Come recuperare il gas che prima veniva disperso nell'ambiente - QdS

Come recuperare il gas che prima veniva disperso nell’ambiente

redazione

Come recuperare il gas che prima veniva disperso nell’ambiente

martedì 29 Ottobre 2013

Inaugurato a Ragusa un impianto di cogenerazione che produce energia e calore da riutilizzare. Una parte viene immessa in rete per essere consumata dalle aziende agricole

RAGUSA – Sfruttare il gas associato al greggio che fino a pochi mesi fa veniva termocombusto in fiaccola, cioè disperso nell’ambiente, e utilizzarlo per produrre calore ed energia. Il progetto che la società Irminio srl ha intrapreso è veramente ambizioso: l’azienda, che opera da oltre 30 anni nel comparto dell’esplorazione e produzione di idrocarburi in Sicilia, ha infatti inaugurato, sabato scorso, un cogeneratore, primo esempio del genere in Sicilia. L’impianto, costato un milione di euro, è stato installato in Contrada San Paolino, tra Scicli e Ragusa, ed è in grado di produrre energia elettrica e calore partendo da una singola fonte di energia primaria. Alla base del funzionamento c’è il cosiddetto ‘gas di coda’, ossia il prodotto scartato dal fluido estratto dai pozzi presenti all’interno del Centro Olio Irminio.
“Questo gas, separato dal petrolio – ha detto Antonio Pica, amministratore della Irminio, Gruppo Sviluppo Risorse naturali – andrebbe bruciato nell’ambiente. Grazie all’intuizione della nostra azienda, invece, viene utilizzato per produrre energia elettrica che noi stessi, all’interno dell’impianto, riutilizziamo”. Il progetto appare comunque molto interessante perché oltre all’energia che è già auto consumata e ceduta alla rete, l’azienda vuole cooperare con il territorio e cedere l’energia termica alle attività agricole che insistono nella zona in questione. “Vogliamo lavorare con le aziende locali – ha sottolineato Antonio Pica – e vogliamo farlo con un’efficienza energetica elevata. Da una parte utilizzeremo una parte dell’energia per rendere il nostro impianto più fluido, dall’altro invece vogliamo tentare di coinvolgere le aziende che operano in questo territorio in modo da poter cedere, così, una parte dell’energia termica prodotta”.
Il taglio del nastro dell’impianto, effettuato dal sindaco di Ragusa Federico Piccitto, ha visto la presenza di autorità, forze dell’ordine, esponenti di associazioni ambientaliste ma soprattutto di rappresentanti delle associazioni di categoria, Confindustria, Coldiretti e Confederazione italiana agricoltura in primis, al fine di evidenziare le sinergie da instaurare tra i vari interlocutori.
“Questo nuovo impianto – hanno detto Enzo Taverniti e Giorgio Cappello, esponenti rispettivamente di Confindustria Ragusa e Sicilia – è un buon esempio di come un’azienda riesca a pensare non solo ai suoi utili ma anche all’interesse della collettività e dei tanti lavoratori impiegati in quest’impianto. La Sicilia ha enormi potenzialità per quel che riguarda le fonti alternative e il Governo regionale dovrebbe infatti incentivare progetti ambiziosi come quello della Irminio srl”.
Nonostante l’assenza dell’assessore regionale all’Ambiente, Mariella Lo Bello, è stato il deputato Bruno Marziano, presidente della commissione Attività produttive all’Ars, ad esprimere soddisfazione per la struttura, sottolineando però le lungaggini degli iter burocratici che, spesso, fanno perdere al territorio importanti occasioni di sviluppo. Lo stesso impianto di cogenerazione di contrada San Paolino, ad esempio, non funziona ancora a pieno regime: problemi di carattere logistico e burocratico, infatti, non permettono all’azienda di produrre alla massima potenza. “I tempi sono ancora lunghi” ci confessa l’ingegnere Salvatore Felis, responsabile per la parte elettrica dell’impianto, e si dovrà aspettare quindi ancora qualche mese per rendere ancor più funzionale il cogeneratore che, assicurano, salvaguardia l’ambiente con la riduzione di tutte le emissioni.

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