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Palermo – Sforbiciata sulle partecipate, ma è scontro con i sindacati

Gaspare Ingargiola

Palermo – Sforbiciata sulle partecipate, ma è scontro con i sindacati

sabato 14 Dicembre 2013

Tra le situazioni più delicate quella della Rap: i 122 mln di € della Tares non bastano a coprire il servizio. Il Comune prevede forti tagli alle spese e una netta riduzione degli organici

PALERMO – Tagli alle spese e riduzioni degli organici: la giunta Orlando ha presentato ai sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl la cura dimagrante cui intende sottoporre le partecipate del Comune di Palermo. Un pacchetto di misure che coglie al volo l’opportunità, dal momento in cui ministero del Lavoro, Inps e Italia lavoro vorranno accordarla, di fare uscire i 1.740 operai Gesip dallo status di cassintegrati lasciandosi per sempre alle spalle la società in liquidazione.
L’integrazione degli organici nei settori più deboli avverrà così senza ulteriori uscite e senza nuove assunzioni. La road map della giunta Orlando per la Gesip, come scritto anche nei gironi scorsi, prevede prepensionamenti, internalizzazione dei servizi, turnover e distacchi. Il Piano è stato diffuso questa settimana: per 950 di loro si aprono le porte delle altre municipalizzate (Rap, Amat, Amap, Amg e Sispi), 230 lavoratori saranno indirizzati ai prepensionamenti, 350 saranno incentivati all’esodo e 210 saranno accompagnati tramite sostegno in aziende private o sostenuti nella creazione di una propria attività economica.
 
Lo strumento del turnover prevede che gli operai Gesip siano assistiti da tutor e formatori all’interno di un percorso di aggiornamento professionale e specialistico finanziato dalla Regione e cucito sulle esigenze delle altre municipalizzate palermitane. Se Roma darà il via libera all’exit strategy di Orlando, si procederà a tappe forzate: già entro la fine dell’anno piazza Pretoria pubblicherà il bando per l’esodo, un mese dopo verrà completato il censimento degli operai Gesip e partiranno esodi incentivati, percorsi di ouplacement (così è denominato l’accompagnamento verso il settore privato) e prepensionamenti per l’azienda di via Maggiore Toselli. Poi, entro i primi sei mesi dell’anno le partecipate dovranno fornire all’amministrazione un elenco definito dei servizi che necessitano rinforzi, avviando al contempo anch’esse un massiccio programma di prepensionamenti a partire dal 31 marzo.
Con la formula dei distacchi andranno in pensione 1.004 dipendenti (400 nel solo 2014) fra Rap, Amat, Amap, Amg e Sispi, via via sostituiti dagli operai Gesip: 377 alla Rap, 348 all’Amat, 168 all’Amap, 104 all’Amg, 7 alla Sispi.
La situazione più delicata, però, è vissuta al momento dalla società per la nettezza urbana: i 122 milioni di euro della Tares non sono sufficienti a finanziare il servizio di igiene ambientale e stipendi e benefit dei lavoratori, oltre alle spese quotidiane per carburante, canoni di locazione, manutenzioni di mezzi e attrezzature e annessi e connessi. La Rap è scoperta per 11 milioni di euro.
I sindacati sono disposti a rinunciare a una parte degli straordinari domenicali (da 160 a 80) e all’adeguamento contrattuale e propongono di trasferire all’Amap il servizio di pulizia caditoie con i suoi 175 addetti, risparmiando così 1,8 milioni di euro. Secondo le parti sociali queste formule garantirebbero una riduzione complessiva dei costi di 3,7 milioni. L’amministrazione pensa invece a tagli tra i 40 e i 60 euro sui salari dei lavoratori. Il tempo stringe: gli adempimenti burocratici per il passaggio dalla fallita Amia alla Rap di uomini e mezzi vanno completati entro il 22 gennaio
 
. E i sindacati, stanchi del tira e molla, hanno proclamato lo stato di agitazione: “Da anni – scrivono Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Fiadel, Confsal, Filas, Usb, Alba e Flaica in una nota congiunta – i dipendenti lavorano su mezzi fatiscenti, spesso senza revisione e al limite delle norme di sicurezza. Serve un piano straordinario per la manutenzione dei mezzi la cui assenza è la causa dei disagi nella raccolta di questi giorni”.

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