Per stabilizzare i precari la Regione deve tagliare 400 mln - QdS

Per stabilizzare i precari la Regione deve tagliare 400 mln

Giovanna Naccari

Per stabilizzare i precari la Regione deve tagliare 400 mln

venerdì 15 Novembre 2013

Ecco le proposte di Grande Sud-Pid, Pd, Pdl e M5S. Grande Sud-Pid propone il riordino degli Enti strumentali; Gucciardi (Pd) si aspettava maggiore attenzione dal Governo nazionale. I Cinque stelle critici: “Non deve essere lasciato indietro, però, neanche chi un lavoro non l’ha mai avuto”

Palermo – Tagli alla spesa per assicurare la proroga ai contratti dei lavoratori a tempo determinato e la successiva stabilizzazione. È il tema di cui dovranno occuparsi il governo Crocetta e l’Assemblea regionale siciliana, per quella parte della circolare del ministero della Pubblica amministrazione, (sarà diffusa nei prossimi giorni, assicurano da Roma), che spiega alle regioni come garantire personale e stipendi nei prossimi anni.
Il documento segue il decreto legge 101/2013, convertito in Legge 125/2013, che consente alle Regioni a statuto speciale e agli enti territoriali compresi nelle stesse (art. 4 comma 9 bis), deroghe dei rapporti di lavoro a tempo determinato e stabilizzazioni, subordinate all’individuazione di risorse aggiuntive da recuperare con la revisione e riduzione della spesa.
All’Assemblea regionale siciliana intanto sull’argomento circolano alcune idee. Ieri, in Aula, Bernardette Grasso, vicepresidente del gruppo Grande Sud-Pid Cantiere popolare, ha illustrato un ordine del giorno, presentato con altri i deputati, che impegna il Governo a trovare i fondi necessari con un piano di riordino o di soppressione degli Enti strumentali da collegare alla Legge di stabilità per l’anno 2014.
L’assessore regionale all’Economia, Luca Bianchi, lo ha accettato per il Governo come raccomandazione, mentre l’assessore alle Autonomie locali, Patrizia Valenti, secondo notizie di stampa, sta lavorando ad una norma che consentirebbe di attuare questa parte della circolare del ministro Gianpiero D’Alia. 
Afferma Baldo Gucciardi, presidente del gruppo Partito democratico: “La questione dei tagli è seria e per questo ci aspettavamo una maggiore attenzione del Governo e del Parlamento nazionale”.
Dice il parlamentare: “Purtroppo ci consentono un intervento limitato e mi dispiace che i problemi della Sicilia vengano considerati solo nostri”. E continua: “Noi non vogliamo leggi per la Sicilia, vorremmo però che la Sicilia non uscisse fuori dall’agenda politica del governo nazionale e che i problemi del Friuli Venezia Giulia, del Piemonte o del Veneto, diversi da quelli della nostra regione, venissero trattati in maniera differente, perché malattie diverse si curano con medicine diverse”. Gucciardi si chiede “cosa dovremmo tagliare, anche se è chiaro che bisogna raggiungere questo risultato”. E fa una considerazione: “Il Governo e il Parlamento nazionale sappiano che per trovare 400 milioni per stabilizzare i precari, si dovranno togliere 400 milioni ai cittadini siciliani, questo vorrei non si dimenticasse”.
Nino D’Asero presidente del gruppo Pdl, individua un percorso: “Bisogna rendere produttivo il rapporto costo-servizi nella pubblica amministrazione, ed è un ragionamento che sosteniamo dal 2010, quando fu chiesto al governo nazionale la deroga al patto di stabilità, che venne concessa dietro la razionalizzazione e graduale stabilizzazione del personale”.
Continua il deputato: “Occorre un’analisi del personale, dei bisogni della pubblica amministrazione e dei costi dei servizi, evitando di essere populisti e di strumentalizzare posizioni”. E conclude: “Se come Regione abbiamo dei costi che si potrebbero tagliare utilizzando meglio i dipendenti, già questa sarebbe una riduzione ragionata. Così come si potrebbe arrivare ad una riduzione ragionata della spesa verificando come impiegare meglio il personale e aumentare la produttività”.
Il Movimento 5 Stelle “non vede nell’ulteriore impiego di risorse dal bilancio regionale una strada percorribile” e reputa “immorale la possibilità di tagliare su possibili investimenti in altri settori”. Spiegano dal gruppo: “Ricordiamo che la Regione, al netto delle spese sanitarie, spende già un terzo del proprio bilancio in stipendi” e aggiungono: “Bisogna cambiare rotta e decidere di investire nell’autoimpiego, trasferire personale dal settore pubblico al privato, agevolando le assunzioni di precari e snellendo quest’esercito di più di 100 mila persone non più sostenibile, che ingolfa la macchina amministrativa”. I parlamentari concludono: “Nessuno deve essere lasciato indietro, ma non deve essere lasciato indietro neanche chi un lavoro non l’ha mai avuto. Pur vicini umanamente alle vicende di coloro che si sono trovati coinvolti in queste ‘dinamiche’ create ad arte dalla politica, non possiamo che essere in disaccordo con le proposte di chi questo problema l’ha creato”.
 
Intanto ieri la commissione Lavoro dell’Ars ha ufficializzato una nota con cui chiede di partecipare al tavolo tecnico sul precariato assieme alle istituzioni nazionali e locali.

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