Più strutture turistiche, meno turisti - QdS

Più strutture turistiche, meno turisti

Chiara Borzi

Più strutture turistiche, meno turisti

venerdì 27 Dicembre 2013

L’Istat ha fornito una fotografia della capacità dei servizi ricettivi e il movimento dei clienti in Italia nel 2012. La Sicilia resta lo zoccolo duro della ricettività nel Meridione, ma il confronto con il Nord è impietoso

PALERMO – Aumentano le strutture ricettive, diminuiscono i flussi turistici che le sfruttano. Queste le conclusioni che possono essere tratte dal report fornito dall’Istat sulla capacità dei servizi ricettivi e il movimento dei clienti.
In Italia, si contano nel 2012 157 mila strutture ricettive (+2,3% sul 2011), viceversa, negli ultimi dieci anni si è registrata una tendenza strutturale alla riduzione della permanenza, passata da 4,21 giornate del 2002 a 3,67 del 2012. Negli esercizi alberghieri italiani sono state rilevati complessivamente circa 256 milioni di presenze e 83 milioni di arrivi, numeri in calo rispettivamente dell’1,7% e dello 0,5% sul 2001. La permanenza media resta, tuttavia, sostanzialmente invariata. Prima di analizzare i casi regionali e in particolare il caso Siciliano, è bene analizzare il trend complessivi degli ultimi anni.
L’espansione registrata nel periodo 2005-2007 si è interrotta in coincidenza con l’inizio della crisi economica (2008-2009), è seguito un periodo di forte crescita soprattutto nel 2011 (+11 milioni di presenze totali rispetto al 2010 e +16 milioni rispetto al 2009), ma oggi la crisi di ricettività è viva: le presenze nelle strutture italiane è, come anticipato, in contrazione e a diminuire drasticamente sono in particolar modo i soggiorni.
Le presenze diminuiscono in tutte le nostre regioni, ad eccezione della Valle d’Aosta dove risultano in aumento (+0,6%). Le flessioni più significative si registrano invece in Molise (-20,3%), dato che tuttavia pesa per lo 0,1% del totale delle presenze nazionali, Piemonte (-13,5%) e Veneto (-8,7%).
 
Le regioni dove si concentra il maggior numero di presenze dei clienti sono: Veneto (16,4% del totale delle presenze registrate negli esercizi ricettivi italiani), Trentino-Alto Adige (11,8% – con la Provincia Autonoma di Bolzano al 7,7% e la Provincia Autonoma di Trento al 4,1%), Toscana (11,2%) ed Emilia Romagna (9,8%). Tali regioni assorbono insieme il 49,2% delle presenze complessive e, in particolare, il 44,7% delle presenze dei clienti residenti ed il 54,3% di quelle dei clienti non residenti. Rappresenta un dato quasi uniforme la dinamica delle presenze dei clienti non residenti, in questo caso fanno eccezione solo Molise (-25%), Basilicata (-4%), Campania (-3,2%) e Sardegna (-1,5%). Gli incrementi più elevati si riscontrano in Piemonte (+16%), Sicilia (+6,9%) e nella Provincia Autonoma di Trento (+5,8%).
Proprio la Sicilia, ma insieme a Puglia e Campania, costituisce lo zoccolo duro della ricettività meridionale. Procedendo verso un paragone con il livello nazione, la Sicilia mostra indici più bassi rispetto al Nord e parzialmente al Centro Italia, ma costituisce il secondo riferimento per numero totale di presenze di clienti nel Sud: l’attuale 3,7% è inferiore soltanto al 4,8% della Campania. La differenza di presenza proveniente da clienti residenti e non residenti, in questo caso, è molto sottile (4% contro 3,5); molto cambia se sfruttiamo invece il calcolo sulle presenze di clientela fatto dall’Istat da un’ottica regionale.
In tale fetta di analisi la Sicilia cade tra le ultime regioni d’Italia per clientela proveniente dallo stesso territorio (55,8% di indice, +3,2% rispetto la media nazionale, ma 24,5% in meno rispetto Basilicata e 36,5% Molise). La Sicilia si accoda così alle tendenza di Campania (56,7%), Piemonte (58,7%) e Sardegna (59,4%).
 


L’approfondimento. Al di sotto della media per clienti non residenti
 
L’Isola è al di sotto della media italiana anche per presenze di clienti non residenti: il 44,2% rilevato dall’Istat è per il 3,2% inferiore alla media nazionale.
In virtù di questa stessa percentuale il nostro territorio rientra così tra le quindici regioni italiane che non superano il 50% di presenze garantite proprio dai clienti non residenti.
Tra queste stesse regioni, la maggior parte compensa il proprio “svantaggio” garantendosi numeri altissimi per presenze di clienti residenti, ma in Sicilia questo non accade: nel nostro territorio infatti la redistribuzione dei due casi è diversa appena dell’11%.
Quel che costituisce un’incoraggiante sorpresa finale è il dato positivo delle variazioni di presenze di clienti sul territorio siciliano per il 2012 (1,5%). Insieme al Trentino (1,6%) e Bolzano (1,8%), la Sicilia è infatti l’unica regione a mostrare in attivo simili stime. Contribuisce al primato l’aumento, a dispetto delle stime precedenti, delle presenze garantite dai clienti non residenti (6,9%).

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