Anche lo splendido clima che richiama ogni anno numerosi turisti, e perché no, il buon cibo, osannato da chef di fama mondiale.
chiama spazzatura. Non ci attarderemo, almeno in questo caso, sulle responsabilità politiche e decisionali di chi ha gestito e continua a gestire la raccolta rifiuti a Palermo, ma parleremo del danno enorme che tutto ciò sta causando oltre che al fegato e alla pazienza dei palermitani (nota da secoli), anche e soprattutto a quella preziosa fonte di economia che prende il nome di turismo.
Ovunque cassonetti stracolmi, dalla periferia al centro, insieme a ordinati turisti che immortalano con scatti fotografici d’autore i rifiuti, sfidando apertamente i miasmi che inevitabilmente si sprigionano da essi.
“Noi operatori – prosegue – vendiamo soprattutto il territorio. Ma quando quest’ultimo non è curato o ancor peggio è sporco, tutti gli sforzi che facciamo all’interno dei nostri alberghi si vanifica, ivi compreso l’atteggiamento e la posizione pro-ambiente che i nostri albergatori stanno attuando (raccolta differenziata nelle strutture in primis).
“Palermo – ha concluso il vice presidente di Federalbergatori – è una città ancora gettonata, ma pian piano si sta spegnendo e ammalando di una malattia chiamata sordità politica”.
“Assodata l’effettiva necessità di migliorare il servizio reso da Amia – ha detto Russo – c’è da dire che la diffusa ‘cultura’ di conferire i rifiuti fuori orario, proprio in funzione di questo senso di non appartenenza, peggiora ulteriormente il già fragile equilibrio della raccolta cittadina, aggravata da una quasi inesistente raccolta differenziata”. “Comprendo bene – ha concluso – il disappunto degli albergatori, ma per questo e per tutti gli altri problemi del settore si dovranno definire insieme alla Regione e alla Provincia iniziative univoche”.