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Catania – Fontanarossa non è “appetibile” così i fondi Ue vanno a Palermo

Melania Tanteri

Catania – Fontanarossa non è “appetibile” così i fondi Ue vanno a Palermo

martedì 26 Novembre 2013

Mancato inserimento nel Piano europeo dei trasporti. Mancini (Sac): “Vicenda posta già due anni fa”. Intermodalità inesistente, sonora bocciatura dello scalo aeroportuale etneo

CATANIA – Una tragedia di proprorzioni enormi. Il mondo dell’imprenditoria ha commentato così il declassamento del sistema territoriale etneo da parte dell’Unione europea che ha deciso di escludere l’aeroporto di Fontanarossa dalla rete Core Ten-T e, quindi, dai finanziamenti europei per i prossimi anni.
Il Parlamento Europeo ha infatti approvato, e quindi ratificato in maniera definitiva, il mancato inserimento del “sistema infrastrutturale” di Catania nel Piano europeo dei trasporti. Una sonora bocciatura non tanto dello scalo aeroportuale in sè, ma del sistema infrastrutturale che lo circonda, privo di trasporti intermodali, arrivata nonostante gli allarmi lanciati dalla Sac, la Società che gestisce lo scalo, che da anni chiedeva interventi strategici.
“Spiace evidenziare come la vicenda fosse stata da noi posta alla politica siciliana quasi 2 anni fa – ha affermato Gaetano Mancini, ad di Sac – quando ancora si era in condizioni per intervenire più agevolmente che non oggi. Prendiamo atto che nessuno degli amministratori del tempo ha voluto farsene carico – ha continuato – mentre per Palermo i soggetti politici interessati hanno agito con ben altra tempestività”.
Lo scalo palermitano è infatti tra quelli sui quali l’Unione europea ha deciso di investire. E questo, nonostante “Serva solo due delle nove province dell’Isola”, come ha specificato dal sindaco di Catania, Enzo Bianco che ha definito il declassamento una “vergogna. Una decisione assolutamente incomprensibile. Catania è oggi l’aeroporto più importante del Sud Italia, più importante di Napoli, di Bari e di Palermo – ha aggiunto – e ci batteremo con le unghie e con i denti per difendere l’interesse non solo di Catania ma dell’intera Sicilia”.
Eppure c’è chi imputa proprio al sindaco Bianco la bocciatura di Fontanarossa. A gridare allo scandalo è, principalmente, il Tavolo per le imprese, il soggetto che raccoglie numerosi imprenditori catanesi, che sin da settembre avevano sollecitato il governo cittadino e quello regionale a fare qualcosa per scongiurare l’ipotesi, che alla fine si è verificata, che l’aeroporto cittadino venisse depennnato dalla lista degli scali appetibili.
“Il sindaco Bianco oggi si scandalizza per la bocciatura di Fontanarossa ma noi lo avevamo avvisato – ha commentato Giuseppe Ursino, del Tavolo. A questo punto – ha proseguito – il sindaco lavori con determinazione per recuperare la fragile situazione delle infrastrutture logistiche della città. L’Europa ci chiede di fare sistema infrastrutturale come area vasta – ha concluso – solo così potremo avere una corsia preferenziale nella Programmazione 2014/20”.
C’è chi, invece, la responsabilità la divide tra tutti i soggetti coinvolti a tutti i livelli istituzionali. Come Pietro Agen, presidente di Confcommercio Sicilia.
“In merito al declassamento dell’aeroporto Fontanarossa di Catania credo che, piuttosto che parlare di cecità di Bruxelles, faremmo bene a parlare di responsabilità a tutti i livelli della Sicilia – ha commentato -. Certamente, è mancata la capacità di presentare progetti di sviluppo e interconnessione che, seppur in fieri, esistono. La speranza oggi è riposta nel ministro Lupi, e nonostante venga da dire che la speranza è l’ultima a morire, credo sia arrivato il momento di promuovere un movimento unitario per difendere il primo aeroporto del Sud. Tutti dovranno fare la loro parte, compresa l’opposizione, che mi pare sul tema da troppo tempo silenziosa”.

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