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Gli italiani snobbano la zona agrigentina ma aumentano le presenze degli stranieri

Calogero Conigliaro

Gli italiani snobbano la zona agrigentina ma aumentano le presenze degli stranieri

venerdì 15 Novembre 2013

I dati sull’estate del 2013 nel report redatto dall’Osservatorio turistico della Provincia regionale

AGRIGENTO – Dal report presentato dall’Osservatorio turistico provinciale sull’andamento della stagione turistica estiva 2013 sono emersi importanti novità: fra tutte, la diminuzione di presenze e arrivi nelle tradizionali strutture turistiche rappresentate dagli hotel, mentre per i b&b si è registrato un aumento consistente. Per il resto, la situazione si presenta tutto sommato stabile rispetto al recente passato. Nessun crollo per il settore, insomma, che però non si può certo dire faccia registrare numeri da capogiro.
Questi i dati su scala provinciale: gli arrivi complessivi sono stati, dal primo giugno al 31 agosto, 151.796 contro i 157.115 riferiti allo stesso periodo dell’anno precedente (meno 5.319 unità per una percentuale del 3,39%). Se da un lato è giusto evidenziare un netto segno positivo rispetto agli arrivi di stranieri (più 5,84%), al contrario gli italiani sono calati di quasi dieci punti percentuali (meno 9,48%). Nel dettaglio ci sono stati 8.971 italiani in meno e 3.652 stranieri in più rispetto allo stesso periodo del 2012.
Per quanto riguarda le presenze – intendendo le notti complessive trascorse nelle strutture – sono state messe a confronto le 658.546 del 2012 contro le 656.824 del 2013 (diminuzione dello 0,26%). Anche qui le variazioni più significative riguardano le presenze dei turisti italiani, con un calo di 25.213 unità pari al 5,88%. Molto meglio gli stranieri, le cui presenze sono salite di 23.941 unità per un complessivo più 10,24%. Complessivamente, le presenze di italiani sono state 403.860 contro le 429.073 del 2012, mentre quelle straniere sono state 252.964 (229.473 nel 2012).
Altro dato da evidenziare è quello delle presenze nelle strutture ricettive. La maggior parte dei turisti continua a essere ospitata negli hotel, ma questa statistica, come accennato, è in netto calo rispetto al recente passato.
Gli hotel della provincia hanno registrato 123.905 arrivi contro i 130.539 dell’anno scorso, con una perdita di 6.634 unità (meno 5,08%). Le presenze sono state invece 534.955 contro le 565.523 del 2012, per una diminuzione di 30.568 pernottamenti pari a un meno 5,41%. Praticamente invariata, invece, la permanenza media espressa in notti, ferma a 4,32 rispetto alle 4,33 del 2012.
Segno positivo, invece, per quanto riguarda le strutture extralberghiere: gli arrivi totali sono stati 27.891 contri i 26.576 dell’estate del 2012, con un incremento di 1.315 unità pari al 4,95%. Per quanto riguarda invece le presenze si è passati dalle 93.023 dell’anno scorso alle attuali 121.869 con un incremento record di 28.846 pernottamenti e un significativo più 31,01%.
A commentare i dati è stato Achille Contino, dirigente responsabile del Settore Turismo della Provincia di Agrigento. “Emerge – ha spiegato – un netto successo da parte dei b&b, dovuto a più motivazioni. Da ricerche nazionali si ha comunque certezza che i turisti cercano adesso la relazione diretta con chi li ospita e su questo influisce sicuramente la possibilità di avere informazioni sul territorio. Sta avvenendo anche un fatto curioso: mentre prima i genitori davano la seconda casa ai figli per potervi abitare, adesso invece essa viene donata per poter svolgere un’attività economica su cui la famiglia potrà averne un reddito. Si sta dunque assistendo a un proliferare di nuove strutture, soprattutto nel comune capoluogo, che ha poi un turismo meno organizzato e più individuale rispetto ad altre zone come Sciacca o Licata, dove i flussi sono concentrati verso grandi strutture ricettive”.
I dati dell’Osservatorio turistico provinciale riguardano tutto l’agrigentino a esclusione però delle Isole Pelagie. “Per Lampedusa e Linosa – ha aggiunto Contino – non abbiamo una situazione numericamente certa in quanto non tutti i dati ci vengono comunicati. Per quanto riguarda il fenomeno delle doppie case, per esempio, la legge prevede che possano essere affittare ai turisti, ma esclude che possano avere servizi specifici quali pulizia giornaliera e altro, che le trasformerebbero di fatto in veri e propri b&b”.
Altro dato curioso è quello legato all’aumento dei visitatori stranieri e alla diminuzione di quelli italiani. Secondo l’Osservatorio le motivazioni sono da addebitare principalmente alla crisi economica, che ha ridotto il potere d’acquisto in Paesi quali Italia, Grecia e Spagna. E così mentre chi appartiene a questi territori taglia nettamente sulle vacanze, cittadini di altri Paesi meno colpiti dalla crisi possono ancora viaggiare e alimentare l’economia turistica. Anche le crisi politico-militari avvenute recentemente nei paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, comunque, possono aver inciso su questi dati, seppur in modo non decisivo.
 

Tendenze confermate anche nel capoluogo

AGRIGENTO – Quando si prendono in considerazione i flussi turistici in arrivo nel comune capoluogo non ci si può dimenticare della Valle dei Templi, che nei primi mesi del 2013 ha fatto registrare numeri incoraggianti con un più 5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Come si evidenzia dai dati forniti dalla direzione del Parco, il sito archeologico ha fatto registrare 506.000 presenze nel 2013 rispetto alle 482.000 del 2012. Il tutto a dimostrazione di come l’area continui a essere fondamentale per lo sviluppo del turismo nella provincia agrigentina.
I dati sul capoluogo forniti dall’Osservatorio turistico parlano di 74.348 arrivi nel 2013 contro i 72.435 del 2012, per un incremento di 1.913 unità e un più 2,64%. Le presenze nei mesi estivi sono quasi stabili rispetto allo stesso periodo del 2012, con gli attuali 155.914 e i 156.162 dell’anno scorso, in pratica 248 pernottamenti in meno con un meno 0,16%.
Anche nel capoluogo occorre mettere in evidenza il boom delle strutture extralberghiere, con un clamoroso più 39,89% pari a 9.997 pernottamenti in più (25.061 nel 2012 e 35.058 nel 2013).

Ma se i b&b vanno a gonfie vele, altrettanto non si può dire per gli hotel dove le presenze sono diminuite dei 10.245 unità passando dalle 131.101 del 2012 alle 120.856 di quest’anno del 2013 (meno 7,81%).
“Partendo dal presupposto – ha precisato Gaetano Pendolino, amministratore del Distretto turistico della Valle dei Templi – che sarebbe necessaria un’analisi non soltanto di questi tre mesi, ma di tutto l’anno trascorso non si può che prendere atto del fatto che i b&b in questo momento ottengono un successo netto. Evidentemente le cause vanno ricercate su una strategia di marketing che punta sui portali online”.
“Per il resto – ha concluso – preoccupa il calo di fatturato negli hotel, che potrebbero tagliare adesso sui costi e quindi ridurre il proprio personale”.

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