Giovanni Legnini: "Legge di stabilità, i tre punti da cui ripartire" - QdS

Giovanni Legnini: “Legge di stabilità, i tre punti da cui ripartire”

Alessio Petrocelli

Giovanni Legnini: “Legge di stabilità, i tre punti da cui ripartire”

venerdì 06 Dicembre 2013

Forum con Giovanni Legnini, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria

Quali sono gli argomenti rilevanti discussi ed introdotti nella legge di stabilità?
“Ci sono tre argomenti molto rilevanti, il primo riguarda l’avvio della riduzione del carico fiscale sul lavoro. E’ stato fatto un primo passo nella giusta direzione, auspicata sia dal mondo delle imprese che dai lavoratori. I redditi sotto i 32.000 euro lordi potranno avere uno sgravio medio di 225 euro annui. Si tratta di una misura che è stata criticata solo perché è considerata insufficiente, ma i vincoli finanziari sono noti ed è in corso un lavoro per destinare una quota delle risorse provenienti dalla spending review e dall’evasione fiscale. Queste risorse potrebbero alimentare un fondo finalizzato ad accrescere, nel tempo, la riduzione del costo del lavoro e stiamo valutando se inserirla alla Camera. Secondo punto, una riforma di struttura sul tema della fiscalità immobiliare locale, con l’istituzione della Iuc (Imposta unica comunale). Abbiamo ricondotto questo tema dentro una cornice sistemica. La nuova imposta si compone di 3 parti; c’è la componente patrimoniale della vecchia Imu, c’è la componente rifiuti (Tari) e c’è infine la componente della Tasi, cioè la parte destinata a finanziare i servizi indivisibili. Posso dire che attraverso i tre interventi di miglioramento che abbiamo fatto, si pagherà meno che in passato, certamente rispetto al 2012 e l’aliquota massima per immobili diversi dalla prima casa sarà al 10,6 per mille. Inoltre, il fondo di 500 milioni per i Comuni, per introdurre le detrazioni, quando le condizioni lo permetteranno, potrà essere ulterioremente incrementato. Come e per chi esentare o ridurre lo decideranno i Comuni sulla base di un’impostazione autenticamente federalista, lo Stato produce una norma cornice e lascia un margine di manovrabilità e di flessibilità ai Comuni”.
Uno dei nodi più intricati era proprio questo, come aumenta il fondo sulle detrazioni?
“Questo fondo a cui lei si riferisce è quello di 500 milioni di euro per la prima casa, cui si aggiungono 200 milioni per le deduzioni ulteriori sugli immobili destinati ad attività produttive. Esentare o ridurre le imposte sulla prima casa è possibile, dunque, con una dote finanziaria attribuita ai comuni a cui gli stessi potranno aggiungere altro con decisioni autonome”.
Qual è il terzo punto innovativo di questa legge di stabilità?
“Il terzo punto riguarda le piccole e medie imprese. L’aumento della detrazione Ires dal 20% al 30% per gli immobili produttivi e un sistema di garanzie pubbliche per l’accesso al credito attraverso il meccanismo leva affidato alla Cassa depositi e prestiti che potrà anche acquistare pacchetti di crediti in sofferenza per consentire alle banche di poter erogare più credito alle piccole e medie imprese. Nasce il sistema nazionale di garanzia nel quale sono ricompresi tre fondi che godono della garanzia dello Stato: quello già esistente per le Pmi, uno dedicato ai grandi progetti di ricerca e innovazione e un terzo per la prima casa. È previsto il supporto del sistema con 1,2 miliardi del Fondo sviluppo e coesione (Fsc), dei quali 600 milioni da utilizzare esclusivamente per le Pmi del Sud. Nasce anche un fondo per patrimonializzare i Confidi di 100 milioni per il 2014, 150 milioni per il 2015 e 200 milioni per il 2016. Infine, i contribuenti che hanno ricevuto cartelle esattoriali da Equitalia potranno sanare la loro posizione pagando l’imposta al 100% e le sanzioni ma senza corrispondere gli interessi di mora”.
Ci sono novità sui costi standard?
“Verranno applicati dal 2015 anticipando di un anno il termine previsto in precedenza”.
Lei pensa che alla Camera tutto questo verrà approvato oppure si tornerà alla bagarre in Senato?
“Saranno sicuramente apportate delle modifiche aggiuntive e migliorative, ci sono poi alcuni temi che il Senato ha lasciato alle determinazioni della Camera, il patto di stabilità, le pensioni ed altro. Il testo tornerà poi in Senato per la lettura conclusiva. Ricordo che questa è la prima legge dopo 5 anni che restituisce qualcosa all’economia ed alle famiglie italiane”.

Quando è stata emanata la legge sull’editoria, che ha giustamente riformato tutti i calcoli sui contributi, è entrata in vigore a luglio ma con decorrenza da gennaio dello stesso anno creando alcuni problemi. Come pensate di porvi rimedio? 
“Nella legge di stabilità è previsto un fondo straordinario da 120 milioni in tre anni, 50 milioni nel 2014, 40  milioni nel 2015 e 30 milioni nel 2016 per le imprese orientate all’innovazione tecnologica e digitale. La legge  che lei ha richiamato sta dando dei buoni risultati, non possiamo nasconderci che nel tempo, come peraltro in  ogni settore di contribuzione pubblica, sono emerse irregolarità e comportamenti illeciti e, in alcuni casi, vere e  proprie truffe di cui si è occupata e tutt’ora si occupa l’autorità giudiziaria. Questo, sia detto per inciso, è in larga  parte il prodotto della stretta collaborazione che il Dipartimento per l’editoria ed i Nuclei Speciali della Guardia  di Finanza. Nel nostro Paese all’attuale regime di contribuzione diretta che interessa, nel suo complesso, un numero comunque circoscritto di testate, sono destinate risorse finanziarie pubbliche pari a circa 95,7 milioni di euro cifra stanziata nel bilancio di previsione della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il solo anno 2013 e ulteriormente ridotto con la spending review. Tale importo è frutto dell’integrazione di 45 milioni di euro disposta dall’ultima legge di stabilità per il solo anno  2013. Mentre per il 2014 siamo a 58 milioni e mi auguro che la Camera provveda a integrare il fondo”.



Il tema della corruzione tra resistenze e ritardi

Sul piano generale il tema della corruzione è stato affrontato? Perché nonostante l’introduzione di una legge con il governo Monti ci sono poi delle resistenze?
“La legge anticorruzione è una legge importante, sono stati approvati due decreti legislativi che attuano la legge 190 del 2012: Il primo provvedimento riordina tutte le norme che riguardano gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione delle informazioni da parte delle pubblica amministrazione e introduce alcune sanzioni per il mancato rispetto di questi vincoli. Ogni volta che in questo paese ci sono delle riforme ci sono però anche delle resistenze, io ad esempio combatto ogni giorno con chi deve provvedere ai decreti attuativi e non li fa”.
Non c’è un modo per semplificare questi processi?
“Ci stiamo lavorando, anzitutto stiamo cercando di persuadere e di stimolare, stiamo anche cercando di individuare dei meccanismi di semplificazione. Lei pensi che di tutte le norme approvate dal governo Monti, circa 400 sono ancora in attesa dei decreto di attuazione, sono una mole enorme di provvedimenti”.
Ma non è un iter burocratico troppo macchinoso secondo lei?
“Questa è un tema importante e stiamo studiando delle misure da adottare, ci sono casi nei quali la genericità della norma la superi rinviando al decreto attuativo. In una parola occorre fare leggi migliori per evitare il rinvio ad un decreto attuativo abbassando conseguentemente il numero degli stessi, occorrono norme precettive. Questa attività, allo stato attuale persuasiva, è volta allo smaltimento dei provvedimenti attuativi, stiamo però valutando misure organizzative che possano contribuire alla risoluzione di questo tema”.



Reddito minimo garantito in corso le prove tecniche

Avremo un fondo per il reddito minimo garantito tramite il contributo straordinario sulle pensioni a 90.000 euro?
“Questo che cita lei è una delle misure importanti e preziose peraltro quantitativamente non paragonabile ad altre misure, ma comunque significativa. Un fondo per contrastare il disagio sociale e la povertà finanziato dal prelievo ulteriore sulle pensioni d’oro, una misura di equità. Il contributo di solidarietà sarà sulle pensioni Inps più alte, esse subiranno un prelievo progressivo tra il 6 e il 18%, il livello di pensione oltre il quale scatterà il contributo è di 90mila euro annui e le risorse serviranno a finanziare la nascita di una forma di sostegno al reddito per i cittadini indigenti, misura affidata ai Comuni. Inoltre, con la riduzione del 50% che decidemmo due anni fa abbiamo prodotto un risparmio di 68 milioni che abbiamo destinato ai territori colpiti dalle calamità naturali. Per la Sardegna, che avrà risorse proprie, il commissario straordinario per l’emergenza potrà predisporre un piano di interventi per la messa in sicurezza del territorio. Abbiamo, altresì, aumentato il fondo per la non autosufficienza di 100 milioni e rifinanziato al carta acquisti.
Insomma, un complesso di scelte finalizzato a contrastare l’aumento preoccupante della povertà e del disagio sociale”.

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