Acqua potabile, da ieri scattati i nuovi limiti per il piombo - QdS

Acqua potabile, da ieri scattati i nuovi limiti per il piombo

Andrea Carlino

Acqua potabile, da ieri scattati i nuovi limiti per il piombo

venerdì 27 Dicembre 2013

Previsti da un decreto legislativo del 2001. Riduzione di oltre la metà

CATANIA – Meno piombo nell’acqua potabile: da ieri sono scattati in Italia i nuovi limiti previsti da un Decreto legislativo del 2001 che ridurranno da 25 microgrammi per litro a 10 microgrammi per litro, la presenza tollerata per legge. Si riduce di oltre la metà la quantità massima tollerata.
Il piombo nell’acqua in dosi eccessive fa male. Con effetti patologici anche gravi. Dai disturbi neurologici e comportamentali, alle malattie cardiovascolari. Ma possono sorgere problemi anche ai reni, si possono avere fenomeni di ipertensione, ridotta fertilità e aborti e ritardo nella maturazione sessuale e alterato sviluppo dentale, come ricorda anche la “Nota informativa in merito alla potenziale contaminazione da piombo in acque destinate a consumo umano” pubblicata dall’Istituto Superiore di Sanità. Il vero rischio, alla luce di tutti i controlli realizzati in questi anni, è legato alle vecchie tubature nei vecchi palazzi, come quelli ad esempio dei centri storici.
I controlli a monte, nel percorso dagli acquedotti fino agli edifici, infatti non hanno registrato problemi. In caso di edificio pubblico la Asl può interviere per obbligare ad un intervento, anche se non è chiaro quali possano essere le eventuali sanzioni. “La rimozione del piombo in contatto con l’acqua è l’unica soluzione definitivamente efficace per eliminare il rischio”’, spiega l’Istituto Superiore di Sanità consigliando la sostituzione dei materiali contenenti piombo a contatto con l’acqua potabile con gli altri materiali in regola con le norme.
Nel frattempo per evitare il rischio, in caso di sospetto che le tubature di casa non siano a regola, come soluzione temporanea si consiglia di non utilizzare per bere o preparare alimenti l’acqua che ha ristagnato nelle tubature per un tempo prolungato (orientativamente superiore alle 4 ore). Qualora l’acqua non sia stata utilizzata per un periodo di tempo prolungato (ad esempio nel caso del primo flusso della mattina dopo la stagnazione notturna o dopo un periodo prolungato di assenza dall’abitazione) è necessario lasciar scorrere l’acqua per alcuni minuti prima di utilizzarla per bere o cucinare. Ma serve ricordare che il tempo necessario per il ricambio dell’acqua nell’impianto domestico dell’edificio è differente a seconda della lunghezza e complessità dell’impianto.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017