La Cancellieri è salva, ma il Governo è debole - QdS

La Cancellieri è salva, ma il Governo è debole

redazione

La Cancellieri è salva, ma il Governo è debole

giovedì 21 Novembre 2013

Dietro la fiducia al ministro restano i malumori politici tra gli alleati

Roma – La Camera dei deputati ha respinto, con 405 voti, la mozione di sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri presentata dal Movimento 5 Stelle per il caso Fonsai. A favore 154, 3 gli astenuti. Presenti 562 deputati.
Il Guardasigilli, nel suo intervento in Aula, si è difesa dichiarando che non esiste “nessuna giustizia di classe”.
 
La situazione di Giulia Ligresti “era già nota sia alla magistratura torinese che all’amministrazione penitenziaria prima della mia telefonata”, ha spiegato. Quindi “non vi è stato nessun inconsueto zelo, né un’anomala tempestività, meno che mai generata da un mio intervento come adombrato da qualcuno, ma un’ordinaria attività di prevenzione che si è sviluppata in maniera assolutamente autonoma, come dimostra la scansione temporale degli avvenimenti. I miei doveri di ministro e la mia coscienza – ha assicurato – non mi avrebbero consentito di comportarmi’” nel caso di Giulia Ligresti “’diversamente da come mi sono comportata” in tanti altri casi di cui è arrivata segnalazione. Sono grata al presidente del Consiglio e ai colleghi’di governo per un sostegno che non è mai mancato”.
La discussione in Aula è iniziata con l’intervento di Tancredi Turco. “Ministro lei, ha la fiducia del governo, ma non quella del Parlamento. È già stata sfiduciata da cittadini italiani”, ha detto il deputato 5 stelle. Giulia Sarti, del M5S, ha sottolineato: da questa vicenda emerge che occorre il numero di cellulare del ministro per avere corsie preferenziali”. Quindi i deputati grillini hanno fatto squillare contemporaneamente i loro cellulari, ‘puntandoli’ verso il Guardasiglli, al grido di “dimissioni, dimissioni”.
Poi una nuova protesta: al termine dell’intervento in sede di dichiarazione di voto del loro collega Andrea Colletti, i parlamentari grillini hanno esposto cartelli con la scritta ‘Cancellieri a casa’ (con tre punti esclamativi). Immediato l’intervento dei commessi. La scritta, però, è rimasta in aula, perché i deputati M5S hanno disposto sugli scranni diversi fogli che compongono la medesima frase : ‘Cancellieri a casa’.
Il capogruppo alla Camera di Fi, Renato Brunetta, parlando in aula ha dichiarato: “Noi annunciamo una fiducia morale e convinta al ministro. Mentre questa – ha aggiunto – è una fiducia in maschera. Oggi il Pd infila un cappio doppio attorno al collo del premier”.

Voto compatto del Pd ma restano le spaccature

ROMA – Il segretario del Pd Guglielmo Epifani ha confermato la fiducia al ministro della Giustizia e le ha chiesto di “continuare il suo lavoro”. Poi , parlando con i cronisti, ha ammesso: “Il governo da oggi è più debole”. Per questo, ha aggiunto, “serve uno scatto”, innanzitutto da parte di Letta.
Giuseppe Civati in aula ha dichiarato: “Dopo aver ascoltato il ministro, mantengo il mio disagio ma per disciplina di partito mi unirò al voto del partito”. Sulla stessa posizione Maria Elena Boschi, deputata Pd vicina a Matteo Renzi: “I dubbi restano tutti” sul caso Cancellieri, “doveva fare un passo indietro. Ma se Letta ci chiede un gesto di responsabilità, noi lo facciamo, Certo il governo non ne esce rafforzato…”. E il Pd come ne esce? chiedono i cronisti: “Il Pd è un partito democratico in cui si discute ma che è unito”.
Ma lo scontro nel Pd, tra la linea del probabile nuovo segretario Renzi – dato dai sondaggi vincitore alle primarie dell’8 dicembre – e il premier Letta, ha dato anche occasione a Forza Italia di polemizzare con l’alleato di maggioranza. Quello odierno è stato “un voto fasullo e insincero da parte del Pd”, ha sottolineato Brunetta.

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