Cresce l’obesità infantile in Sicilia. Nelle Isole colpito 1 ragazzo su 3 - QdS

Cresce l’obesità infantile in Sicilia. Nelle Isole colpito 1 ragazzo su 3

Andrea Carlino

Cresce l’obesità infantile in Sicilia. Nelle Isole colpito 1 ragazzo su 3

sabato 14 Dicembre 2013

Le cause sono da ricercare nelle cattive abitudini alimentari e nell’acquisizione di stili di vita sbagliati. Rapporto Unicef: l’11,7% dei bambini siciliani fa abuso di merendine

CATANIA – Sono 165 milioni nel mondo i bambini sotto i cinque anni che soffrono di malnutrizione cronica, mentre oltre tre milioni perdono la vita per questo motivo. Questo è uno dei dati più allarmanti che emerge dal rapporto Unicef “Bambini e adolescenti tra nutrizione e malnutrizione”.
Problemi vecchi e nuovi in Italia e nel mondo in via di sviluppo, realizzato in collaborazione con l’Istat: una vera e propria panoramica sulla nutrizione e più in generale gli stili di vita dei bambini e degli adolescenti in Italia, ma allo stesso tempo, che affronta il problema della malnutrizione nei paesi in via di sviluppo.
Prima tappa per una buona nutrizione è l’allattamento materno. Eppure secondo le ultime stime a livello mondiale, nel 2012 solo il 39% dei bambini di età inferiore ai 6 mesi è stato allattato esclusivamente al seno. In Italia, secondo i dati Istat, l’81,4% delle donne che ha avuto figli nei cinque anni precedenti le rilevazioni (2005), ha allattato al seno, un risultato avvalorato dai primi dati provvisori delle rilevazioni in corso (2012-2013).
In questa analisi è stato posto l’accento su alcuni indicatori specifici degli stili alimentari dei bambini per comprendere il legame tra nutrizione, salute e aspetti socio-economici. Ad essere i più golosi di snacks sono i ragazzi del Sud (il 19,4%), poi 11,4% del Nord-Ovest, all’11,4% nel Nord-Est, all’8,9% del Centro e all’11,7% delle Isole. Agli stili di vita va associata anche la diffusione di sovrappeso e obesità tra i bambini e i ragazzi, non solo in Italia, ma in tutti i Paesi del mondo.
Il fenomeno dell’obesità tra i bambini e i ragazzi – rileva l’Istat – è più diffuso tra i maschi (30,1% contro il 23,6% delle femmine), tra coloro che vivono al Sud (34,6% rispetto al 22,7 del Nord-Ovest, al 21,1% del Nord-Est, al 24,6% del Centro e al 31,1% delle Isole), tra chi svolge poca attività fisico-motoria, nonché ancora una volta tra chi vive in famiglie che ritengono le proprie risorse economiche scarse o insufficienti e soprattutto con livelli di istruzione dei genitori più bassi. Il sovrappeso è un fenomeno ormai in aumento anche tra i bambini sotto i 5 anni che vivono nei Paesi a medio e basso reddito. Secondo gli esperti, l’obesità è una condizione causata da più fattori che possono essere economici come il reddito, o da cattive abitudini alimentari, inoltre molti bambini non fanno una colazione adeguata, consumano troppi snacks e non praticano alcuna attività fisica.
Rimangono sotto accusa le cattive abitudini alimentari, la sedentarietà e i fattori economici. Nelle famiglie con più elevato grado di istruzione le vite alimentari siano maggiormente sane, frutto di un’accurata informazione circa le proprietà nutritive degli alimenti. Nei nuclei familiari che ritengono le proprie risorse economiche scarse, gli stili di vita non sono dei migliori, così pure i comportamenti a tavola.
Solo il 12% dei ragazzi mangia almeno 4 delle 5 porzioni al giorno raccomandate di frutta e verdura. Ancora una volta è il Sud a detenere la maglia nera: qui solo il 6,8% dei giovanissimi ne mangia livelli accettabili.
Piuttosto, i ragazzi preferiscono le bibite gassate, dannose per la salute. Le mamme laureate, però, non ne concedono molte ai propri figli, mentre i ragazzi che ne bevono più di mezzo litro al giorno sono ben l’8,6% dei figli delle donne che hanno completato solo la scuola dell’obbligo, quasi il doppio rispetto ai figli delle laureate.

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