Bisognerebbe innanzitutto chiudere le arcate con pareti su entrambi i lati: dal lato di via Dusmet si potrebbero abbellire le pareti con grandi e colorati poster pubblicitari a pagamento. Si creerebbe così un lungo corridoio, con le botteghe accessibili dalla via tra il porto e gli Archi (attualmente chiusa, dove ci sono i vecchi binari sull’asfalto, per intenderci), da piazza Alcalà fino all’ingresso della Vecchia Dogana e quindi all’ingresso principale del Porto.
Questo serpentone di botteghe diventerebbe un centro commerciale naturale, con locali da affittare alle imprese, per realizzare una catena di negozi e attività di ristorazione.
Un parcheggio per le auto e i pullman dovrebbe essere realizzato in un’area limitrofa, peraltro già esistente all’interno del Porto, con un varco sicuro e controllato.
Il progetto dovrebbe essere coordinato dall’Amministrazione comunale con tecnici propri e volendo attraverso un concorso di idee da rivolgere a giovani progettisti, facendo prevalere la migliore soluzione, compatibile con le esigenze della città, con il contesto architettonico esistente, con la presenza e le prospettive (non esclusa la dismissione) della linea ferroviaria.
La realizzazione dell’intervento potrebbe avvenire attraverso un bando pubblico internazionale che prevede un project financing per i lavori e la gestione successiva dell’area, per esempio con durata trentennale. L’iniziativa sarebbe a costo zero per il Comune, i privati metterebbero a disposizione i capitali, ricavando dagli affitti delle botteghe (o dall’utilizzo diretto per attività imprenditoriali), dalla collocazione della pubblicità in grande formato sulle pareti degli Archi lato via Dusmet, dagli eventi che si potrebbero organizzare.
Non è facile, ma in queste idee si deve cominciare a credere.