Formazione professionale out. In cancrena l’intero sistema - QdS

Formazione professionale out. In cancrena l’intero sistema

Michele Giuliano

Formazione professionale out. In cancrena l’intero sistema

martedì 29 Ottobre 2013

Molti enti non erogano gli stipendi in media da 8 a 26 mesi mentre i presidenti “ingrassano”. Nonostante le tante restrizioni restano ancora molti i ritardi e le frodi operate

PALERMO – Sono almeno tre anni che si ripete sempre la stessa litania dall’assessorato regionale alla Formazione: “Basta alle frodi, più controlli”. Ed effettivamente le novità si sono susseguite ad un ritmo vertiginoso, specie con gli ultimi due assessori (Mario Centorrino e ora Nelli Scilabra, ndr). Insomma, di acqua sotto i ponti ne è passata ma la solfa è sempre quella. La serie di inchieste sulla formazione e i ripetuti scandali hanno messo in evidenza come in realtà esistano delle vere e proprie falle del sistema.
A chiedere trasparenza e legalità sono per prima gli stessi addetti ai lavori della formazione. Lo hanno fatto in questi giorni l’Asilfop, i Cobas, i Cub e gli Irriducibili della Formazione professionale in Sicilia che hanno deciso di prendere carta e penna e scrivere al governo regionale. Posizione che scaturisce alla luce dell’ulteriore terremoto che ha colpito la provincia di Catania, portando alla ribalta scandali collegati alla gestione degli enti Anfe Catania, Iraps, Issvir e Anfes, e che potrebbe portare  a nuovi sviluppi dal momento che ci sarebbero secondo indiscrezioni in atto altri controlli nelle provincia di Trapani e Caltanissetta.
 
“Non è più possibile – sostengono Asilfop, Cobas, Cub e Irriducibili della Formazione professionale – continuare a credere che quanto accaduto sia un fenomeno isolato ma bisogna rendersi conto di essere davanti ad una cancrena dell’intero sistema.
Non hanno funzionato i controlli capillari da parte degli organismi preposti, gli accreditamenti, le certificazioni di qualità, le rendicontazioni e tutto quanto di farraginoso messo in atto che con meticolosità ed ingegno è stato aggirato o, non vogliamo crederci, è sfuggito o per distrazione o per altro, durante le verifiche ispettive”. Condizione che sta letteralmente congelando un intero apparato, con continui ritardi nell’avvio delle attività progettuali a danno anche di quei settori virtuosi: “I lavoratori – aggiungono le organizzazioni di categoria – continuano a pagare in prima persona non ricevendo gli stipendi per mesi e mesi subendo anche, ingiustamente, la cassa integrazione mentre gli enti e i loro presidenti lucrano e si ingrassano dall’alto dei loro noni livelli”.
Lo scontro è frontale anche nei confronti delle organizzazioni sindacali dei confederali, accusate di avere contribuito alla “lenta demolizione ed al saccheggio della formazione professionale in Sicilia”. Asilfop, Cobas, Cub e Irriducibili della Formazione professionale precisano che malgrado gli impegni assunti diversi mesi addietro dal presidente della Regione Rosario Crocetta, dall’assessore Scilabra e dal suo staff, molti enti di formazione professionale attualmente non erogano gli stipendi in media da 8 a 26 mesi.
L’assessore e il suo staff si erano impegnati a disporre ispezioni al fine di accertare la situazione debitoria di ogni ente e nel caso di inadempienze revocare l’accreditamento. Addirittura ci sono enti che hanno partite debitorie del 2010 e 2011. “Chiediamo alla Regione – sostengono gli addetti ai lavori – la creazione di un’agenzia unica in cui confluiscano gli 8.300 lavoratori”.
 

 
L’approfondimento. Asilfop e Cobas: “Inconcludenti, avidi e schiavisti”
 
Pesanti le stoccate che nella lunga missiva Asilfop, Cobas, Cub e Irriducibili della Formazione professionale riservano agli enti di formazione definiti “inconcludenti, avidi, schiavisti e affaristi”: “Enti – scrivono – che non rispettano il contratto collettivo nazionale di lavoro e gli accordi decentrati effettuando passaggi di livello a go-go senza concertazione sindacale ed in barba a coloro che per anzianità e professionalità ne hanno diritto. Tutto ciò in un momento di crisi dove gli unici a pagare con la cassa integrazione sono i lavoratori mentre non vengono tagliate spese inutili e dispendiose quali le consulenze e l’esternalizzazione di altri servizi dove, purtroppo, come hanno dimostrato i recenti fatti di cronaca si nascondono le magagne e le “manciugghie”. Una delle richieste pressanti fatte, a cui mai è stato dato seguito, è relativa alla necessità di emanare una direttiva sugli accantonamenti delle somme delle indennità allievi: “Queste somme, notevolmente sovradimensionate, – scrivono sempre Asilfop, Cobas, Cub e Irriducibili della Formazione professionale – risultano in atto già erogate dall’amministrazione regionale ed utilizzate per altri fini o accantonate nell’attesa della chiusura dei rendiconti.

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