Rigore & crescita vanno d’accordo - QdS

Rigore & crescita vanno d’accordo

Carlo Alberto Tregua

Rigore & crescita vanno d’accordo

giovedì 12 Dicembre 2013

L’euro ci salva dalla speculazione

Il commissario europeo Olli Rehn, liberaldemocratico e riformatore, finlandese, ha certificato l’insufficienza dell’azione del governo Letta per intraprendere la crescita. letta, per tutta risposta, ha dichiarato che è inaccettabile lo scetticismo del commissario. Ha aggiunto che se vuole candidarsi a presidente della Commissione Ue o a deputato europeo smetta i panni di attuale commissario.
Letta ha torto, pensa e parla come un democristiano di vecchio stampo. Preferisce galleggiare e tirare a campare, ricordandosi del famoso detto di Andreotti: “Meglio tirare a campare che tirare le cuoia”. E quando gli ricordavano che fosse opportuno temere Craxi perché era una volpe, sbottava sorridendo: “Spesso le volpi finiscono in pellicceria”.
Tra fischi e lazzi, questo Governo è inconcludente. La ragione è evidente: non ha una maggioranza coesa, facendo finta di averla. Ed è proprio nel dire senza fare il vulnus maggiore di questo traballante Governo, tenuto in piedi da Napolitano.

La Corte Costituzionale ha giocato un brutto tiro al ceto politico che ora è nudo. Non ha, infatti, dichiarato incostituzionale tutta la legge elettorale (Porcellum), bensì i due capisaldi: le nomine dei candidati e il premio di maggioranza. Con esso, il Pd nelle elezioni di febbraio è riuscito a prendere il 55 per cento dei deputati con il 29 per cento di voti. Ora, il troncone di legge rimasta in vigore prevede il proporzionale puro, quindi nessuna governabilità dal momento che l’elettorato è diviso in tre tronconi più o meno equivalenti. Urge quindi la riforma: il ritorno al Mattarellum che potrebbe diventare il Matteum, vale a dire l’elezione del 75 per cento dei parlamentari in collegi uninominali e la trasformazione del proporzionale in un premio di maggioranza da porre in un secondo termine. 
Con la vittoria di Matteo Renzi (1,6 milioni di preferenze), ora il Partito democratico ha una guida sicura. La stessa guida sicura ha il M5S con Grillo e Forza Italia con Berlusconi. Finito il governo Letta, ad Alfano e soci non resterà che aggregarsi al cavaliere per evitare di scomparire dalla scena politica. Siccome Alfano non ha il quid, come diceva Berlusconi, ma è un ragazzo sensato, ritornerà nell’alveo del suo mèntore.

 
Tanti soloni continuano a ingannare l’opinione pubblica perché pongono un falso dilemma fra rigore e crescita. Alcuni sono in buona fede, ma la maggior parte di essi è in malafede. è pacifico che il rigore, cioè tenere i conti in ordine e in equilibrio è il presupposto per potere recuperare risorse indispensabili alla crescita.
Una volta i pessimi politici ricorrevano alla cosiddetta svalutazione competitiva, cioé abbassavano il valore della moneta nazionale per coprire le magagne conseguenti lo squilibrio dei conti pubblici. Da quando è entrato in vigore l’euro (1° gennaio 2002) questa operazione dannosa non è più possibile. è stata eliminata la coperta dei cattivi politici, i quali la utilizzavano per coprire i privilegi propri e delle diverse caste e corporazioni.
La santa recessione sta costringendo i responsabili delle istituzioni, ai livelli statale, regionale e comunale, a rivedere i meccanismi di spesa per eliminare quella non necessaria. Benvenuta recessione!

Questo governo della stabilità e dell’inconcludenza non riesce a fare i tagli decisivi, più volte elencati in queste colonne, per recuperare le risorse indispensabili alla crescita. Ciò accade sia perché la maggioranza attuale, checché se ne dica, non è per nulla coesa, ed anche perché all’interno di ognuna delle sue componenti vi è stato caos.
Ora, il nuovo segretario del pd, Matteo Renzi, se uomo d’onore e manterrà la parola data a coloro che lo hanno votato, dovrà dare la rotta a questo Governo, il quale ieri, nel momento in cui scriviamo, ha ottenuto la fiducia alla Camera su un programma rivisto che tuttavia è abbastanza fumoso.
Qui, o si fa l’Italia o si muore diceva Giuseppe Garibaldi. Qui, o si fanno le riforme o vince Grillo a valanga. Il che significherebbe la destabilizzazione completa del Paese e l’aggravarsi di una forte recessione.
Grillo serve, comunque, come spauracchio concreto. I responsabili delle Istituzioni nazionali sono avvertiti.
Uomo avvisato, mezzo salvato.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017