Rubati dai partiti 2,2 mld di euro in 16 anni - QdS

Rubati dai partiti 2,2 mld di euro in 16 anni

Carlo Alberto Tregua

Rubati dai partiti 2,2 mld di euro in 16 anni

mercoledì 04 Dicembre 2013

Violato il referendum del 1993

Non è la prima volta che una classe politica ladrona non tiene in alcun conto la massima espressione del popolo attraverso il referendum. Uno di essi, ad esempio, del 18/4/1993, ha previsto l’abolizione del ministero dell’Agricoltura, ma con successiva legge 491/1993 è rinato, denominandolo ministero delle Politiche agricole.
Il referendum del 1993 che abolì il finanziamento pubblico ai partiti è stato violato con ben cinque leggi (2/97, 157/99, 156/2002, 51/2006, 96/2012). Con esse, di riffa o di raffa, i partiti hanno portato a casa 2,2 mld di euro.
Seppur con ritardo, la Corte dei Conti del Lazio, nella persona del procuratore generale Raffaele De Dominicis, ha evidenziato come le cinque leggi siano in evidente contrasto con il referendum del 1993, che – ricordiamo – abrogò il finanziamento pubblico dei partiti con ben il 90,3% dei votanti.

La Corte dei Conti ha posto senza esitazioni la non manifesta incostituzionalità delle cinque leggi davanti alla Corte Costituzionale, la quale sarà chiamata a valutare se esse non abbiano violato apertamente il volere popolare. A noi sembra del tutto evidente come tale violazione ci sia, con la conseguenza che se dovesse essere attivata la mannaia della suprema Corte, i partiti dovrebbero restituire i 2,2 mld € incassati, non si sa bene come, e non potrebbero più prenderne da oggi in avanti.
Se così fosse, sarebbe accertato un vero e proprio furto di soldi pubblici da parte di apparati che, fra l’altro, in questi 16 anni, hanno affossato l’Italia, avendo avuto la responsabilità della conduzione politica del Paese, indipendentemente dalla loro ubicazione al centro, a destra o a sinistra.
Dispiace che quotidiani e televisioni abbiano dato poco risalto a questo importante fatto. Non pensiamo alla loro connivenza, bensì a una forma di sottomissione psicologica, secondo la quale non bisogna disturbare il manovratore.
Ci auguriamo che la Corte costituzionale emetta una sentenza definiva di fronte a questo sconcio, cioè all’abuso e al saccheggio delle risorse pubbliche che i contribuenti italiani continuano a pagare con immensa fatica.
 

Un’altra questione che ha avuto poco risalto sulla stampa riguarda il rapporto della Guardia di Finanza sulla corruzione, in particolare sulle truffe di semplici cittadini che fingono di essere indigenti e firmano autocertificazioni false pur di appropriarsi di sussidi, di pensioni, di indennità per disabili perfettamente sani, per non pagare asili, mense e via enumerando.
Sembra, secondo il rapporto, che questa particolare corruzione costi all’Italia almeno 3 mld €. Ma la corruzione, nel suo insieme, viene stimata fra gli 80 e i 100 mld €, uno dei macigni in capo agli italiani, oltre a quello del lavoro nero e della mafia, duri da sopportare.
Vi è poi un altro dolente filone di corruzione e riguarda gli illeciti dei dipendenti pubblici corrotti, che fanno di tutto per farsi corrompere: una cancrena che l’assenza dei Niai (Nuclei investigativi affari interni) mantiene in vita.

Sono stati denunciati 496 dipendenti che hanno causato un danno di 123 mln €, 150 consulenti che hanno causato un danno di 8,5 mln €, 1.119 casi di corruzione sui fondi Ue per 353 mln €, 626 casi per 233 mln € nella sanità, 360 casi per 329 mln € in gare d’appalto, 552 casi per 172 mln € nella gestione del patrimonio pubblico e 88 casi per 150 mln € nelle attività di riscossione. Un totale di oltre 2 mld € di truffe nella Cosa pubblica.
Questa corruzione così estesa non si ferma, perché il sistema pubblico gestito dal ceto politico e dalla burocrazia è basato costantemente sul favore e sull’interesse privato che mette molto in basso, invece, quello generale.
I bravi italiani sono la stragrande maggioranza; corrotti e corruttori sono una minoranza ma agguerrita, ben introdotta, capace di oleare gli ingranaggi, anche perché tali ingranaggi sono disposti a farsi oleare.
La corruzione è stata il disastro della Grecia e crea seri problemi alla Cina. Non vorremmo essere assimilati a quei due Paesi così distanti fra loro ma così vicini per questa malattia.
Ora, occorrono riforme, trasparenza e serrati controlli per abbattere la corruzione. Oppure la corruzione abbatterà i cittadini.

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