Eccellenze creative di moda e del lusso, un fatturato di 217 miliardi, a +2% - QdS

Eccellenze creative di moda e del lusso, un fatturato di 217 miliardi, a +2%

Monica Basile

Eccellenze creative di moda e del lusso, un fatturato di 217 miliardi, a +2%

giovedì 31 Ottobre 2013

Expo 2015 pone i principali attori del settore nelle condizioni di fare squadra e creare un circuito virtuoso di collaborazioni. Progetto di Altagamma, Camera della Moda, Cosmit e Comune finalizzato a realizzare un brand per Milano

MILANO – Un grande risultato che già oggi ha raggiunto Expo 2015 è l’aver posto i principali attori del settore nelle condizioni di fare squadra e creare un circuito virtuoso di collaborazioni. Da questo è nata la tavola rotonda “Milano e le eccellenze creative” con il quale si è aperto l’appuntamento annuale dell’Osservatorio Altagamma 2013, dal 1992 Fondazione Altagamma riunisce le aziende dell’eccellenza italiana i cui marchi sono famosi a livello internazionale, ma mai come in questo momento è stata capace di mettere insieme importanti interlocutori per un progetto importante.
Il progetto comune è orientato a realizzare un brand per Milano quale vetrina della produzione creativa nazionale per valorizzare le eccellenze del made in Italy. Un progetto ispirato da Altagamma, Camera della Moda, Cosmit e dall’assessorato alle Politiche per il lavoro, Sviluppo economico, Università e Ricerca del Comune di Milano. Otto entità che metteranno le loro competenze per armonizzare il calendario di eventi e per realizzare un’area dedicata allo shopping più ampio rispetto all’attuale Quadrilatero della moda. Da dicembre i cittadini potranno valutare le due proposte per il logo che possa rappresentare l’eccellenza della moda e del design grazie ad un sondaggio on line proposto dalla Fondazione e dal Comune di Milano.
L’incontro è proseguito con i dati relativi al panel di studi sull’andamento e sulle previsioni del segmento di alta gamma, segmento che dal 2012 viene riconosciuto anche dalla Commissione europea quale settore culturale e creativo.
Un euro forte ha compromesso in parte i risultati del export ed infatti l’indagine evidenzia una crescita del 2% dei consumi di alta gamma nel mondo (pari a 217 miliardi ) una percentuale che arriva al 6% se non si considera la fluttuazione delle valute (la svalutazione dello yen contribuisce a metà dell’impatto valute).
Gli outlet e il canale online proseguono il loro viaggio a doppia cifra, con l’e-commerce che ormai rappresenta il 4% del mercato globale. Gli accessori si confermano prima categoria per crescita, mentre decelera rispetto agli scorsi anni il comparto hard luxury. Nell’abbigliamento, categoria matura, il segmento maschile si mantiene più dinamico. In termini di geografie l’Asia, pur rimanendo un importante driver di crescita (+4%), cede il posto per tasso di crescita al Resto del Mondo (+6%), guidato dal Medio Oriente, con Dubai nuova meta mondiale dello shopping di lusso. La Cina (+2,5%) lascia il posto per tasso di crescita al Sud est asiatico come motore trainante della regione. Anche l’Europa cresce (+2%), spinta soprattutto dai turisti.
Secondo il "Fashion and Luxury Insight” di SDA Bocconi e Altagamma, nel 2012 la crescita del fatturato passa dal 13% all’8%, ma aumentano sia la redditività degli investimenti, sia quella delle vendite delle grandi imprese quotate. Le italiane presenti nella top ten dei ranking internazionali sono solo Yahoo, Prada e Tods e si conferma che le imprese più grandi (vendite superiori ai 5 miliardi di euro) performano meglio in termini di ritorno degli investimenti e di margine Ebit, anche se il loro fatturato medio cresce meno di quelle delle imprese di medie dimensioni.
L’apertura di nuovi punti vendita prosegue (un aumento del 5%) , con un aumento delle vendite al dettaglio maggiore rispetto a quelle all’ingrosso, ma non sempre ad un aumento dei punti vendita è corrisposto un aumento delle vendite con una chiara indicazione di attenzione alla strategia e al posizionamento.
Lo studio evidenzia, inoltre, che nel lungo periodo i brand italiani hanno conquistato quota di mercato, passando dal 21% del 1995 al 24% di oggi, grazie anche ai risultati di imprese recentemente quotate come Brunello Cucinelli, Prada e Salvatore Ferragamo, ma soffrono di una minore profittabilità, con margini operativi sotto la media.
Il segmento gioielli e orologeria è quello con le performance migliori dell’anno, con tassi di crescita e redditività degli investimenti al di sopra della media.

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