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Palermo – Gesip, i dipendenti protestano per scongiurare il licenziamento

Gaspare Ingargiola

Palermo – Gesip, i dipendenti protestano per scongiurare il licenziamento

mercoledì 30 Ottobre 2013

Lavoratori e sindacati chiedono maggiori risorse in bilancio: servono altri 40 milioni di euro. Stanziati 20 mln € per il 2014, ma non sono sufficienti a pagare tutti gli stipendi

PALERMO – I quasi 1800 dipendenti della Gesip sono tornati in piazza e lo hanno fatto in grande stile. Erano centinaia lo scorso giovedì quando hanno attraversato mezza città in un lungo corteo che si è mosso da piazzetta della Pace a piazza Pretoria, dove ha presidiato per ore il palazzo di città. Tutti pacificamente armati di cartelli, striscioni, cori e fischietti, hanno fatto impazzire il traffico cittadino con un unico obiettivo: incontrare l’esecutivo per affermare in modo chiaro la propria netta e insindacabile opposizione alla exit strategy dall’azienda proposta dalla giunta Orlando.
Nel farlo, i lavoratori hanno ottenuto il sostegno finalmente unitario di tutte le sigle sindacali, confederali e non, per una volta unite e compatte. Una delegazione di lavoratori è riuscita a incontrare il vicesindaco con delega alle Partecipate, Cesare La Piana, e l’assessore al Bilancio, Luciano Abbonato, ma non il sindaco Leoluca Orlando, assente per motivi istituzionali.
La road map tracciata dal Comune è presto detta: mobilità orizzontale per 600 dipendenti verso le altre municipalizzate sfruttando il decreto 102 del 31 agosto, il cosiddetto “decreto D’Alia” (che però ancora giace in bilico alla Camera dopo aver ricevuto l’ok del Senato), che consentirebbe di rafforzare alcuni servizi in sofferenza nelle altre società comunali; esodo incentivato per altri 400 con una liquidazione sui 15 mila euro, tfr e sussidio di disoccupazione Aspi per un anno; rinnovo della speciale cassa integrazione in deroga per il resto dei dipendenti (meno di 800), sempre con la formula che prevede i contributi di Inps e Regione Siciliana per il tramite dei fondi per gli ammortizzatori sociali stanziati dal Ministero del Lavoro.
Che piazza Pretoria non abbia alcuna intenzione di continuare a sovvenzionare la cassa integrazione per tutti è apparso chiaro quando nel bilancio di previsione triennale 2013/2015 sono stati iscritti “soltanto” 20 milioni di euro per il 2014 e altrettanti per il 2015 per le attività socialmente utili svolte a partire dallo scorso maggio dagli operai Gesip: per pagare gli stipendi di tutto il personale servirebbero almeno 20 milioni all’anno in più. In mancanza di soluzioni alternative, che per il momento Palazzo delle Aquile non sembra intenzionata a prendere in considerazione, sarà licenziamento collettivo per tutti. E le procedure burocratiche in questo senso sono già partite con l’invio della lettera di preavviso minimo di 75 giorni: il rischio è che dal primo gennaio si ritrovino tutti a casa, perchè, anche se il Tribunale per ben due volte ha respinto l’istanza di fallimento, le casse dell’azienda di via Maggiore Toselli sono all’asciutto e resta lo stato di liquidazione.
Dunque la scelta dell’amministrazione comunale è chiara: l’intenzione è di garantire i livelli salariali ma non quelli occupazionali. Nulla di nuovo rispetto agli accordi di febbraio con i sindacati, almeno stando alla nota diffusa nella serata di giovedì dall’assessore Abbonato: “L’amministrazione comunale non ha mai avuto e non avrà alcun piano alternativo a quello sottoscritto giorno 11 febbraio con tutte le sigle sindacali e approvato anche dall’Inps e dal ministero del Lavoro. Quel piano in modo chiaro prevedeva già incentivi all’esodo anticipato e mobilità fra aziende per supplire al turnover, così come indicava la necessità di interventi diversificati fra i lavoratori”.
Lavoratori e sindacati, ovviamente, non ci stanno e durante l’incontro con Abbonato e La Piana hanno chiesto di alzare il plafond delle risorse in bilancio con gli altri 40 milioni necessari. Per il momento hanno ottenuto un incontro con la conferenza dei capigruppo al Consiglio comunale. Già decise le prossime azioni dimostrative: dopo la minifestazione avvenuta lunedì, partita da piazza Croci per arrivare a piazza Pretoria, si prevede anche un sit-in permanente a Villa Niscemi.

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