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Messina – Frane e alluvioni, si gioca ancora con sicurezza e salute della gente

Francesco Torre

Messina – Frane e alluvioni, si gioca ancora con sicurezza e salute della gente

venerdì 06 Dicembre 2013

Galati Marina, Giampilieri e altri territori colpiti sistematicamente da maltempo e mareggiate. Intere comunità in ginocchio dopo le ultime pioggie: gli interventi in stallo

Messina – Altri danni al territorio. Puntuale come un orologio svizzero, l’autunno ha regalato anche quest’anno il suo evento atmosferico eccezionale, mettendo in ginocchio intere comunità. Fortunatamente non si sono registrate vittime né feriti, la furia dell’acqua si è infranta contro piccoli edifici, rimesse e strade, tra Giardini Naxos e Tremestieri ma soprattutto a Galati Marina. Eppure sono state ore di paura, anche a Giampilieri, soprattutto a Giampilieri, dove decine di famiglie sono state costrette a tornare nelle loro case adiacenti alle “zone rosse” a causa della fine dei contributi straordinari per l’affitto. Ci si chiede: ci sarà mai una fine per questo ormai ordinario stato di emergenza?
Gli eventi occorsi recentissimamente in Sardegna ci dimostrano come il problema del dissesto idrogeologico del territorio sia nazionale, ma i consuntivi parziali che si possono tracciare a 4 e a 2 anni di distanza dai grandi eventi tragici messinesi dimostrano come l’attuale classe dirigente di casa nostra non abbia saputo nè voluto arginare il fenomeno.
1 ottobre 2009 – L’unica buona notizia riguarda il Genio Civile di Messina, che ha annunciato pochi giorni fa la firma di otto nuovi contratti per un totale di 22 mln € investiti nella ricostruzione delle aree devastate dall’alluvione a Giampilieri, Altolia, Briga, Santa Margherita e Scaletta Zanclea. Nonostante i tanti proclami e le promesse, qui a fare i fatti sono sempre i soliti noti, costretti però a fermarsi quando la burocrazia si mette di mezzo. Come per il cantiere riguardante il grande canale fugatore di Giampilieri, bloccato da ottobre perché la Protezione Civile regionale non paga la somma dovuta per i cinque espropri necessari. E il centro storico del villaggio è ancora senza vita, distrutto, silenzioso e triste.
22 novembre 2011 – Andando sul versante tirrenico, la lista delle doglianze si fa – se possibile – ancora più lunga. A distanza di due anni dall’evento che causò la morte di tre innocenti a Scarcelli, i lavori di messa in sicurezza del territorio non sono mai iniziati. Peggio, non è stato investito nemmeno un euro, a parte i contributi per l’affitto (fermi al 2012) e quelli per le attività commerciali. Un progetto esecutivo ci sarebbe, sempre del Genio Civile, ma mancano 8 mln di € per finanziarlo. A tal proposito va ricordato che qui l’anno scorso per il primo anniversario il neo-presidente Crocetta disse “basta con la solidarietà delle chiacchiere”. Nel secondo anniversario non si è fatto nemmeno vedere: evidentemente ha sostituito la “solidarietà delle chiacchiere” con una totale mancanza di solidarietà. E i fatti lo dimostrano. Purtroppo.
L’INGEGNERE CAPO – Mareggiate colpiscono e devastano litorali. Le comunità già colpite sono state abbandonate a se stesse. Il processo per l’alluvione del 2009 è da rifare. I finanziamenti per la messa in sicurezza latitano sia a livello nazionale che regionale. E in tutto ciò, l’unica questione di interesse pubblico sul tema sembra essere l’eventuale trasferimento in altro ufficio dell’Ing. capo Gaetano Sciacca. Sono bastate infatti alcune voci dei media a riguardo di un suo possibile passaggio all’Urega o al Genio Civile di Palermo per scatenare una polemica tra istituzioni e dar vita alla solita, becera, retorica d’accatto. Sia ben chiaro, Sciacca è sicuramente il volto buono della messa in sicurezza di Giampilieri, e in questi anni ha vestito anche i panni – scomodi – di unico baluardo contro la cementificazione selvaggia, soprattutto sulle colline cittadine. Ma un suo eventuale trasferimento, magari una possibile promozione, sta nelle cose della vita e non può scatenare il panico tra la gente. La politica dei super-eroi è sempre destinata ad infrangersi (se non altro perché poi questi cambiano città, ufficio, o muoiono), per cui sarebbe più saggio che ciascuno – ognuno per quanto di propria competenza – si accollasse una piccola parte di quella responsabilità civile che non può e non deve stare sulle spalle di una persona sola. Crocetta, ad ogni modo, ha smentito ogni ipotesi di trasferimento. Almeno per ora.

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