Cosa farei se fossi un sindaco - QdS

Cosa farei se fossi un sindaco

Carlo Alberto Tregua

Cosa farei se fossi un sindaco

giovedì 19 Dicembre 2013

Pa efficiente e spese ridotte

Il sistema clientelare su cui è vissuta la classe politica di questi ultimi 20 anni ha portato i Comuni siciliani sull’orlo del fallimento. Non tutti, per fortuna. Questo perché, anziché amministrare correttamente, facendo prevalere l’interesse generale su quello particolare, i sindaci hanno cercato di mantenere il consenso sui singoli rapporti, accontentando questo o quell’appetito e dimenticando, invece, che l’azione doveva essere condotta a favore di tutti i cittadini, soprattutto quelli meno abbienti.
La Santa crisi sta riconducendo alla ragione la maggior parte di essi, anche se vi sono i testardi che perseguono sulla via della perdizione. 
Più volte abbiamo indicato quali sono i gravi problemi che affliggono le amministrazioni locali siciliane, pubblicati anche in appositi prospetti. Per i sordi o gli ottusi, proviamo a riepilogarli, usando la finzione retorica: se fossi sindaco, cosa farei.

In primo luogo, farei redigere dai più competenti della mia amministrazione il Piano aziendale, dal quale discende il numero e la tipologia precisa delle figure professionali necessarie per produrre i servizi richiesti dai cittadini. Farei misurare le unità dei servizi e determinerei l’esatto carico di lavoro per ogni dirigente e dipendente.
Per rendere efficiente l’amministrazione, farei digitalizzare tutte le procedure, in modo da aprire canali diretti perché telematici con i cittadini, i quali non avrebbero più l’obbligo di venire all’interno dell’amministrazione. E per quei cittadini non dotati di Pc, li indirizzerei ai Caf, in modo comunque da evitare i viaggi.
Fatto ciò, istituirei il Nucleo investigativo affari interni, per intercettare la corruzione e l’inefficienza che la nasconde. Istituirei il Nucleo di Polizia tributaria, contro l’evasione e per il recupero delle morosità che affliggono i bilanci. In questo quadro, aprirei lo sportello della soddisfazione dei cittadini, che darebbero un voto ai servizi ricevuti.
Questo primo gruppo di iniziative  avrebbe l’obiettivo di creare un giusto rapporto con gli amministrati. La seconda azione riguarderebbe il controllo del territorio, di tutto il territorio, sia il centro che le periferie, rendendo efficiente il Corpo dei vigili urbani.

 
E veniamo al capitolo economico. Il Comune non deve assumere personale, se non quello strettamente necessario, bensì creare le condizioni per lo sviluppo dell’economia e quindi per la creazione di nuovo lavoro, autonomo e dipendente.
Istituirei una task force per l’attrazione di convegni e congressi da tutto il mondo, in accordo con albergatori, agenti turistici e altri operatori, dopo aver messo sul sito (il supermarket dei beni culturali) tutto quello che è sul territorio.
Un’altra task force si dovrebbe occupare di creare eventi 365 giorni l’anno, con lo stesso obiettivo di attirare visitatori. Ulteriori accordi farei con i tour operator del mondo per offrire ai loro clienti una permanenza gradevole, importante sistema del passaparola quando i visitatori ritornano nelle loro sedi.
Si tratta di un’azione continua ed efficace per far aumentare il Pil del Comune.

Se fossi sindaco, farei realizzare un parco progetti cantierabili per tutte le infrastrutture, utilizzando le fonti finanziarie disponibili: Ue, Stato, Regione, project financing. I progetti dovrebbero essere attuati in tempi europei, sanzionando pesantemente dirigenti e imprese che dovessero tardare la consegna delle opere e premiando le consegne anticipate.
Taglierei tutti gli sprechi della spesa pubblica improduttiva, adottando i costi standard ma cercando di risparmiare anche rispetto ad essi. Le risorse così risparmiate servirebbero per gli investimenti e il potenziamento dei servizi e, in definitiva, per l’aumento della qualità della vita dei miei cittadini.
Poi, mi occuperei dell’ambiente. In primis con la realizzazione di alcuni impianti industriali per la produzione di energia elettrica la cui materia prima sono i rifiuti solidi urbani.  In tal modo potrei rendere quasi autosufficiente il fabbisogno dell’energia dell’amministrazione e di quasi tutta la popolazione. In questo ambito, promuoverei la coltivazione di prodotti vegetali atti a produrre biogas che sarebbe immesso nella rete nazionale.
E poi mi fermo, ma l’elenco potrebbe continuare.
Occhio, sindaci. Il tempo del clientelismo è finito definitivamente. Combattete o perirete (politicamente).

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