Ars, è spending review ma con correttivi - QdS

Ars, è spending review ma con correttivi

Raffaella Pessina

Ars, è spending review ma con correttivi

venerdì 13 Dicembre 2013

Ripristinato l’assegno di solidarietà di fine mandato: pari a 1/12 dell’indennità. M5S accusa: “Si tiene fermo l’aggancio al Senato”

PALERMO – L’Assemblea regionale siciliana ha approvato il ddl sulla spending review. L’articolo più importante di questa legge è il 2.9, totalmente riscritto nelle ore precedenti la seduta d’Aula di mercoledì.
Come si ricorderà i capigruppo della maggioranza si erano riuniti nel primo pomeriggio a Palazzo d’Orleans, sede della Presidenza della Regione, per un serrato confronto con il governatore Crocetta. L’articolo approvato prevede come tetto massimo per lo stipendio dei parlamentari 11.100 euro lordi. L’indennità e la diaria spettante ai deputati subirà la variazione dell’indice Istat del costo della vita. Nel decreto Monti il tetto fissato è proprio di questa cifra e quindi in questo caso il Parlamento siciliano ha rispettato il parametro nazionale.
Il Parlamento stesso inoltre individuerà le cariche interne a cui spetterà un indennità di funzione nei limiti di 2.700 euro lordi mensili. Ai presidenti della Regione e dell’Ars spetterà un’indennità mensile lorda equivalente. Ai parlamentari regionali nominati assessori viene attribuita un indennità aggiuntiva per la carica di assessore pari all’indennità di funzione che spetta al presidente di commissione legislativa permanente dell’Ars. Agli assessori regionali che non siano deputati spetta un trattamento economico omnicomprensivo di 11.100 euro lordi.
Non l’ha spuntata il Movimento cinque Stelle che aveva presentato emendamenti per ridurre l’indennità da 11.100 a 8.500 euro. Soddisfatto il Presidente dell’Ars Ardizzone che ha detto che “si è così adottata una linea di rigore che introduce i criteri del decreto Monti. “Cosi’ sapremo quanto guadagna il presidente della Regione”.
 
Critici il M5S e il Pd che hanno dichiarato che in questa maniera non si è applicato il Decreto Monti ma si è stabilito solo un adeguamento. Da un lato vi sono infatti coloro che vogliono la applicazione del Decreto 174 , perdendo di fatto l’Autonomia regionale, dall’altro c’è chi chiede che si segua la via del recepimento, così come prevede l’Autonomia speciale siciliana. “In ogni caso gli importi – ha detto Ardizzone – “non si discostano dal decreto Monti e dalle altre regioni”. Via libera anche all’articolo 6 (contributo in favore dei gruppi parlamentari per le spese di funzionamento) ed è stato fissato un tetto massimo “ottenuto dalla somma tra l’importo di cinquemila euro (anche questo parametro stabilito dal decreto Monti) moltiplicato per il numero dei deputati regionali e l’importo di 0,05 euro moltiplicato per il numero della popolazione residente nella Regione rilevata dall’ultimo censimento ufficiale. La norma esclude espressamente la contribuzione in favore di partiti o movimenti politici.
L’articolo 7 invece riguarda il contributo ai gruppi parlamentari per le spese del personale. Anche in questo caso il calcolo è farraginoso: La cifra “non potrà essere superiore all’importo determinato moltiplicando il numero dei deputati componenti del gruppo stesso per il costo di unità di personale di categoria D, con posizione economica D6, senza posizione organizzativa, compresi gli oneri a carico dell’ente”. Viene reintrodotto l’assegno di solidarietà in favore dei deputati regionali, uno dei privilegi più criticati, che nella precedente versione del ddl era stato abolito. La riscrittura dell’articolo stabilisce ora che a fine mandato i parlamentari percepiscano un assegno pari a un dodicesimo dell’indennità lorda per ogni anno di mandato che corrisponde a poco più di seimila euro l’anno.
Soddisfatto Giovanni Ardizzone, che ha annunciato che opererà un’ulteriore riduzione di almeno il 10% al bilancio dell’Ars: “Siamo nell’immaginario comune come i più spendaccioni d’Italia perché eravamo adeguati al Senato ma alla fine siamo più virtuosi di altre regioni di Italia che hanno i gettoni di presenza mentre per noi non è così. I consiglieri regionali di certe regioni hanno triplicato i loro stipendi, noi li abbiamo ridotti di molto”.
Critici i grillini: “La Sicilia decide di restare speciale rispetto al resto delle regioni sul mantenimento dei privilegi. Il Palazzo vince ancora su tutto e su tutti e così si tiene fermo l’aggancio al Senato. Nessuna rendicontazione sulla diaria che verrà così erogata a prescindere dalle effettive spese sostenute dal deputato per il vitto e l’alloggio a Palermo”. Approvato inoltre quanto stabilito in conferenza Stato-Regioni per quanto concerne le spese dei gruppi parlamentari che da 2400 mensili passano a 700 mensili per deputato. L’Aula è stata rinviata a martedì prossimo con il voto finale sul testo.

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