Alessandro Casarsa: "Fare rete, attraverso tecnologie e istituzioni" - QdS

Alessandro Casarsa: “Fare rete, attraverso tecnologie e istituzioni”

Margherita Montalto

Alessandro Casarsa: “Fare rete, attraverso tecnologie e istituzioni”

sabato 16 Novembre 2013

Forum con Alessandro Casarsa, Comandante provinciale Carabinieri di Catania

Qual è stato il confronto con la città dal suo insediamento?
“Per me è importante conoscere la realtà della provincia di Catania, soprattutto mi riferisco alla parte interna che presenta altre caratteristiche. Per avere più contatto con la città e rendermi conto delle esigenze ho girato in borghese e in biciletta, senza un preciso itinerario. Rileviamo a Catania tantissime morti sulla strada ed è un evento a cui la gente si è assuefatta, invece è un fenomeno grave. I dati rilevati sono comunque sempre negativi anche quando si riferisce ad un furto di bicicletta”.
Quali sono le strategie, come operate?
“Non è consuetudine dell’Arma redigere liste di obiettivi da conseguire, sarebbe immodesto. Cerchiamo di gestire, in maniera localizzata il fenomeno, dal più semplice al più complesso, con molto interesse, valutando le situazioni. I Carabinieri sono una realtà importante in questa città ed essendo la provincia di Catania un territorio vasto operativamente è impegnativa. Dalla movida di strada ai fenomeni di massa, che a volte possono degenerare, chi opera come noi effettua il controllo sul territorio in maniera costante. Un esempio di intervento: nei parcheggi scambiatori con i pullman, luoghi particolarmente sensibili, dove il rischio di borseggio è elevato, la nostra forza sarà più concentrata”.
Come siete presenti nei centri periferici?
“Anche nei piccoli centri dove non esistono strutture che rappresentano lo Stato, la presenza fisica e qualitativa è la Stazione , che possiamo definirla la “porta” di una rete. In tempi rapidissimi siamo in grado di fare intervenire i nostri assetti e in qualsiasi parte d’Italia. L’Arma ha compreso che non era necessario delocalizzare determinate strutture. Siamo in grado di avere un’eccellente qualità nell’indagine investigative che porta l’alta tecnologia anche nelle aree più sperdute. In provincia disponiamo di 63 presidi. Il nostro dispositivo è adeguato a questo contesto. Spesso però, erroneamente si fa un’equazione: più sicurezza più numero di militari sul campo, è semmai un utilizzo più razionale dell’impiego delle risorse, averle tra loro coordinati l’elemento a cui si dovrebbe prestare più attenzione. Con l’apertura a fasce dei comandi riusciamo ad avere un migliore impiego delle risorse, abbiamo messo in atto la best practice da anni. La “best practice”, per esempio, potrebbe consistere nel buon senso dell’appuntato esperto che consiglia chi si rivolge a lui nella maniera giusta”.
Quali sono le “novità” che contribuiscono a migliorare la qualità del vostro operato?
“Abbiamo un nuovo sistema di videocamere inaugurato da poco. Tanti occhi per la città… Si sta realizzando un progetto di razionalizzazione dei sistemi di videosorveglianza. Essendo stato il responsabile per l’Arma dei Carabinieri degli equipaggiamenti speciali ho maturato nel settore delle tecnologie della sicurezza un’esperienza che oggi vorrei perfezionare su Catania. Fare rete non soltanto con le tecnologie ma con le Istituzioni: con la Procura della Repubblica, con il Sindaco, con le Aziende municipalizzate. Non dimentichiamo che è determinante anche la partecipazione, la collaborazione e l’attivazione dei cittadini grazie alla quale miglioriamo i nostri sistemi. Mantenere la fiducia del cittadino che vede nell’Arma il punto di riferimento è utile ai fini dello svolgimento del nostro lavoro; più siamo credibili più l’utenza si rivolge a noi e di conseguenza migliora la nostra fruibilità e ci consente di avere un migliore impiego delle risorse”.
 
In cosa consiste la vostra formazione?
“La Sicilia è una Regione in cui c’è un forte gettito di arruolamenti. Dopo avere maturato fuori dalla regione una specializzazione si ritorna nelle aree di interesse portando un bagaglio di formazione che permette di avere una qualità di personale con capacità di ascolto, di gestione ad alto livello, personale capace di intervenire in qualsiasi momento proprio perché i nostri eventi non sono sempre codificabili. In più ho constatato che i Carabinieri della Provincia di Catania tengono particolarmente a fare le cose per bene e preciso che ho riscontrato una elevata qualità professionale del personale dell’Arma in questa Provincia”.
Come  fronteggiate le esigenze dell’utenza?
“Con i sistemi di comunicazione criminosi non si può parlare più di province immuni; cerchiamo di  adeguare il nostro dispositivo alle esigenze locali che si articolano tra indagini di alto profilo fino alle esigenze della vita quotidiana, senza confondere i contesti per dare all’utenza risposte adeguate. L’attenzione va anche a chi chiama perché insospettito da un rumore: il senso di sicurezza si avverte quando il Carabiniere arriva per verificare. Chiamare i Carabinieri è un abitudine per il cittadino, un riflesso incondizionato ed  è motivo di orgoglio per l’Arma”.
 

 
Curriculum Alessandro Casarsa
 
Il colonnello Alessandro Casarsa è nato il 26 gennaio 1966 a Treviso. Si è arruolato presso la  scuola militare “Nunziatella” di Napoli nel 1981. Ha frequentato i corsi regolari dell’Accademia militare di Modena fino al 1986 e promosso sottotenente, la Scuola ufficiali Carabinieri di Roma. Ha prestato servizio nell’Organizzazione territoriale a Napoli, Mondovì (CN) e Roma ed in quella centrale al  comando generale dell’Arma dei Carabinieri nei settori legislativo e degli armamenti ed equipaggiamenti speciali. E’ laureato in Giurisprudenza e Scienze della sicurezza. Dal 16 settembre è comandante provinciale dei Carabinieri di Catania.

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