Porto Empedocle, stop a gasdotto Snam - QdS

Porto Empedocle, stop a gasdotto Snam

redazione

Porto Empedocle, stop a gasdotto Snam

venerdì 20 Dicembre 2013

Voto incomprensibilmente contrario del Consiglio comunale al parere chiesto dall’assessorato regionale Territorio e ambiente. Frena il progetto Enel di riconvertire la centrale termoelettrica inquinante, in gioco investimento di 80 mln

Porto Empedocle (AG) – Il Consiglio comunale empedoclino ha stupefatto la città con una votazione negativa a sorpresa sul parere chiesto dall’assessorato regionale Territorio ed Ambiente, verso l’autorizzazione di un braccio del gasdotto di Snam. Le forze dell’opposizione e parte della maggioranza – quella appartenente a Filippo Caci a capo di Città Nuova – hanno così ottenuto un risultato di 11 voti contrari contro i 9 favorevoli.
Il gasdotto è indispensabile per la riconversione della centrale elettrica da olio combustibile a turbogas e di fatto permettere ad Enel di continuare a produrre energia elettrica, visto che dal dicembre 2014, non sarà più possibile poter continuare con gli inquinanti impianti ad olio combustibile come previsto dalla conferenza di Kyoto. In gioco c’è un investimento di 80 milioni di euro e la salvaguardia di circa 80 posti di lavoro, ma dal Consiglio comunale è arrivata la doccia gelata per i dipendenti Enel della centrale. “è in gioco la regolare fruizione pubblica dell’energia elettrica in Sicilia – fanno sapere dalla multinazionale – mentre non è possibile proporre altri impianti perché questo iter già concluso è durato diversi anni e fu proprio il Consiglio comunale a proporre la riconversione della centrale a turbogas quando rischiava la chiusura”.
Dal Consiglio oltre alla bocciatura del gasdotto è arrivata anche l’indicazione di costruire la centrale a turbogas nella zona Asi praticamente nelle vicinanze dove è già prevista la costruzione del rigassificatore. I sindacati, i quali si erano già espressi favorevoli alla riconversione della centrale e soddisfatti dalle garanzie occupazionali offerte dall’azienda sono sul piede di guerra. “è sospetta questa decisione proprio da un Consiglio che ha esultato sempre per la costruzione del rigassificatore – ha affermato Massimo Raso segretario provinciale confederale della Cgil – e che oggi fa le pulci ad un progetto unico realmente possibile, per salvare posti di lavoro. Infatti l’abbassamento dell’occupazione ci sarà, ma contenuta. Questo progetto da noi accettato è figlio della tecnologia e se dà minori posti dall’altro lato dà miglioramenti e vantaggi notevoli dal punto di vista ambientale. La nostra impressione è che con quella votazione si sia voluto far sapere che a comandare in città non è soltanto il sindaco Firetto e che necessiti fare i conti anche con loro. Mi chiedo se dietro non ci sono in corso giochi sulle possibili assunzioni. Penso chiaramente che questo dell’investimento Enel sia una opportunità che né Porto Empedocle né Agrigento possano perdere”.
Ad aprire le danze sulla discussione sulla centrale era stato lunedì un consiglio comunale, aperto solo però a possibili interventi ai sindacati ed ai partiti politici per decisione della Presidenza Troja. Senza coinvolgere associazioni ambientaliste e comitati civici che proprio a Porto Empedocle, hanno più volte denunciato il presunto inquinamento elettromagnetico dell’elettrodotto che parte dalla centrale. “Non avere invitato su un argomento che riguardava l’ambiente le associazioni ambientaliste e chi si occupa di turismo – spiega Gaetano Pendolino amministratore del distretto turistico Valle dei Templi – è la prova che non si accettavano voci dissonanti e contrarie ad un modello economico industriale a cui da sempre ci opponiamo. Siamo contrari alla presenza della centrale attuale sulla costa e pensiamo che ci sia da restare senza parole per lo sconcerto dinnanzi ad una proposta di portare la nuova centrale nella zona a ridosso di Agrigento e del pino di Pirandello”.

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