Regione siciliana: 15 mln di euro per recuperare i beni confiscati alla criminalità - QdS

Regione siciliana: 15 mln di euro per recuperare i beni confiscati alla criminalità

Gabriele Russo

Regione siciliana: 15 mln di euro per recuperare i beni confiscati alla criminalità

martedì 19 Novembre 2013

Potranno presentare progetti i Comuni che intendono destinare gli immobili per usi sociali. Sulla Gurs n. 29/13 l’avviso. Istanze entro il 30 novembre all’assessorato Famiglia

PALERMO – Secondo i dati recentemente pubblicati dall’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati alla criminalità organizzata, la Sicilia è la prima Regione in Italia (oltre 5.200 beni confiscati) per numero di beni sottratti al patrimonio della criminalità organizzata.
Una quota significativa di tali beni è costituita da immobili di diversa natura, quali, ad esempio, terreni, fabbricati ed abitazioni che la legge consente di destinare all’espletamento di servizi di pubblica utilità attraverso l’attribuzione degli stessi al patrimonio indisponibile dei comuni in cui sono ubicati.
Nonostante tale opportunità, un gran numero di immobili non viene di fatto utilizzato perché le condizioni di degrado in cui versano non ne consentono l’immediata fruizione da parte dei comuni. Questi ultimi poi hanno poche risorse da destinare alla riqualificazione e riconversione degli immobili loro consegnati; inoltre, in alcuni casi, anche quelli in buone condizioni rimangono inutilizzati a causa della mancata piena corrispondenza tra le caratteristiche strutturali dell’immobile e le esigenze di una ottimale erogazione del servizio.
Fatte queste considerazioni, il dirigente generale del dipartimento famiglia della Regione Sicilia, Antonella Bullara, ha provveduto a far pubblicare sulla Gazzetta ufficiale della Regione (n. 29 del 21/06/2013) un avviso pubblico che definisce il regolamento per l’utilizzo di oltre 15 milioni di euro. Sono fondi di cui potranno usufruire i comuni siciliani presentando un progetto all’assessorato della Famiglia. Tali fondi derivano dal Po Fesr 2007/2013 che, a seguito della riprogrammazione adottata con decisione Ce C (2012) n. 8405 del 15/11/2012, ha previsto tra l’altro l’inserimento in asse VI “Sviluppo urbano sostenibile” dell’obiettivo operativo 6.3.2 “Migliorare la qualità della vita e favorire la riduzione della marginalità sociale attraverso la riqualificazione e riconversione dei beni confiscati alla criminalità organizzata nei centri urbani e nelle aree marginali”.
Sono ammissibili i progetti presentati dai Comuni in forma singola o associati che riguardino interventi per la riqualificazione, riconversione e ristrutturazione degli immobili confiscati da destinare all’erogazione di servizi finalizzati a ridurre la marginalità sociale con specifico riferimento alle fasce deboli della popolazione (immigrati, donne e minori vittime di violenza, disabili, anziani). Ciò significa che l’immobile oggetto di finanziamento dovrà essere destinato a pronto soccorso sociale o centro di accoglienza per immigrati e fasce deboli della popolazione siciliana.
La richiesta di finanziamento per ciascun intervento non può comunque superare l’importo di € 350.000, all’interno del quale sono ammissibili le spese tecniche (progettazione, direzione lavori, collaudi, etc..) nel limite massimo del 7% dell’importo dei lavori, le spese per l’acquisizione di beni ed attrezzature funzionali al progetto, le spese di pubblicità per il bando di gara per un importo non superiore al 2% del totale del finanziamento concesso.
I progetti ammessi verranno finanziati per il 100% del costo totale previsto dal soggetto proponente, al netto dell’eventuale cofinanziamento dell’ente locale qualora il progetto superi i 350.000 euro.
Le domande di ammissione al finanziamento dovranno essere presentate entro il termine del 30 novembre, sarà poi cura del dipartimento della famiglia e delle politiche sociali curare l’istruttoria per verificare il rispetto degli adempimenti formali. La valutazione di merito delle proposte progettuali pervenute sarà effettuata da una commissione composta da dirigenti e/o funzionari regionali nominati dal dirigente generale del dipartimento.
Saranno finanziati, fino ad esaurimento risorse, tutti i progetti che avranno superato l’istruttoria di ammissibilità e raggiunto il punteggio di 60 punti.

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