Rischio insolvenza delle imprese. In Sicilia il Cegri più alto: 85,8 - QdS

Rischio insolvenza delle imprese. In Sicilia il Cegri più alto: 85,8

Gianluca Di Maita

Rischio insolvenza delle imprese. In Sicilia il Cegri più alto: 85,8

venerdì 03 Gennaio 2014

Record assoluto: tra le cause l’ormai storico ritardo dei pagamenti della pubblica amministrazione. Cegri sta per Cerved group risk index ed è stimato per il 2013 a 76,6 punti

PALERMO – 2013: un anno burrascoso per le imprese italiane. Il rischio di insolvenza si conferma elevato e secondo i dati elaborati da Cerved Group per il 2014 e? previsto solo un piccolo miglioramento del rischio che si manterrà a livelli storicamente molto alti. Il Cerved Group Risk Index (Cegri), l’indice creato dal gruppo che calcola il rischio medio di insolvenza delle societa? italiane, e? stimato per il 2013 in crescita a 73,6 punti, record assoluto in oltre 10 anni, con l’attesa di una lieve riduzione nel 2014 a 73,4 punti. Dal punto di vista territoriale, in tutte le aree dal 2014 è previsto un lieve miglioramento.
 
Nel 2013 tuttavia è stato toccato il picco più alto, soprattutto per le Regioni del Sud che presentano il rischio più elevato. Le regioni del Mezzogiorno e delle Isole sono inoltre quelle per cui il rischio e? più? aumentato dopo il 2011, ampliando il divario che già? esisteva con il resto del Paese. Ad abitare la vetta delle Regioni dove le imprese se la passano peggio in termini di rischio di insolvenza, troviamo la Sicilia. E? la nostra la regione italiana in cui il Cegri ha il valore piu? alto (85,8 punti, con un incremento di oltre 10 punti rispetto al 2010), seguita dal Molise (84,3), dalla Calabria (81,9), Basilicata (81, 3), Abruzzo e Campania (81) e Sardegna (80).
Tra le cause che arrecano tali sofferenze, oltre alla contrazione del Pil, vi è l’ormai storico ritardo dei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione. Secondo l’ultima rilevazione della fine di ottobre, sono stati pagati 16,3 miliardi su 24,4 di stanziamento previsti per il 2013. I dati aggiornati invece a giugno, non indicano alcun miglioramento rispetto all’anno precedente: si tratta di un risultato coerente con le informazioni fornite dal Ministero, secondo le quali fino a quella data le cifre stanziate non erano state effettivamente liquidate alle imprese. In base ai dati esaminati, a giugno del 2013 non sono state saldate il 57% delle fatture scadute ed emesse verso gli enti della PA, con punte che superano l’80% tra quelli che operano nell’alveo del sistema sanitario nazionale. Per quanto concerne i pagamenti delle partecipate pubbliche,
 
A non essere saldate sono soprattutto le fatture emesse dai fornitori delle partecipate controllate dalle regioni e dalle autonomie locali: l’arretrato ammonta all’82% (il 71% in termini di valori), in forte crescita rispetto allo stesso periodo del 2012. Disastrosa la situazione per le società con sede nel Mezzogiorno, con un arretrato di fatture da pagare pari all’80% (al 73% in termini di valore). Ma probabilmente il problema più grave nei pagamenti è quello riscontrato nella puntualità: pagano in tempo solo il 32% delle aziende.
 

 
Nel Nord-Est partecipate pubbliche più virtuose dei competitor privati

Dal punto di vista territoriale, la puntualità? delle partecipate pubbliche si attesta su percentuali comprese tra il 29,2% (nel Centro) e il 35,8% (Nord Est.) Sui gravi ritardi si osserva una maggiore disomogeneità : le percentuali sono molto elevate nel Centro-Sud (15% nel Centro e 21% nel Mezzogiorno e nelle Isole), con scarti di 7-10 punti rispetto alle societa? private; nel Nord i gravi ritardi sono meno diffusi, soprattutto nel Nord Est (4,3%), dove le partecipate pubbliche risultano piu? virtuose dei loro competitor privati.
Restano inquietanti pure i dati relativi ai mancati pagamenti dei fornitori della Pa. È il Nord Ovest l’area in cui e? piu? alta la percentuale di fatture non pagate dai fornitori (43%) e il Centro Italia l’area in cui la percentuale e? piu? bassa (30,8%). In termini di valore dello scaduto, la maglia nera spetta al Mezzogiorno (38,9%), mentre il Nord Ovest risulta l’area in cui l’ammontare in euro delle fatture non pagate risulta piu? basso (28,1%).

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