Formazione pasticciona, sistema traballante e aspetti poco chiari - QdS

Formazione pasticciona, sistema traballante e aspetti poco chiari

Michele Giuliano

Formazione pasticciona, sistema traballante e aspetti poco chiari

giovedì 05 Dicembre 2013

Gli enti denunciano procedure farraginose per attivare la nuova stagione. Si pensa a una class action. Anche il trasferimento di 506 corsi al Ciapi non segue i dettami dell’Avviso 20 del 2011

PALERMO – Gli infiniti problemi della formazione professionale siciliana. Tappata una falla se ne riapre un’altra. Le innovazioni impostate dal governo regionale per il nuovo anno formativo che sta per partire, seppur fra mille dubbi, lasciano in alcuni casi perplessi gli addetti ai lavori. Per primi gli stessi enti di formazione, anche quelli storici, che muovono una serie di criticità. Lo hanno messo nero su bianco le associazioni degli enti Forma Sicilia, Anfop Sicilia, Asef, Assofor e Cenfop le quali si rivolgono al presidente della Commissione Bilancio ed al Presidente della Commissione Lavoro all’Ars al fine di essere ascoltati in audizione presso l’Assemblea regionale.
La stesse associazioni datoriali si dicono preoccupate per la grave situazione del sistema della formazione professionale per il permanere del grave stato di crisi del settore alla luce di alcune scadenze ad oggi disattese da governo regionale sulla pubblicazione dei decreti di finanziamento, sulle pubblicazioni degli strumenti per l’attivazione delle procedure di avvio attività e per la richiesta delle prime anticipazioni della nuova corsualità.
“E’ ormai pleonastico ricordare – scrivono gli enti – che la direttiva numero 45555 dell’8 luglio 2013 cita che si doveva dar vita alla riedizione delle proposte progettuali senza soluzione di continuità rispetto all’annualità formativa precedente, mentre ad oggi, passati cinque mesi, ancora si attendono i decreti di finanziamento ed impegno”.
 
Non solo questo: Forma Sicilia, Anfop Sicilia, Asef, Assofor e Cenfop mettono in evidenza il fatto che quest’anno l’amministrazione avrebbe richiesto innumerevoli e sempre più complessi adempimenti e farraginose procedure che paralizzerebbero l’operato degli enti, senza assicurare la imprescindibile continuità dei servizi amministrativi: “Il tutto mentre le nostre risorse, non solo finanziarie, – prosegue la lettera – si stanno esaurendo e il sistema complessivamente sta esplodendo e implodendo, in maniera definitiva e irreparabile. Al fine di evitare più gravi tensioni occupazionali e sociali, chiedono, pertanto, con forza e altrettanta dignità, di intervenire subito con la necessaria saggezza e lungimiranza. In loro nome, reclamano rispetto e desiderano svolgere, al pari delle altre Istituzioni formative, il compito educativo affidato a beneficio dei minori, dei giovani, degli adulti, dei disoccupati e delle categorie svantaggiate della nostra Isola, essendo chiamati a contribuire al cambiamento del sistema formativo”.
Ma questo è solo il grido di allarme di alcuni enti ma sarebbero decine e decine le altre associazioni del settore a lamentarsi dell’apparato al punto che si va ventilando l’ipotesi di una “class action” contro l’attività del governo e dell’amministrazione regionale. C’è chi contesta, ad esempio, la delibera di giunta di qualche giorno fa che trasferirebbe 506 corsi di formazione professionale al Ciapi di Priolo con finanziamento e personale senza seguire i dettami dell’Avviso 20/2011.
 

 
L’approfondimento. Avviso 20: esistono delle irregolarità?
 
Secondo alcuni enti di formazione la seconda annualità è stata finanziata per confermare le stesse corsualità disciplinate dai richiami normativi e amministrativi dell’Avviso 20. L’assegnazione del governo delle ore formative degli enti definanziati per revoca dell’accreditamento al Ciapi di Priolo violerebbe il richiamo alla legge regionale numero12 del 22 aprile 1987, che prevede l’assegnazione ad enti formativi di cui all’articolo 4 della legge regionale n.24 del 6 marzo 1976. Eppure la legge numero 12/87 è richiamata nell’Avviso 20/2011. E se la seconda annualità altro non è che la replica della prima, allora si è in presenza di una grave violazione delle disposizioni contenute nell’Avviso 20. C’è poi la questione della sottoscrizione lo scorso 12 novembre dell’accordo con le parti sociali che sarebbe in contrasto con il contenuto della circolare numero10/94 che l’esecutivo non è riuscito ancora a sostituire. La creazione di una lista regionale del personale in esubero contrasta con la previsione delle liste provinciali individuate dalla citata circolare 10. Insomma, sembra di essere in presenza di un sistema formativo che si contorce su se stesso e fatica a trovare spiragli.

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