Obbligo dei Pos per i professionisti, scatta la protesta - QdS

Obbligo dei Pos per i professionisti, scatta la protesta

Valeria Cannizzaro

Obbligo dei Pos per i professionisti, scatta la protesta

giovedì 26 Dicembre 2013

È partita la protesta dei manager contro l’obbligo dei Pos negli uffici per i professionisti: più vantaggi per le banche, meno per loro

I professionisti sono in protesta contro il Decreto Sviluppo Bis del 2012, che renderebbe obbligatoria l’installazione dei dispositivi di pagamento Pos (Point of Sale) per tutti i negozi. Questo peremetterebbe ai possessori delle migliori carte di credito e bancomat di collegarsi al circuito Visa, Mastercard, etc, per poter effettuare i pagamenti delle parcelle direttamente in ufficio.
Con questo provvedimento si offre la possibilità ai cittadini di pagare il proprio avvocato o l’ingegnere, tramite transazioni digitali, ma comunque con dei limiti: questi infatti non potranno usare anche le carte di credito più convenienti che hanno scelto confrontando le offerte sul mercato, in quanto il Pos è limitato a quelle bancomat. Quello che contestano i professionisti è il fatto che gli unici destinatari a trarre giovamento da una soluzione del genere, sarebbero esclusivamente le banche.
 
Come spiega Remo Vaudano, Presidente dell’Ordine degli ingegneri della provincia di Torino, «L’installazione di un Pos costa in media un centinaio di euro, poi occorre pagare alla banca un canone mensile di circa 30 euro a cui si deve aggiungere una commissione che oscilla tra l’1 e il 3% per ogni pagamento eseguito con questo sistema» che a conti fatti equivalgono a 60 milioni di euro l’anno, considerando solo la classe degli ingegneri.
 
Le stime della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro, infatti, hanno calcolato la spesa estesa a tutte le categorie di professionisti (2 milioni e 300 mila iscritti agli ordini) e la cifra che questi verserebbero annualmente alle banche sarebbe di 2 miliardi di euro l’anno. Nel dettaglio, infatti, per i professionisti sarebbero solo spese su spese: l’installazione dei dispositivi Pos ammonterebbe a 345 milioni di euro l’anno (se presi singolarmente, slegati dai contesti aziendali) e se si applicasse una commissione del 2%, comunque alle banche entrerebbero 700 milioni di euro all’anno. Inoltre sembra un obbligo inutile visto che verrebbe utilizzato per i pagamenti dai 1000 euro in giù e la maggior parte dei clienti pagano comunque cifre più alte: come ha continuato Vaudano, «Negli studi di ingegneria, la ricorrenza che un cliente ricorra al POS è irrisoria. La maggior parte dei nostri clienti, infatti, è costituita da aziende ed enti pubblici e in ogni caso i pagamenti sarebbero limitati a mille euro. Non capiamo quindi quale sia l’utilità del POS per i cittadini, visto che verrebbe utilizzato solo per una parcella l’anno al di sotto dei mille euro».
 
Nella faccenda è intervenuto anche il Consiglio nazionale degli Architetti che a fine agosto a mandato una nota al ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, dove si legge che «[…] Le carte di debito hanno dei limiti di pagamento (c.d. massimali), sia giornaliero che mensile. Ne deriva che per l’attività professionale degli Architetti […] la previsione di utilizzo di carte di debito mediante POS è sostanzialmente inutilizzabile».
 
La beffa infatti, arriva anche sotto questo punto di vista: pare che i professionisti potrebbero utilizzare il Pos solo per chi possiede una carta bancomat (e non carte di credito) e solo per pagamenti inferiori ai 1000 euro. Una soluzione come questa, infatti, sarebbe più consona a profili professionali che fanno fatturati piccoli, con importi minimi, e non professionisti che ricevono pagamenti anche da grandi aziende. Anche se lo si volesse affiancare a questioni relative all’evasione del fisco, il provvedimento avrebbe dei buchi: come osserva Beppe Scienza, professore di matematica finanziaria all’Università degli Studi di Torino, «Sostenere che l’obbligo di dotarsi del POS serva a ridurre l’evasione fiscale è una frottola. […] Avere il POS non impedirebbe certo a un professionista o artigiano di farsi pagare in nero. Gli imporrebbe solo ulteriori costi, per l’apparecchiatura stessa e per le commissioni. Insomma, si tratta dell’ennesimo regalo alle banche».
 
Uno spiraglio perché questo decreto non diventi legge c’è, ed è la mancanza dei decreti attuativi che permettono di applicare concretamente l’ordinanza. Gli Ordini rimangono comunque in allerta e in protesta e sperano che il Pos da obbligatorio, diventi facoltativo.

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