Debiti con il fisco: via libera alla rateizzazione fino a 10 anni - QdS

Debiti con il fisco: via libera alla rateizzazione fino a 10 anni

Salvatore Forastieri

Debiti con il fisco: via libera alla rateizzazione fino a 10 anni

mercoledì 13 Novembre 2013

Il riscossore può concedere, qualora il debitore sia in difficoltà, una dilazione del debito in 120 rate mensili. Pubblicato sulla Guri dell’8 novembre il decreto di attuazione della Legge 98/13

PALERMO – Era stata prevista dal “Decreto del fare”, il Dl 69/2013 dello scorso mese di luglio (convertito dalla Legge 98/2013), ma si attendeva ancora il relativo decreto di attuazione. Parliamo della disposizione che, con l’intento di “addolcire” la riscossione, oltre ad escludere l’espropriabilità della casa di abitazione, ha consentito di allungare fino a dieci anni (fino a 120 rate mensili) il periodo in cui possono essere estinti i debiti con il fisco, iscritti a ruolo.
Ora, dopo l’ansiosa attesa da parte di molti contribuenti interessati, il decreto del ministro dell’Economia e delle Finanze è arrivato, essendo stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale n.262 dell’8/11/2013.
La disposizione contenuta nella legge stabilisce che l’Agente della riscossione, su richiesta del contribuente, può concedere, ove il debitore si trovi, per ragioni estranee alla propria responsabilità, in una comprovata e grave situazione di difficoltà legata alla congiuntura economica, la rateazione fino a centoventi rate mensili.
Ai fini della concessione di tale maggiore rateazione, per comprovata e grave situazione di difficoltà si intende quella in cui ricorrono congiuntamente le seguenti condizioni: a) accertata impossibilità per il contribuente di eseguire il pagamento del credito tributario secondo un piano di rateazione ordinario; b) solvibilità del contribuente, valutata in relazione al piano rateazione concedibile.
Ora il decreto del ministero dell’Economia chiarisce che il “piano di rateazione ordinario” è quello che prevede al massimo 72 rate. Il “piano di rateazione straordinario” è quello che prevede al massimo 120 rate.
All’atto della richiesta di rateizzazione il contribuente può chiedere il piano di rateazione ordinario o straordinario, in base all’esistenza delle relative condizioni. Se aveva già ottenuto una rateazione ma la sua situazione nel frattempo è mutata, può chiedere ora un piano di rateazione in proroga ordinario (fino a 72 rate) oppure un piano di rateazione in proroga straordinario (fino a 120 rate).
Secondo il decreto, l’esistenza delle condizioni che consentono all’agente della riscossione di accogliere la richiesta di rateazione “straordinaria”, deve essere attestata dal debitore con istanza motivata.
I requisiti per la concessione di un numero di rate maggiore di 72, ma non oltre 120, come già detto, sono, oltre all’esistenza di obiettiva difficoltà, l’accertata impossibilità del debitore di eseguire il pagamento con un piano di rateazione ordinario, nonchè la solvibilità del debitore, evidenziata nell’istanza e valutata dall’agente della riscossione .
Secondo quanto previsto nel decreto del Mef, la prima condizione risulta soddisfatta quando, trattandosi di persona fisica o ditta individuale in regime semplificato, l’importo della rata concedibile con il piano ordinario supera il 20 per cento del reddito familiare complessivo risultante dal modello Isee, oppure, se si tratta di soggetti diversi da quelli prima indicati, la rata è superiore al 10 per cento del valore della produzione, rapportato su base mensile.
L’altra condizione, che riguarda la solvibilità, risulta soddisfatta, per le persone fisiche, attraverso l’impossibilità di pagare una rata superiore al 20 per cento del reddito, mentre, per gli altri soggetti, quando questi hanno un indice di liquidità, ossia il rapporto tra la somma della liquidità differita e di quella corrente ed il passivo corrente, compreso tra 0,5 e 1.
Quindi, non si chiede alcuna garanzia, e non si richiede nemmeno quello che era stato già annunciato, ossia la temuta dimostrazione, da parte delle persone fisiche, della solvibilità intesa come titolarità di un reddito stabile o di un bene immobile diverso dall’abitazione, cioè la proprietà di un bene aggredibile dall’agente della riscossione. Una condizione, quest’ultima, che sicuramente sarebbe mancata proprio a tutti coloro i quali sono interessati ad ottenere la rateizzazione più lunga.
Per quanto riguarda il numero delle rate del piano strardinario, esso varia da caso a caso. Più precisamente viene determinato attraverso un criterio automatico che tiene conto dell’importo della rata nonchè del fatturato, per le imprese, e del reddito, per le persone fisiche. La quantità delle rate concedibili risulta pertanto evidenziata nelle tabelle allegate al decreto ministeriale dell’8 novembre e diventa sempre maggiore con l’aumentare del rapporto tra la rata e l’importo del reddito o valore della produzione.
È’ chiaro, infatti, che se una persona fisica ha un reddito mensile di 1.000 euro e la rata è di 250 euro, il rapporto sarà pari a 25 ed il numero delle rate che potrà essere concesso sarà 85. Invece, con lo stesso reddito, ma con la rata di 350 Euro, il rapporto sarà 35 ed il numero delle rate, secondo la tabella del decreto, potrà essere pari a 110.
L’importante, comunque, è che oggi siamo dinanzi ad una Amministrazione finanziaria che aspetta anche dieci anni per l’estinzione del suo credito. Un bel risultato per i contribuenti. Non è possibile valutare, però, quali saranno le conseguenze sulla efficacia dell’azione di riscossione coattiva del fisco. Ma questa è un’altra questione. D’altronde, da qualche tempo a questa parte è diventata imprescindibile la necessità di trovare un giusto compromesso tra esigenza di riscuotere in maniera più efficace e veloce i crediti erariali e la necessità, sempre più sentita nell’opinione pubblica, di evitare azioni troppo invasive nei confronti dei contribuenti meno abbienti facilitando, per quanto possibile, l’adempimento sostanziale.
A proposito di riscossione coattiva, esiste un emendamento al disegno di Legge di stabilità, attualmente all’esame del Parlamento, che prevede una nuova forma di “rottamazione delle cartelle”, forse senza riduzione dell’imposta dovuta ma con l’azzeramento delle sanzioni e degli interessi, è un’iniziativa che, probabilmente, potrebbe dare ottimi frutti anche perchè servirebbe principalmente a ridurre notevolmente lo “zoccolo duro” delle somme iscritte a ruolo ma che sono destinate ad essere difficilmente riscuotibili, questione di cui già si è occupato questo Quotidiano qualche settimana fà.
Ora non ci resta che attendere la piena operatività della nuova rateizzazione, che probabilmente è subordinata all’emanazione, da parte di Equitalia e di Riscossione Sicilia, l’agente della riscossione nella nostra Regione, della circolare contenente le istruzioni agli uffici.

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