito tardi ma la sua espansione è stata molto rapida. Il social lending è la nuova forma di prestito dell’era 2.0, una sorta di scambio monetario peer-to-peer. Per essere più precisi consiste in un canale diretto di credito tra privati, che scavalca il ruolo intermediario di banche e agenzie finanziarie.
La crisi, il bisogno di liquidità, la scarsa fiducia nei confronti degli istituti di credito e spesso l’impossibilità di raggiungere gli aiuti finanziari per mancato rispetto dei parametri, hanno spinto sempre più persone verso questo tipo di rapporti economici. I vantaggi quindi di un contatto diretto tra creditore e richiedente sono molti ed evidenti, ma le modalità attraverso cui si compie la transazione nascondono alcune piccole insidie.
Per accedere al credito infatti bisogna comunicare gli stessi dati richiesti dalle banche: informazioni personali, la propria busta paga, il lavoro svolto. Una volta avviata la pratica il circuito provvederà a verificare le credenziali e la veridicità delle informazioni. In Italia sono due le piattaforme in funzione "Prestiamoci" e "Smartika", autorizzate da Bankitalia.
Il primo grande vantaggio consiste nel fatto di poter contrattare il tasso di interesse direttamente con il creditore. Il secondo vantaggio consiste nella possibilità di accedere al credito anche se si verifica il mancato rispetto delle garanzie di base; in questo caso però i tassi saranno notevolmente più alti. Un po’ come funzionano da anni i meccanismi di prestito e leasing americani.
Il rischio notevole però è che, pur essendo monitorato e autorizzato da Bankitalia, il social leading non può raggiungere il livello di qualità e garanzia offerto dalle banche, il che espone sia il finanziatore che il richiedente a notevoli rischi. Primo fra tutti non conoscere esattamente chi concede il denaro né chi ne sta facendo richiesta. Ancora più importante poi è il fatto che non possono sussistere sufficienti garanzie di restituzione del denaro nel caso di insolvenza del debitore.
Un po’ come per gli acquisti on-line il social lending può essere un’ottima alternativa alle richieste di prestito in banca, un modo per raggiungere condizioni favorevoli, a patto però di verificare il maggior numero di informazioni sulla persona con cui si entra in contatto e di mettersi perfettamente a conoscenza delle regole, delle dinamiche, dei costi, dei cavilli, di cui questo tipo di meccanismo consta.

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