Aiuti alle imprese, istruzioni per l’uso - QdS

Aiuti alle imprese, istruzioni per l’uso

Cettina Mannino

Aiuti alle imprese, istruzioni per l’uso

mercoledì 16 Settembre 2009

Con la Legge n. 9/09, un risparmio del 50% in termini di tasse da versare allo Stato. Gli articoli dal 36 al 46. Anche per i lavoratori di aziende private possibile passare da tempo determinato a indeterminato

PALERMO – Anche i lavoratori di aziende private possono sperare in assunzione, da parte del datore di lavoro, e passare da tempo determinato ad indeterminato. Lo dichiara l’assessore regionale al Lavoro, Luigi Gentile. Lo prevede la nuova legge del 6 agosto 2009 n. 9 che stabilisce le norme in materia di aiuti alle imprese siciliane. La legge, composta da 64 articoli, contempla lo stanziamento di 3 miliardi di euro, recuperati dai fondi strutturali per il periodo 2007-2013.
Ma ci sono 10 punti all’interno della legge, dall’articolo 36 al 46, che in un momento di crisi per il comparto imprenditoriale siciliano sembrano essere una boccata d’ossigeno. Per i dieci articoli sono stati destinati fino a mille milioni di euro, e sono previste agevolazioni sia per i lavoratori svantaggiati che per gli imprenditori. Tuttavia la legge non è ancora applicabile.
“Bisogna aspettare qualche giorno – dichiara l’assessore Gentile -. L’assessorato, infatti, si è attivato per lavorare all’istruttoria della circolare e dunque all’uscita del bando in gazzetta”.
In pratica la prassi, l’unica cosa certa al momento, è un lavoratore che vuole accedere ai benefici della legge deve inviare una domanda via e-mail alla Regione. Ma su questo punto ancora si aspettano precise istruzioni, che verranno fuori insieme al bando dei prossimi giorni.
Dopo sarà una commissione a stabile se l’azienda, che ha fatto richiesta, sarà idonea ad essere inserita fra le “agevolate”. I benefici, in termini economici, per le aziende sono lo sgravio fiscale totale dei contributi previdenziali ed assistenziali nonché dei premi assicurativi obbligatori, per ogni lavoratore assunto.
Il contributo è previsto, in base alla dimensione dell’impresa, per tre anni e solo per i lavoratori che verranno assunti con contratto a tempo indeterminato. Altro dato certo è quello che a fare da tramite tra l’azienda e gli istituti previdenziali, l’Inps, saranno direttamente gli uffici regionali. La legge prevede anche che nel caso in cui non venga raggiungo un accordo ottimale fra l’assessorato regionale al Lavoro e gli istituti previdenziali, la Regione provvederà “alla concessione del beneficio attraverso l’erogazione diretta semestrale al datore di lavoro, previa presentazione da parte dello stesso della denuncia semestrale delle retribuzioni agli istituti previdenziali”.
Inoltre una seconda commissione, disposta dall’assessorato al Lavoro, si occuperà di effettuare annualmente dei controlli, all’interno dell’azienda, per verificare se vengono mantenuti i requisiti per gli incentivi. In caso questi vengono meno, il datore di lavoro sarà sanzionato, fino alla restituzione degli incentivi della quale ha usufruito.
Altro tassello fondamentale è quello che trattandosi di fondi comunitari la Commissione Europea può decidere l’autorizzazione o la revoca al contributo in base ai vincoli del Trattato CE.  Il lavoratore invece che possiede i requisiti richiesti dalla legge deve semplicemente aspettare di ricevere una chiamata dall’ufficio regionale del collocamento. Inoltre i lavoratori non sono soggetti ad autorizzazione da parte della Commissione Europea.

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