“Bonifica amianto, migliaia di posti” - QdS

“Bonifica amianto, migliaia di posti”

Rosario Battiato

“Bonifica amianto, migliaia di posti”

sabato 14 Dicembre 2013

Intervista a Pippo Gianni, uno dei promotori del ddl regionale per la mappatura dei siti con fibre di asbesto. Pronti 21 mln di €, ma ne serviranno altri. Priorità a edifici strategici e aree industriali

PALERMO – Pippo Gianni è un deputato regionale in forza al Centro Democratico. Nato a Solarino, è anche componente del Comitato tecnico scientifico nazionale dell’Osservatorio nazionale amianto. A lui si deve l’impegno per la redazione del primo dei tre ddl confluiti nel testo disegno di Legge n° 381 “Norme per la tutela della salute e del territorio dai rischi derivanti dall’amianto”.
In attesa che il provvedimento venga calendarizzato in aula, abbiamo discusso dei contenuti che dovrebbero essere approvati in tempi brevi.

Prevede tempi precisi per l’approvazione del ddl così da sanare con 21 anni di ritardo questa anomalia siciliana?

“Ieri (giovedì scorso, ndr) ho fatto un intervento in aula richiamando il presidente dell’Assemblea a mettere all’ordine del giorno la legge, che rappresenta una grande occasione per migliorare la salubrità della popolazione siciliana e che potrebbe dare vita al più grande cantiere di lavoro che si sia recentemente visto in Sicilia”.
Avete fatto una stima del potenziale occupazionale che potrebbe derivare da un’operazione del genere?
“Siamo ben coscienti che questo provvedimento non punta soltanto a eliminare le malattie asbesto correlate, ma a produrre lavoro in tutta Sicilia. Diverse migliaia di persone potrebbero essere impiegate a livello regionale, perché assieme alle strutture pubbliche abbiamo la priorità di bonificare anche tutti i siti industriali di Sicilia”.
Quali sono i punti essenziali del ddl?
“Il provvedimento si basa su alcuni passaggi essenziali. Si comincia con il registro di chi è entrato in contatto a vario titolo col minerale per poi passare al registro tumori e alla creazione di una discarica per la trasformazione dell’amianto, cioè un impianto che non serva soltanto alla sua conservazione ma alla sua inertizzazione. Cominceremo l’azione dai siti strategici, cioè scuole, caserme, ospedali e tutto quello che c’è di pubblico. Parallelamente all’inizio dei lavori si procederà anche alla mappatura del territorio”.
Ci sono dei fondi già disponibili?
“Per una prima fase ci sono circa 21 milioni di euro che la Comunità europea ha stanziato nell’ambito del piano dell’amianto europeo. Aspettiamo di cominciare questa prima fase dell’operazione per poi chiedere altri finanziamenti necessari alla prosecuzione dei lavori. Già negli anni novanta c’era stata una presa di posizione netta nei confronti dell’amianto da parte dell’Europa e all’epoca si stanziarono circa 17 milioni di euro per avviare una mappatura che la Sicilia non avrebbe mai fatto. Nel 1992 arrivò la legge 257 che metteva fuorilegge l’amianto e obbligava le regioni a redigere un piano regionale amianto con mappatura e operazioni bonifica”.
Perché tutto questo ritardo nell’approvazione di una norma che serviva da tempo alla Sicilia?
“La responsabilità è diffusa. I governi nazionali degli ultimi decenni hanno ignorato il problema, anche perché l’Italia è stata la seconda nazionale per la produzione di materiali contenenti amianto. Noi l’abbiamo prodotto e utilizzato e adesso dobbiamo smaltirlo”.
Prevede celerità per l’approvazione?
“Una volta calendarizzato il provvedimento non ci dovrebbero essere problemi, anche perché questo ddl ha avuto un iter sereno ed è stato votato all’unanimità per quattro volte nelle commissioni. Si tratta di un disegno di legge importante per la salute dei cittadini, sarà largamente condiviso”.

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