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Messina – La partita taorminese del Casinò si gioca sabato al tavolo di Alfano

Massimo Mobilia

Messina – La partita taorminese del Casinò si gioca sabato al tavolo di Alfano

martedì 05 Novembre 2013

I deputati regionali sposano la causa, il governatore Crocetta è d’accordo, il sindaco è pronto. Incontro romano per sollecitare la riapertura della storica Villa Mon Repos

TAORMINA (ME) – Il prossimo weekend potrebbe essere determinante per l’eventuale riapertura del casinò a Taormina. È previsto infatti un incontro “romano” tra il sindaco della Perla, Eligio Giardina, e il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, avente come oggetto proprio la riapertura della casa da gioco nella capitale del turismo siciliano che da 48 anni lotta contro l’ingiusta chiusura dei tavoli verdi nella storica Villa Mon Repos – era il lontano 1965 – a fronte di altre quattro località italiane (San Remo, Saint Vincent, Campione e Venezia) rimaste salve grazie alla legislazione vigente. A fianco del Comune di Taormina si è schierato da tempo il Governo regionale, a cominciare dall’assessore al Turismo, Michela Stancheris, che già questa estate si era pubblicamente espressa a favore delle case da gioco in Sicilia, non solo a Taormina.
“Sono d’accordo con l’apertura di casinò – aveva detto – perché rappresenterebbero un ottimo volano per il turismo e, essendo rivolte al turista, non comporterebbero rischi per i cittadini isolani”. E proprio Stancheris, che oltre alla Perla dello Ionio aveva proposto come sedi Cefalù e il castello di Donnafugata, ha portato avanti la proposta scrivendo in questi giorni una lettera al ministro Alfano chiedendo esplicitamente il via libera per riportare i tavoli verdi legalizzati in Sicilia, con priorità per Taormina. Di questo decisivo passo è stato informato il sindaco Giardina che avrebbe già fissato un appuntamento per sabato col il ministro agrigentino. D’accordo pure il “supergovernatore” Rosario Crocetta, che sul casinò siculo ha impostato uno dei suoi principali annunci mediatici: “Condivido la proposta dell’assessore – aveva detto – e apriremo sicuramente le case da gioco in Sicilia per diventare la prima meta turistica d’Europa”. Progetto che, per rientrare nei ranghi dell’antimafia, aveva portato il presidente della Regione ad ipotizzare un filtro di legalità con la creazione di una task force e l’approvazione di protocolli antiriciclaggio.
Al summit capitolino dovrebbero partecipare anche i deputati regionali Giuseppe Picciolo (Drs) e il messinese Nino Germanà (Pdl), particolarmente affezionato alla riapertura taorminese perché, ha detto, “sarebbe di grande richiamo per lo sviluppo turistico di tutta la regione ed è il momento giusto per avere case da gioco in Sicilia come in tutte le altri parti del mondo. Le storie sulle infiltrazioni mafiose – ha aggiunto – sono favole perché la malavita ricicla il denaro all’estero”.
Nel frattempo, viaggia sui banchi della commissione Affari istituzionali all’Ars, un Disegno di legge denominato “Voto 180”, con procedura d’urgenza decisa dalla conferenza dei capigruppo su richiesta del deputato Luca Sammartano (gruppo Articolo 4), volto proprio a riaprire i casinò nell’Isola. “I turisti scelgono Malta perché ci trovano anche le case da gioco. La Sicilia non può farsi sfuggire questa opportunità – ha detto. Dobbiamo dar vita ad una legge organica che preveda anche il controllo sui flussi finanziari in modo tale da evitare che i guadagni vadano a finire all’estero, come succede oggi con i giochi online, evitare che la criminalità sfrutti il vuoto normativo e fare in modo che si possa determinare una reale occasione di sviluppo”.
 
Una legge che non prevede spese per le casse regionali ma che però, una volta approvata, dovrà essere esaminata da Montecitorio e Palazzo Madama, ed è in tali sedi che i siciliani continuano a nutrire poche speranze. Anche per Taormina, su cui il siciliano Alfano pare non abbia espresso intenzioni favorevoli.

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