“L’intervento fu fatto – continua l’assessore – e le lastre di eternit, ricordo, erano già allora dove si trovano oggi. E parliamo di circa due anni or sono. Dopo l’uscita della notizia di questi giorni, il funzionario, da me sentito allora, mi ha detto che se ne era dimenticato e che per questo non si era ancora provveduto alla rimozione dell’eternit”. Una dimenticanza poco rilevante poiché, sempre secondo quanto raccontato da Di Maria, per il dipendente comunale altro sarebbe stato più importante: “Ma lì non si può entrare! Anzi, bisognerebbe denunciare quanti vi sono entrati”. Al di là dell’ilarità che la cosa avrebbe provocato – qualora fosse stata fatta una tale denuncia contro cronisti e cittadini che hanno segnalato questa assurda situazione – l’episodio denota quale sia il livello operativo di alcuni funzionari comunali.
DOPO UN ANNO AUMENTA L’AMIANTO IN VIA BESSARIONE – “Esattamente a un anno dalla mia precedente segnalazione alle autorità competenti – scriveva nel luglio 2013 in un’ennesima lettera aperta uno dei residenti della zona – nello stesso sito, via Bessarione civico 190, ritorno a segnalare la presenza di ulteriori lastre d’amianto abbandonate”.
Ad agosto scorso le molteplici segnalazioni per questo sito, secondo un’altra cittadina che abita in quell’area, qualcosa hanno prodotto: “L’unica cosa che abbiamo ottenuto è un po’ di nastro giallo che segnala la presenza di amianto in alcuni punti della città”.
MAZARA DEL VALLO (TP) – “Non c’è programmazione amministrativa. Si va a rincorrere l’emergenza”. Non sono le parole di un ambientalista o di un consigliere comunale dell’opposizione, ma di uno degli addetti incaricati dal Comune per la lotta all’amianto, Alberto Gancitano.
“Bisognerebbe predisporre – spiega – un piano per aiutare lo smaltimento dell’eternit da parte dei cittadini. Ora provvederemo tramite posta elettronica certificata per invitare le ditte specializzate in smaltimento, a Mazara ce ne sono due, a rimuovere il cemento amianto depositato abusivamente nel sottoscala della chiesa”.
“Probabilmente – aggiunge – ci vorranno tra i quattrocento e i cinquecento euro per effettuare il corretto smaltimento di queste cinque lastre a Sant’Ignazio. I fondi ci sono perché in caso di emergenza si deve in ogni caso intervenire”.
Secondo Gancitano, che fa parte del 3° settore Lavori pubblici si dovrebbe però riconoscere anche il lavoro svolto finora dal Comune. “Si parla solamente dell’amianto da rimuovere –conclude – ma nulla si dice sui molteplici interventi già effettuati. Abbiamo, per esempio, denunciato diversi soggetti per illeciti ambientali e in alcuni casi si è giunti anche alla confisca dei terreni sui quali i proprietari non vigilavano o si rinvenivano discariche abusive, ma di questo non si parla”.