No a proroga commissari province. Crocetta non ha più maggioranza - QdS

No a proroga commissari province. Crocetta non ha più maggioranza

Raffaella Pessina

No a proroga commissari province. Crocetta non ha più maggioranza

martedì 31 Dicembre 2013

Sabato pomeriggio affossato il disegno di legge con un emendamento contrario. Ardizzone, presidente Ars: “La questione ripresentabile a gennaio”

PALERMO – Sonora sconfitta del governatore Crocetta per il disegno di legge che prorogava di sei mesi il commissariamento delle province. L’Assemblea regionale siciliana sabato pomeriggio ha affondato il disegno di legge approvando, con 33 voti favorevoli e 32 contrari, un emendamento che sopprimeva la proroga fino al 28 febbraio 2014 delle gestioni commissariali provinciali, nelle more della approvazione della legge sui liberi consorzi. Sconfitto quindi il Governo in Parlamento dove si sono registrati dissidi, proteste e urla, tanto che il Presidente dell’Ars Ardizzone, ha dovuto sospendere l’Aula.
L’originario ddl del governo prevedeva una proroga di sei mesi del commissariamento delle province, ma il termine era stato poi ridotto a soli due in commissione Affari istituzionali, nonostante i dubbi di legittimità sollevati, a fronte della prospettiva certa di un’ulteriore proroga che sarebbe risultata necessaria a fine febbraio poichè l’istituzione dei liberi consorzi è prevista per il 30 giugno. Ora il governo avrà solo quarantacinque giorni per approvare la legge.
 
La bocciatura è stata valutata come il segnale che Crocetta non ha più la maggioranza in Aula. Molti i commenti  da parte dei rappresentanti di tutti i partiti, uno su tutti Roberto Di Mauro, capogruppo del Partito dei siciliani- Mpa all’Ars ha detto che “Sarebbe bene che il presidente ne prendesse atto e cominciasse a ragionare su come portare in Aula provvedimenti e tenere comportamenti politici che favoriscano l’approvazione di leggi davvero utili per la Sicilia e per risollevarne l’economia". Ardizzone ha detto che "la questione può essere ripresentata entro i primi di gennaio." 
 
Intanto il testo della riforma è fermo in commissione di merito e lo attendono ben 300 emendamenti prima di essere esitato. Se la riforma però non dovesse essere approvata si tornerebbe a votare per il consiglio provinciale, con un grande autogol per la Sicilia.

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