Bilancio e finanziaria a rischio impugnativa - QdS

Bilancio e finanziaria a rischio impugnativa

Raffaella Pessina

Bilancio e finanziaria a rischio impugnativa

venerdì 27 Dicembre 2013

Per la presentazione degli emendamenti c’è tempo fino a domani. Falcone (Fi): “Manovra sconclusionata priva di contenuti”

PALERMO – La finanziaria regionale è ai nastri di partenza. Anche se non andrà in Aula oggi, è certo che il Parlamento farà di tutto per approvarla entro la fine dell’anno, può darsi proprio il 31 dicembre. Su questa finanziaria si sono spesi fiumi di parole. Tra gli altri il commento negativo dell’opposizione: “Questa finanziaria è assolutamente inadeguata e va cambiata radicalmente – ha detto Marco Falcone (Fi) -. “È la prima volta che si vede una manovra così sconclusionata priva di contenuti, sia da punto di vista della razionalizzazione della spesa che dal versante dello sviluppo. Numerose sono le norme che rischierebbero l’impugnativa del Commissario dello Stato mentre diverse sono quelle che, aldilà dell’immagine, sono prive di qualunque prospettiva di sostegno alle imprese o di difesa alle categorie più deboli. Giorno 28 dicembre, termine ultimo, per la presentazione degli emendamenti, presenteremo una manovra alternativa che sostenga gli enti locali, razionalizzi le partecipate, dia sostegno alle imprese e guardi alle categorie piu’ deboli”.

Caos partecipate
Ma quali sono i punti deboli di questa finanziaria? Soprattutto gli articoli dedicati alle partecipate. Il Governo stabilisce di mettere in vendita le quote azionarie delle società partecipate considerate non strategiche. Da questa dismissione la Regione conta di ricavare 60 milioni di euro. Ma non tutte le società verranno dismesse: e la polemica ruota attorno a Sicilia e Servizi, società che era in liquidazione e che praticamente è in rinascita. Altre  resteranno in piedi come Ast, Sas, Riscossione Sicilia, Irfis, Sviluppo Italia Sicilia, Siciliacque, Parco scientifico e ricerca e Seus.
Sulla gestione delle partecipate è intervenuta recentemente anche la Corte dei Conti: “A costi spesso ingiustificati e poco trasparenti è corrisposto in molti casi il fallimento della mission”.
E così la Sicilia è la regione che in Italia investe di più sulle società pubbliche con i peggiori risultati. Solo negli ultimi 4 anni sono stati spesi un miliardo e 89 milioni per il personale, 73,4 milioni per consulenze e incarichi extra, 13,9 milioni per gli stipendi a dirigenti e membri dei consigli di amministrazione.
La sezione di controllo presieduta da Maurizio Graffeo ha analizzato i bilanci delle 34 società in cui la Regione ha partecipazioni (in 11 ha il 100% e in altre 9 più del 50%): è emerso che due terzi di queste sono in perdita.

Articoli sui precari
Poi vi sono gli articoli 34-35 e 36 della finanziaria che sono dedicati ai precari. Misure ed interventi stigmatizzati da Confindustria Sicilia: “è giusto pensare ai precari – commenta Antonello Montante, presidente di Confindustria Sicilia – ma è una miopia non puntare sul rilancio delle piccole e medie imprese. Ricordiamoci che quando una impresa muore, porta con sè know how e lavoratori, oltre a cancellare un pezzo di storia del tessuto economico dell’isola. E su questo non possiamo transigere”. Ma il Governatore insiste nel difendere il documento, dichiarando che si tratta di una finanziaria del cambiamento e del risparmio. Critiche ancora da Pds-Mpa perché in Finanziaria vengono abolite le borse di studio per gli studenti universitari, il Fondo regionale per i comuni e  vengono ridotti gli accantonamenti tributari. “Se queste sono le premesse -conclude Di Mauro- non possiamo che annunciare battaglia, nella speranza che una parte dei deputati rinsavisca e che durante l’iter parlamentare si riesca a rendere questa legge davvero utile ad affrontare le necessità di sviluppo della Sicilia”.

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