Volontariato e lotta alla povertà. In Sicilia istituzioni assenti - QdS

Volontariato e lotta alla povertà. In Sicilia istituzioni assenti

Melania Tanteri

Volontariato e lotta alla povertà. In Sicilia istituzioni assenti

martedì 10 Dicembre 2013

Non sono previsti aumenti di risorse per i fondi sociali, né per il servizio civile e il 5 per mille. A Catania il Forum del Terzo Settore regionale: confronto sulla Legge di Stabilità

CATANIA – Nessun incremento dei fondi, nè azioni concrete che possano permettere di essere ottimisti. Il forum siciliano del terzo settore lancia l’allarme sui contenuti della Legge di stabilità, che attende di essere approvata alla Camera e che, secondo i rappresentanti delle associazioni di volontariato – sono circa 29 quelle che fanno parte del Forum – penalizza ulteriormente il terzo settore in un momento, quello attuale, in cui al contrario bisognerebbe incrementarne le risorse.
Una condizione critica che, in Sicilia, appare particolarmente delicata, stando ai dati ufficiali che scattano la fotografia di una realtà in estrema sofferenza, dove aumentano gli indici non solo della povertà relativa, ma soprattutto di quella assoluta, che fanno dell’Isola la regione più povera del Paese.
Secondo quanto diffuso dall’Istat, in riferimento al 2011, in Sicilia sono 547 mila le famiglie che vivono in povertà relativa, pari al 27,03 per cento della popolazione, e 180 mila in povertà assoluta.
Numeri agghiaccianti che si ripercuotono su altri aspetti del quotidiano, come l’alimentazione e l’istruzione, e che hanno spinto i rappresentanti del terzo settore a riunirsi a Catania per fare il punto ma soprattutto per sollecitare i deputati e i senatori siciliani a puntare maggiore attenzione verso un mondo, quello del volontariato, che sempre di più colma i vuoti istituzionali. Basta guardare ai numeri: il settore impiega a livello regionale 279.202 risorse umane di cui 39.668 addetti, 14.539 lavoratori esterni, 326 lavoratori temporanei e 224.669 volontari.
“Nella legge di stabilità non abbiamo riscontrato quelle novità che in moltissimi attendevamo, e cioè le misure concrete di contrasto alla povertà, il rimpinguamento dei fondi sociali per la non autosufficienza e molto altro- ha spiegato Pippo Di Natale, portavoce del forum- le risorse per le politiche sociali, soprattutto quelle per la non autosufficienza. Oggi – ha continuato – constatiamo con amarezza che la nostra idea di costruire un sistema di welfare a lungo termine, solido e inclusivo, non ha trovato effettivo riscontro tra le priorità di questo governo”.
Non ci sarebbero dunque aumenti di risorse per i fondi sociali, per il 5 per mille, per la cooperazione internazionale, per il servizio civile e, in particolare, mancherebbero chiarimenti su IMU e sulle agevolazioni sull’imposta di registro per il no profit. “Le misure stabilite non bastano – ha aggiunto Maria Rosaria Aquilone, presidente regionale Anteas – e invece, il terzo settore ha bisogno che vengano trovate risorse e che venga messa in moto la progettualità a favore di questo mondo”.
Hanno parlato di “una piccola inversione di tendenza, che resta tuttavia assolutamente insufficiente”, i rappresentanti del terzo settore siciliano, in riferimento alla cancellazione dell’aumento dell’IVA per le cooperative sociali, ma contestualmente hanno evidenziato l’inadeguatezza di misure come la Social card e la necessità di prevedere ulteriori risorse.
“Da questa legge di stabilità – ha sottolineato il presidente regionale delle Acli Sicilia, Santino Scirè – emergono tante note negative che non facilitano affatto il terzo settore. Non c’è stato l’aumento dei fondi per il servizio civile nè vi è stato alcun segnale di contrasto alla povertà”.
Non si sono dati appuntamento solo per criticare l’ex Legge finanziaria. I rappresentanti del terzo settore siciliano, di fronte ai minimi interventi a sostegno del volontariato, hanno avanzato anche alcune proposte concrete, a cominciare dalla necessità di avviare un confronto permanente con tutti i soggetti coinvolti, attraverso un impegno concreto per aumentare il fondo per le politiche sociali, la diversificazione delle misure anti povertà nelle province siciliane, ma soprattutto, l’impegno in sede parlamentare affinché i rischi della nuova legge di stabilità vengano ridotti al minimo per chi vive il terzo settore ogni giorno, come missione di vita.
“Organizzeremo tavoli e incontri tematici a partire da gennaio – ha sottolineato in conclusione Giuseppe Greco, segretario regionale di Cittadinanzaattiva – per chiedere alle istituzioni e ai soggetti coinvolti di incrementare i fondi e le politiche in genere a sostegno del terzo settore. Cominciando dal far pagare chi non lo ha mai fatto o chi ha di più. È necessario – ha concluso – che tutti, ciascuno dalla propria realtà, contribuiscano a tenere alta la visibilità del settore che rappresenta per il Paese una ricchezza vera”.

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