Classe dirigente, votare Renzi-Blair - QdS

Classe dirigente, votare Renzi-Blair

Carlo Alberto Tregua

Classe dirigente, votare Renzi-Blair

venerdì 06 Dicembre 2013

Tagliare la spesa pubblica improduttiva

Le riforme tedesche approvate dalla coalizione rosso crociata (social democratici) degli anni Duemila hanno estirpato quasi del tutto la malapianta del nero, creato dieci milioni di posti di lavoro, fatto aumentare gli stipendi, reso competitivo il sistema delle imprese, che hanno creato nuovo lavoro, ridotto il costo della previdenza al 27 per cento contro il 40 dell’Italia. In Germania non esiste l’Irap, la pressione fiscale è dieci punti inferiore a quella italiana, il welfare più esteso e, in genere, la qualità della vita nettamente migliore.
In Italia, secondo il Dpef 2013, la spesa pubblica prevista è di 807 miliardi (725 corrente e 82 per interessi sul debito sovrano). Di essa viene stimato un possibile taglio di cento miliardi, senza che i servizi sociali e l’assistenza ai cittadini più deboli ne soffrano, ma solo eliminando i privilegi di voracissimi vampiri che continuano a sottrarre risorse pubbliche per i loro interessi personali.

Il governo Monti ha rimesso in ordine i conti aumentando il carico fiscale su imprese e cittadini. Ad esso va riconosciuto il merito di quattro importanti riforme al risparmio: i tagli ai costi della politica regionale, l’aggiornamento della previdenza, con un risparmio a regime di 80 miliardi e l’abolizione dei tribunalini con un risparmio stimato di dieci miliardi.
Poi ha fatto una quarta riforma, lasciata a metà, l’abolizione delle inutili Province. Inoltre, ha approvato i Dlgs 33 e 39 contro la corruzione e per la trasparenza.
Il governo Letta, invece, in sette mesi non ha approvato alcuna riforma, cincischiando e continuando a galleggiare con un conseguente danno per le finanze pubbliche, che non possono essere risollevate se non si tagliano gli sprechi. La nomina del commissario Cottarelli non ha prodotto ancora alcun risultato.
Eppure l’elenco dei tagli è chiarissimo: chiudere il rubinetto del finanziamento ai partiti, la cui legge è stata sottoposta al vaglio della Corte Costituzionale; approvare la definitiva trasformazione delle Province in Consorzi di comuni senza gli apparati elettivi e burocratici; accorpare i comuni al di sotto dei cinquemila abitanti; chiudere le ottomila partecipate regionali e comunali.

 
L’elenco prosegue. Riformare la legge elettorale, istituire la Cassa integrazione per dipendenti pubblici in esubero, complessivamente circa un milione; attivare i precetti dei due Dlgs citati per una lotta serrata alla corruzione, all’evasione e per l’estensione a macchia d’olio e in tempi veloci della trasparenza e digitalizzazione in tutti gli enti pubblici italiani di qualunque genere e tipo.
Prelevare più imposte dal gioco d’azzardo per almeno cinque miliardi; tagliare le spese militari per due miliardi; centralizzare l’acquisto di beni e servizi con un risparmio di trenta miliardi; combattere la corruzione dei pubblici dipendenti e dei cittadini con un risparmio di almeno cinque miliardi.
L’elenco è lungo e potrebbe continuare per alcune pagine, ma abbiamo voluto indicare con concretezza le azioni di revisione della spesa pubblica che il prossimo governo, dopo che avrà riottenuto la fiducia l’11 dicembre dovrà accingersi a fare se non vuole far vincere le elezioni a Grillo e ai suoi grilletti.

Tutto quanto precede si potrà fare in tempi rapidi se il partito di maggioranza, cioè il Pd, concentrerà la sua forza verso le riforme e i tagli indicati prima e questo lo potrà fare se avrà un leader forte, riconosciuto dai propri elettori, ma anche da quelli con altre idee.
E questi non può che essere Matteo Renzi, in quanto sia Cuperlo che Civati fanno parte dell’ala comunista che preferisce la conservazione dello status quo al rinnovamento totale dello stato. Ecco perchè, prendendo una posizione nitida fin da tempi non sospetti, cioè precedente al duello Bersani-Renzi, abbiamo indicato quest’ultimo, con la postilla che la nostra preferenza per il sindaco di Firenze non significava preferenza per quel partito Democratico legato a Vendola e alla Fiom.
Crediamo che tutta la classe dirigente siciliana, insieme ai siciliani danneggiati, elencati nella pagina interna, debbano andare ai banchetti a votare in massa il giovane Blair italiano. Una doverosa apertura di credito in uno scenario popolato da dinosauri non solo d’età ma anche di mentalità.
Ovviamente la nostra apertura di credito è soggetta a verifica entro dodici mesi.

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