Troppe discariche di eternit abbandonato inciviltà dei cittadini e Comune disattento - QdS

Troppe discariche di eternit abbandonato inciviltà dei cittadini e Comune disattento

Alessandro Accardo Palumbo

Troppe discariche di eternit abbandonato inciviltà dei cittadini e Comune disattento

venerdì 22 Novembre 2013

A Mazara del Vallo si moltiplicano le segnalazioni, ma gli interventi spesso non sono tempestivi

MAZARA DEL VALLO (TP) – Nemmeno i monumenti cittadini più prestigiosi sono protetti dal rischio eternit. L’ultimissima scoperta, in ordine di tempo di una lunghissima serie, riguarda un gioiellino architettonico, aperto da qualche anno ai visitatori per volere dell’amministrazione guidata dal sindaco Nicola Cristaldi: la Chiesa di Sant’Ignazio. Il monumento si trova in piazza Plebiscito, a 10 metri dal più noto Museo del Satiro danzante. Cinque lastre di cemento amianto – alcune delle quali presentano segni di deterioramento, poiché non integre – si trovano in un sottoscala aperto e facilmente accessibile a turisti, cittadini e anche ai bambini. In tale chiesa la stessa amministrazione ha fatto svolgere, in diverse occasioni, incontri di carattere pubblico.
QUANDO LA BUROCRAZIA È DISTRATTA – “Quando ero consulente per la Cultura a titolo gratuito – dichiara al QdS l’attuale assessore alla Cultura, Danilo Di Maria – avevo chiesto all’amministrazione comunale la pulizia della chiesa di Sant’Ignazio, dato che il sito, per decenni, era stato chiuso e adibito a deposito comunale”.
“L’intervento fu fatto – continua l’assessore – e le lastre di eternit, ricordo, erano già allora dove si trovano oggi. E parliamo di circa due anni or sono. Dopo l’uscita della notizia di questi giorni, il funzionario, da me sentito allora, mi ha detto che se ne era dimenticato e che per questo non si era ancora provveduto alla rimozione dell’eternit”. Una dimenticanza poco rilevante poiché, sempre secondo quanto raccontato da Di Maria, per il dipendente comunale altro sarebbe stato più importante: “Ma lì non si può entrare! Anzi, bisognerebbe denunciare quanti vi sono entrati”. Al di là dell’ilarità che la cosa avrebbe provocato – qualora fosse stata fatta una tale denuncia contro cronisti e cittadini che hanno segnalato questa assurda situazione – l’episodio denota quale sia il livello operativo di alcuni funzionari comunali.
DISCARICHE ABUSIVE DI AMIANTO: LE DENUNCIE DI LEGAMBIENTE – “In Via Livorno – segnalava il 10 giugno 2013 il circolo Legambiente ‘Fata Morgana’ – in prossimità del cancello di accesso della scuola elementare Bonsignore un possibile illecito (punibile ai sensi dell’art. 192 del Dl 3 aprile 2006, n.152)” chiedendo “il prima possibile la rimozione in sicurezza dei cumuli di cemento-amianto”. E ancora il 26 dello stesso mese, sempre gli attivisti del Cigno verde, segnalavano che “in via Serroni esiste un sito che (…) si è trasformato in (…) ricettacolo di rifiuti di ogni genere: cumuli di cemento-amianto, inerti da demolizione, ingombranti, Raee, pneumatici, rifiuti solidi urbani e assimilabili”. Anche tale denuncia – corredata da immagini – per la quale si chiedeva risposta nel termine di 30 giorni, è caduta nel nulla.
ALTRE INTERROGAZIONI SENZA RISPOSTA – Nell’aprile del 2013 i consiglieri comunali di opposizione Francesco De Blasi e Gianluca Messina interrogavano l’amministrazione comunale, richiedendo risposta per iscritto, sulla spinosa questione: “Rilevato che il nostro territorio è disseminato di discariche abusive e in particolare di eternit, si interroga su quali provvedimenti siano stati adottati, per contrastare e arginare la suddetta problematica; se, da quando è pervenuta la prima denuncia, correlata di prove video e fotografiche, sono state intraprese opere di bonifica e di recupero delle zone interessate”. Da allora a oggi nessuna risposta è giunta a tale interrogazione da parte dell’amministrazione Cristaldi.

DOPO UN ANNO AUMENTA L’AMIANTO IN VIA BESSARIONE
– “Esattamente a un anno dalla mia precedente segnalazione alle autorità competenti – scriveva nel luglio 2013 in un’ennesima lettera aperta uno dei residenti della zona – nello stesso sito, via Bessarione civico 190, ritorno a segnalare la presenza di ulteriori lastre d’amianto abbandonate”.
Ad agosto scorso le molteplici segnalazioni per questo sito, secondo un’altra cittadina che abita in quell’area, qualcosa hanno prodotto: “L’unica cosa che abbiamo ottenuto è un po’ di nastro giallo che segnala la presenza di amianto in alcuni punti della città”.
LA PETIZIONE ON LINE HA SOLO 62 FIRME – In pochi lo sanno o poco interessa, visto che ha ricevuto poche decine di firme, ma sullo spinoso argomento dell’amianto c’è anche una petizione sul web, lanciata dal cittadino Emanuela De Siati, rivolta al ministero della Salute: Smaltimento dell’eternit presente a Mazara del Vallo. Chiunque volesse può scegliere di sostenerla a questo indirizzo internet: https://www.change.org/it/petizioni/ministero-della-salute-smaltimento-dell-eternit-presente-a-mazara-del-vallo.
 

Ci si occupa soltanto delle emergenze

MAZARA DEL VALLO (TP) – “Non c’è programmazione amministrativa. Si va a rincorrere l’emergenza”. Non sono le parole di un ambientalista o di un consigliere comunale dell’opposizione, ma di uno degli addetti incaricati dal Comune per la lotta all’amianto, Alberto Gancitano.
“Bisognerebbe predisporre – spiega – un piano per aiutare lo smaltimento dell’eternit da parte dei cittadini. Ora provvederemo tramite posta elettronica certificata per invitare le ditte specializzate in smaltimento, a Mazara ce ne sono due, a rimuovere il cemento amianto depositato abusivamente nel sottoscala della chiesa”.
“Probabilmente – aggiunge – ci vorranno tra i quattrocento e i cinquecento euro per effettuare il corretto smaltimento di queste cinque lastre a Sant’Ignazio. I fondi ci sono perché in caso di emergenza si deve in ogni caso intervenire”.
Secondo Gancitano, che fa parte del 3° settore Lavori pubblici si dovrebbe però riconoscere anche il lavoro svolto finora dal Comune. “Si parla solamente dell’amianto da rimuovere –conclude – ma nulla si dice sui molteplici interventi già effettuati. Abbiamo, per esempio, denunciato diversi soggetti per illeciti ambientali e in alcuni casi si è giunti anche alla confisca dei terreni sui quali i proprietari non vigilavano o si rinvenivano discariche abusive, ma di questo non si parla”.

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